Roma, 8-12 dicembre 2008 – Documento finale gruppo tematico

PATROCINANDO SUA LEITURA

Partecipazione e rappresentanza

I giovani italiani nel mondo hanno tenuto la loro prima Conferenza mondiale a Roma e – nel 60° anniversario della dichiarazione universale dei diritti umani –hanno riflettuto e dibattuto il tema “partecipazione e rappresentanza” e hanno prodotto il seguente documento nella prospettiva che questa prima Conferenza abbia un seguito positivo.

1.       La realtà dei giovani

 

Sono più di 2 milioni i giovani italiani nel mondo al di sotto dei 35 anni. Essi rappresentano il 54% di tutti i residenti italiani all’estero. Di questi giovani 1,4 milioni hanno tra i 18 e i 34 anni e 1,3 milioni sono nati all’estero (dati Aire, aprile 2008). A questi giovani italiani si devono però aggiungere anche i 60 milioni di oriundi e simpatizzanti dell’italianità nel mondo.

Al di là della consistenza numerica i giovani italiani nel mondo portano con sé una maniera specifica di vivere l’italianità in un mondo di relazioni sempre più interculturali ed aperte, manifestano valori e sensibilità proprie come la solidarietà, il volontariato, la preparazione e la competenza professionale, sono disponibili al confronto e alla comprensione di posizioni diverse anche perché vivono sulla loro pelle le diversità geografiche, sociali, economiche e culturali dei vari paesi di residenza.

I giovani sono particolarmente sensibili alla moltiplicazione di immagini stereotipate e false che, in Italia, stigmatizzano la storia e la realtà dell’emigrazione e che, all’estero, li etichettano in maniera semplicistica e spesso offensiva.

Per contrastare tali generalizzazioni fuorvianti è necessario promuovere tutte quelle iniziative di ricerca, inchiesta, studio, analisi, che facciano conoscere la vera faccia del giovane italiano nel mondo.

Infatti, avvicinando correttamente il mondo italiano fuori dall’Italia non si può non scoprire una realtà umana, dedita al lavoro e cosciente di essere una risorsa economica, culturale e scientifica sia per il Paese di residenza che per il Paese di origine.

2.  La partecipazione

           

Per partecipazione, i giovani italiani nel mondo intendono tutte quelle capacità, quei momenti e quei luoghi dove poter condividere valori ed iniziative comuni, in modo da creare, sostenere e rinforzare i legami tra i connazionali all’estero, non perdere il contatto e le relazioni con l’Italia ed operare attivamente nei Paesi di residenza.

Storicamente, le comunità italiane nel mondo hanno esplicitato la loro partecipazione all’identità italiana creando vari tipi di associazioni come risposta alle esigenze e alle sfide del momento. Sono nate e si sono diffuse, allora, le società di mutuo soccorso, le missioni cattoliche, i patronati, le associazioni regionali, quelle culturali, ricreative e sportive.

I giovani italiani nel mondo riconoscono l’importanza delle associazioni per l’esercizio concreto della partecipazione e si impegnano a contribuire al loro necessario rinnovamento.

Allo stesso tempo, i giovani riconoscono che certe forme associative non rispondono più alle loro esigenze ed attese e promuovono nuove forme associative più rispondenti ai tempi. In quest’ottica, nuovi esempi di aggregazione travalicano il territorio di un solo Paese creando reti transnazionali. Molte associazioni, soprattutto quelle create da giovani per i giovani, superano la logica della mono-appartenenza regionale o nazionale per aprirsi non solo agli italofoni ma anche agli italofili, a chi ama o ha interesse a sviluppare relazioni con l’Italia indipendentemente dal Paese di appartenenza e dalla lingua parlata.

Infine, i giovani italiani nel mondo sono coscienti della difficoltà di allargare la partecipazione, coinvolgendo altri giovani italiani, oriundi o simpatizzanti nelle diverse iniziative di condivisione dell’italianità. E’ questa la ragione delle seguenti proposte.

2.1       Le proposte per partecipare

           

Riconoscendo il valore dell’associazionismo, la sua fondamentale libertà e base volontaria; consapevoli che l’associazionismo e le nuove aggregazioni non possono raggiungere tutta la realtà italiana all’estero; coscienti che non esistono ricette pre-confezionate per allargare le maglie della partecipazione, i giovani ribadiscono la necessità di rafforzare la realtà delle associazioni che operano in favore della comunità con le seguenti proposte:

l        facilitare l’incontro e lo scambio tra migranti di prima e di successive generazioni e le nuove forme di mobilità;

l        procedere, con il coinvolgimento di Stato, Regioni, CGIE, Comites e le stesse associazioni, ad un rilevamento delle realtà associative e delle nuove forme di aggregazione; all’analisi critica dei dati del rilevamento e alla loro più ampia diffusione;

l        cercare contenuti ed obiettivi più attuali in modo da facilitare l’ingresso dei giovani nelle associazioni, come:

1.       favorire iniziative associative in collegamento con le realtà locali dei paesi di residenza;

2.       organizzare attività di animazione con i più piccoli per mantenere vivo il senso di italianità e di educazione all’apertura interculturale;

l        promuovere nuove forme di aggregazione, capaci di rispondere alle esigenze dei giovani in ambito sociale, culturale, musicale, gastronomico, informativo e formativo, professionale, tecnologico e sportivo (coinvolgendo, per esempio, il CONI, le Camere di commercio, gli Istituti italiani di cultura);

l        rafforzare scambi universitari, corsi di formazione (anche per gestire le associazioni), stages e tirocini, corsi popolari di lingua e cultura italiana, anche in chiave di valorizzare le lingue minoritarie;

l        modificare la legge 383/2000 sulle associazioni di promozione sociale per estenderla anche alle associazioni italiane nel mondo, in modo che queste possano beneficiare delle risorse previste dalla legislazione.

