CURITIBA – PR –  “Em que situação estão os processos de cidadania dos trentinos?”. A pergunta é do deputado Fabio Porta e foi endereçada aos ministros do Interior e das Relações Exteriores do governo italiano, conforme anuncia comunicado à imprensa ontem (dia 23 de abril) divulgado pelo parlamentar. O pedido de Porta é pela aceleração dos processos, conforme lhe foi solicitado pelas lideranças dos interessados em reunião realizada no começo do mês, em Curitiba.
Fabio Porta lembra que, no final do ano passado, nem menos a metade dos pedidos encaminhados a Roma para análise de uma comissão especial tinham ainda sido vistos. Muito desses processos foram enviados antes de 2005. “Não estamos pedindo nada impossível”, destaca o deputado.
Segundo o parlamentar, é necessário duplicar o número de integrantes da comissão ou aumentar o número de reuniões para que a administração pública possa ser colocada em condições de atender o direito dos cidadãos em prazos razoáveis. Porta lembra as promessas de simplificação processual e da demora também junto aos consulados. Veja a nota, na íntegra, em italiano, divulgada pelo parlamentar.

 

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“A CHE PUNTO SIAMO CON LE PRATICHE DI CITTADINANZA DEI TRENTINI?”

Interrogazione ai Ministri degli Esteri e dell’Interno per conoscere lo stato delle pratiche di cittadinanza e accelerarne l’andamento.

“Con lo smaltimento delle pratiche di richiesta di cittadinanza da parte dei discendenti di coloro che abitavano i territori dell’ex impero Austro-Ungarico, a che punto siamo?
Alla fine dello scorso anno, ad una mia interrogazione, il governo ha risposto che nemmeno la metà (22.000 su 49.000) era stata licenziata”.
È questa la domanda intorno alla quale ruota l’interrogazione presentata in questi giorni ai Ministri dell’Interno e degli Affari Esteri dall’On. Porta.
“Il caso della cittadinanza richiesta dai trentini è un esempio paradigmatico di come diritti riconosciuti da una legge dello stato, una volta trasferiti sul piano della gestione amministrativa, finiscano con l’affondare nelle sabbie mobili delle lentezze e disfunzioni burocratiche. Alle cifre indicate, tra l’altro, – ha continuato l’On. Porta  – mancano quelle di coloro che, soprattutto in Brasile, hanno chiesto un appuntamento con il consolato che gli è stato fissato a distanza di quattro-cinque anni. La cosa su cui riflettere seriamente è che rinviando la risposta a tempi biblici, in realtà non solo si contraddice un diritto di cittadinanza, ma si nega anche quello di avere per ogni atto amministrativo una risposta certa in tempi definiti. Mi sono dunque rivolto ai Ministri dell’Interno e degli Affari Esteri – ha proseguito l’On. Porta – per sapere intanto quali siano i dati aggiornati delle pratiche esaminate e quale sia il ritmo di smaltimento delle giacenze. È necessario, infatti, che gli interessati sappiano una volta per tutte quali siano i tempi reali per ottenere il riconoscimento dovuto.
Non è vero che ci si debba rassegnare a questi ritmi di lavoro dell’amministrazione senza tentare di rendere più efficace l’azione delle strutture amministrative esistenti. Ho richiamati i Ministri competenti, infatti, ad assicurarsi che il criterio di semplificazione adottato nel 2009 per le richieste di componenti lo stesso nucleo familiare sia applicato in modo omogeneo in tutti i consolati competenti. Cosa che non sempre oggi avviene.
Si tratta poi – ha concluso l’On. Porta – di reintegrare la commissione interministreriale che deve dare il placet sulle richieste, delle unità mancanti o diversamente impegnate. Si dovrebbe decidere finalmente di duplicare la commissione esaminatrice oppure di intensificarne le riunioni. Insomma, non chiediamo la luna nel pozzo, ma semplicemente che l’amministrazione sia messa nelle condizioni di corrispondere in tempi ragionevoli ai diritti dei cittadini”.
Roma, 23 aprile 2013 – Ufficio Stampa On. Fabio Porta