A colloquio con il presidente della Società pubblico-privata per lo sviluppo delle imprese italiane all’estero sul bilancio 2005 e le prospettive per il futuro

PATROCINANDO SUA LEITURA

Abbiamo chiuso con il miglior risultato dal 1991 ad oggi: un utile netto di 8 milioni e 200.000 euro, con un incremento anche delle operazioni ed abbiamo approvato 92 progetti per 76 milioni di euro per investimenti all’estero”

 u ROMA – La Simest, Società per lo sviluppo delle imprese italiane all’estero a maggioranza di capitale pubblico (è controllata dal Governo Italiano che detiene il 76% del pacchetto azionario ed è partecipata da banche, imprese, associazioni imprenditoriali e di categoria), ha reso noto ieri il bilancio dell’anno appena trascorso.

Simona D’Alessio ha intervistato il presidente della Simest, l’avvocato Giancarlo Lanna.

 

Avvocato Lanna, i dati sul bilancio per il 2005 della Simest sono buoni. