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u BELO HORIZONTE-MG – Nel Forum Imprenditoriale Brasile-Italia, Urso ha  attestato che Belo Horizonte è il centro dell’industria italiana in Brasile e Minas Gerais  porta  d’ingresso affinché l’Italia possa   avviare affari con i Mercosur,  “ Vogliamo essere vostri associati  prima che la Alca entri in  forza nel mercato” ha detto il viceministro nel primo incontro con gli imprenditori.  La missione è composta dall’80% da piccole società e dal 20% di medie e grandi, “Minas Gerais offre grandi opportunità in tutta questa filiera, grandi possibilità di affari attraverso le joint ventures, investimenti, partecipazioni”.

Nell’ultimo biennio il Brasile ha riportato tassi di crescita medi del 4%, l’Italia è però  solo  l’ottavo suo  partner commerciale con cinque miliardi di dollari di interscambio, ma le prospettive sono buone.

La pattuglia delle imprese venete è consistente, ben 78  che operano nel settore di punta – agricoltura, tessile, arrredamenrto, meccanica industriale ed infrastrutture – fa sapere il viceministro delle Attività produttive con delega al Commercio estero. Una spedizione, quella italiana,  che punta a conquistare spazi sempre maggiori  in un paese con 180 milioni di abitanti, 30 milioni dei quali comparabili per rendita a quelli europei. La missione ha una serie di obiettivi mirati: 350 incontri bilaterali tra aziende dei due paesi sono in agenda solo a Belo Horizonte – ha spiegato Urso –  che ha aperto i lavori del seminario  imprenditoriale assieme a Luca di Montezemolo di Confindustria. Gli incontri attuali e i  previsti  per  San Paolo e  Porto Alegre cercheranno di moltiplicare i successi ottenuti nelle missioni già avvenute in India, Cina e Turchia.

 

Anche qui in Brasile dobbiamo consolidare la nostra leadership – sostiene il viceministro –  poiché le nostre esportazioni  si stanno riprendendo anche in America Latina + 29% a febbraio, e + 6,5% in Brasile. Ci muoviamo in un’ottica di Sistema Paese accompagnando le vie dell’internazionalizzazione per le imprese che accettano con coraggio la sfida della globalizzazione.

 

Le esportazioni italiane per settori in Brasile  nel 2005 sono state: 34% meccanica, 14% autoveicoli, 13% elettronica e ceramica, 6% metallurgia, 5% energia, 15% altro. Continua la crescita del surplus commerciale brasiliano nei confronti del resto del mondo nel 2005 è salito  a quota 44.7 miliardi di dollari

 

Affinché  gli scambi commerciali crescano, occorre abbattere gli ostacoli al libero mercato “se fino a qualche anno fa – afferma Urso – le decisioni venivano prese da Usa e Unione Europea, oggi esiste un terzo interlocutore che è il Brasile. L’Europa deve ridurre le barriere sull’agricoltura per aprirsi alle importazioni da questo paese che, assieme agli altri stati emergenti, deve rimuovere gli ostacoli che frenano le importazioni di prodotti industriali”.

 

L’incontro con il presidente Lula sarà una grande opportunità per far sì che l’Unione Europea e i paesi in via di sviluppo arrivino ad un accordo per la riduzione delle barriere commerciali.

 

Il governatore di Minas Gerais, Aécio Neves nel discorso di apertura ha affermato che, “il Brasile è cresciuto e maturo, e non ci sono possibilità di retrocesso negli attuali  indirizzi macroeconomici,  felicemente il Brasile oggi non è più quello del discorso ideologico, dello Stato massimo e dello Stato minimo – ma è – dello Stato necessario”,  attesta Neves.

 

“Il Brasile è un ritorno alle origini, una terra che è sempre stata amata dall’Italia e dalle sue imprese” – afferma – Adolfo Urso.