u Quando bambino mi stancavo spesso,
dovunque c´era un posto mi sedevo
da grande, io, lo faccio pure adesso
non importa se posso o se non devo.
Sedevo sui ginocchi della nonna,
sull´altalena, all´epoca dei giochi
scalavo della zia l´enorme gonna
o in altri luoghi, che non eran pochi:
sugli scalini della casa antica,
sulle sedie impaglate del salotto,
sul letto nella casa di un´amica
quando cresciuto, quasi un giovanotto.
Sulle poltrone, al vecchio “novocine”,
anche allo stadio, sugli spalti duri
sui giardinetti, sopra le panchine
erano tempi alquanto più maturi.
Sedersi bene dico, e non a torto,
è un privilegio ed una aspirazione
ci vuole un certo grado di conforto
passando dalle sedie alle poltrone.
Preferenze? No certo, e lo sapete,
mi basta poco a rimaner contento
sono sincero, voi mi conoscete:
soltanto un posticino al parlamento.
Ci sistemiamo noi, non siamo tonti
come i turisti giunti in fitta schiera
sugli scalini a Trinità dei Monti
godono la città ch´è una bandiera.
Adesso è tempo di grandi conquiste;
le urne sono pronte agli elettori,
aspettano di gesta giammai viste:
tutti gli imperatori e i loro allori.
Come succede è tempo di elezioni
sono a caccia, lo sai, di una poltrona,
contando con il voto dei più buoni.
Chissà che adesso sia la volta buona.