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3.  La rappresentanza

 

Per permettere ad ogni componente sociale di portare il suo specifico contributo alla “res publica” e al perseguimento del “bene comune”, è opportuno che ogni attore – istituzioni, organismi ufficiali di rappresentanza, organizzazioni universitarie, associazioni storiche e nuove aggregazioni giovanili – riconosca e accetti i rispettivi ruoli e competenze senza alcuna prevaricazione.

Infatti, ogni esperienza di partecipazione attiva richiede necessarie forme di riconoscimento sia a livello del Paese di residenza che a livello di rapporti con l’Italia. Tra le diverse forme di riconoscimento c’è la possibilità di “rappresentanza istituzionale”, integrando – come giovani – gli attuali organismi: Comites, CGIE, rappresentanza parlamentare, consulte regionali.

Ad ogni modo, è utile ribadire che l’esistenza di Comites e CGIE, l’ottenimento dell’esercizio di voto in loco da parte degli Italiani nel mondo, la successiva elezione di parlamentari nella circoscrizione estero non sono la conclusione del processo partecipativo e di rappresentanza per quanti, soprattutto giovani, non vogliono delegare ad altri la gestione dei problemi sociali, educativi e culturali della comunità italiana nel mondo. In quest’ottica, le seguenti proposte cercano di promuovere una maggiore presenza giovanile, anche nella prospettiva delle annunciate riforme di tali organi di rappresentanza.

3.1       Le proposte per esserci

l        Tramite i Comites e Consolati di riferimento prendere contatto con tutti i giovani della circoscrizione per coinvolgerli nel processo di comunicazione dei risultati della prima conferenza e stimolarne la possibile partecipazione alle iniziative;

l        qualora non fossero già presenti, istituire “commissioni giovani” organiche ai Comites, composte da persone (dai 18 ai 35 anni) residenti nella circoscrizione, rappresentative delle realtà associative e delle nuove forme aggregative di giovani, scelte con criteri oggettivi, trasparenti e pubblici;

l        i coordinatori delle suddette “commissioni giovani” cercheranno le migliori forme di collegamento sia a livello nazionale (sull’esempio degli intercomites) che a livello continentale: Europa e Nord Africa; America Latina e Area anglofona extraeuropea (secondo la divisione seguita dal CGIE);

l        nella prospettiva della modifica della legge 286/2003 sui Comites, introdurre la “quota giovani” (18-35 anni), in misura non inferiore al 30% nella composizione delle liste per l’elezione dei Comites;

l        attribuire un carattere vincolante ai pareri espressi dai Comites;

l        favorire il riconoscimento e le iniziative dei Comites presso le diverse realtà locali dei Paesi di residenza;

l        richiedere al CGIE che inviti almeno tre giovani (uno per area geografica, a rotazione e individuati con criteri oggettivi, trasparenti e pubblici) a partecipare ai lavori del CGIE, del Comitato di Presidenza, delle Commissioni per le aree Continentali e delle Commissioni di lavoro;

l        chiedere alle Regioni, che non lo fanno già, di nominare consultori giovani all’estero;

l        mantenere e difendere il diritto di voto in loco all’estero anche dopo la prevista riforma dell’assetto istituzionale dell’Italia;

l        nell’organizzare le prossime tornate elettorali garantire una omogenea e corretta informazione dei cittadini sulle modalità di voto, utilizzando anche i media locali e l’uso delle lingue locali per una migliore comprensione delle informazioni;

l        proporre la rappresentanza degli italiani all’estero nell’elezione del parlamento europeo;

l        chiedere al Ministero della gioventù di costituire un “dipartimento giovani estero” nel quadro dell’Agenzia nazionale per i Giovani (ANG) in modo da poter garantire le risorse per il collegamento e l’informazione (blog, newsletter telematica, bollettini di collegamento) dei giovani italiani nel mondo;

l        chiedere al Ministero della gioventù di poter partecipare come giovani italiani nel mondo alla costituzione di una loro rappresentanza in seno al Consiglio Nazionale Giovani.

 

In conclusione, si propone di costituire una forma provvisoria di “coordinamento giovani” (con rappresentanti delle 3 aree geografiche intercontinentali) per accompagnare, in collegamento con le autorità competenti, gli sviluppi di questa conferenza, in modo da preparare i futuri incontri che riteniamo debbano realizzarsi ogni biennio.

Alla fine di questo documento, che abbiamo voluto il più propositivo possibile, vogliamo fortemente affermare che la volontà di partecipazione e di rappresentanza che ha animato il nostro gruppo tematico durante tutto lo svolgimento della Conferenza sarà pienamente realizzata se i criteri di scelta e rappresentanza, in ogni tipo di occasione, saranno sempre più oggettivi, trasparenti e pubblici, se gli eletti all’estero si renderanno sempre più presenti nei Paesi delle loro circoscrizioni di elezione e se sarà fatto tutto il necessario per garantire a tutti gli italiani la “cittadinanza” fortemente voluta.