u CURITIBA – PR – “É uma situação grave, muito grave” a exigir uma força-tarefa especial para a solução imediata do caso. Assim o candidato não-eleito ao parlamento italiano pela América do Sul, Fabio Porta, classificou a vergonhosa “fila da cidadania” formada diante dos consulados italianos, totalizando segundo alguns cálculos pelo menos 250 mil pretendentes. A situação mais grave é na América do Sul, e cinqüenta por cento deles estão no Brasil, segundo Fábio Porta, que já havia se pronunciado a respeito, depois que o governo liderado por Romano Prodi aprovou projeto de lei reduzindo o tempo, de dez para cinco anos, para a concessão da cidadania “ius soli” aos imigrantes residentes na Itália.

O pronunciamento de Porta foi publicado por algumas agências especializadas em assuntos de imigração, como a Aise, na edição desta terça-feira (06.09.2006). Segundo ele, a situação não é grave apenas em São Paulo, onde estão voltando as “vergonhosas filas noturnas diante do consulado”, localizado em plena Avenida Paulista, mas em todo o Brasil e, de forma geral, em todo o continente Sul-Americano. “Se não eliminarmos drasticamente a lista de espera dos 250 mil cidadãos diante dos consulados – observou Fábio Porta – será difícil dar início a uma sã e necessária reflexão sobre a necessária reforma da legislação sobre cidadania”. Porta, que vive no Brasil, mas é nascido na Itália, acrescenta que esta questão está diretamente ligado à necessário reorganização da rede consular que – “lanço um alarme – é em estado de pré-colapso”.

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Em sua entrevista, Porta fala de outros assuntos, como as necessárias mudanças nas normas que regulam o voto no exterior, CGIE, Comites. Estes dois órgãos, segundo ele, devem passar por um processo de mudança de rota e de atribuições. Abaixo publicamos na íntegra a entrevista concedida a Alberto Fusco, da Agência Aise.:


 

u SAN PAOLO aise – Non solo in Italia, ma anche all’estero, specialmente in Brasile, si sente il dovere di intervenire sulle riforme più urgenti in tema di italiani all’estero. Il primo a mettere fuori la testa, dopo la pausa feriale, è il rappresentante DS a San Paolo Fabio Porta.
“È arrivato il momento – ha detto all’Aise – di ritoccare un pò tutto il sistema di rappresentanza degli italiani all’estero, a cominciare da Comites, Cgie e dagli stessi meccanismi del voto all’estero”.
D. Così come sono attualmente, non le sembra che sia i Comites sia il Cgie siano dei carrozzoni inutili, specialmente adesso che possiamo avere a portata di mano i nostri parlamentari della circoscrizione estero?
R. I Comites dovrebbero aumentare la loro centralità nel sistema di rappresentanza degli italiani all’estero; è necessaria però la loro riforma. I comitati devono avere più forza con pareri vincolanti e non, come adesso, consultivi. In poche parole, devono fungere come consigli comunali all’italiana nella propria circoscrizione.
D. Lo stesso vale per il Consiglio Generale all’estero. Che ne pensa del fatto che un terzo del Consiglio sia di nomina governativa e quindi risieda in Italia? Come pensa che possano questi signori rappresentare i connazionali all’estero?
R. Sono convinto che anche in relazione al Cgie è necessario cambiare rotta. E il problema non sono solo i consiglieri di nomina governativa; forse anche quelli eletti all’estero sono troppi: otto per l’Argentina, quattro per il Brasile… Ma sono realmente necessari? Non sarebbe meglio ridurre il loro numero, eleggerli direttamente insieme all’elezione dei Comites e fornir loro migliori condizioni per esercitare il proprio mandato? Magari intensificando le riunioni intercontinentali con la presenza di almeno un rappresentante di ogni Comites, per facilitare quell’integrazione che renderebbe più agile il lavoro e al tempo stesso permetterebbe loro di svolgere una azione congiunta in favore degli italiani residenti all’estero.
D. Per la riforma del voto all’estero che cosa propone? Prendiamo il caso che ci riguarda più da vicino, l’America Meridionale. 800mila potenziali votanti: 400mila in Argentina e 400mila nel resto del Sud America. Non riterrebbe opportuna una modifica in due ripartizioni?
R. Non si tratta soltanto di modificare le ripartizioni che, oggettivamente, così come sono non aiutano un corretto e adeguato svolgimento della campagna elettorale, ma anche un positivo rapporto, una volta eletti, tra i parlamentari e gli elettori degli immensi collegi. Vanno rivisti alcuni meccanismi, soprattutto in relazione alla tempistica ed all’organizzazione dello scrutinio. Sono convinto che i nostri parlamentari stanno già valutando alcune misure in tal senso.
D. Dopo la parte “politica”, come vede l’attuale situazione delle richieste di cittadinanza?
R. È una situazione grave, molto grave e non solo a San Paolo, ma in tutto il Brasile e, più in generale, nel continente sudamericano. Se non eliminiamo drasticamente, magari con una apposita “task force”, la lista di attesa dei 250mila cittadini giacente presso i consolati (il 50% solo in Brasile), sarà difficile avviare una sana e opportuna riflessione sulla necessaria riforma della cittadinanza. E questo discorso è direttamente legato alla riorganizzazione della rete consolare che è – lancio un allarme! – in stato di pre-collasso; a San Paolo stanno ritornando le vergognose file davanti notturne davanti al consolato.
D. Allora, come ha detto recentemente il Ministro degli Esteri e suo compagno di partito Massimo D’Alema, riprendendo una frase di Enrico Berlinguer, anche noi stiamo “in mezzo al guado?”.
R. Credo proprio di sì, però, come ha sostenuto D’Alema, anch’io sono convinto che quando si è “in mezzo al guado” bisogna andare di qua o di là. Non c’è dubbio che dobbiamo andare al di là di questa insopportabile situazione.
D. Dr. Porta, che ne pensa dell’impegno del “nostro” Senatore Edoardo Pollastri?
R. Sono particolarmente contento dell’ottimo lavoro che ha fin qui svolto il Senatore Pollastri. Del resto chi come me lo conosce bene e da diversi anni non aveva il benchè minimo dubbio sulla sua efficienza e soprattutto lealtà. E posso dire anche che, oltre i suoi impegni con l’elettorato, tiene alto il nome de L’Unione. Anzi, a questo proposito, le ricordo che insieme a Pollastri stiamo svolgendo, a largo raggio e da tempo un’azione divulgativa senza precedenti per la coalizione in tutta l’America Meridionale.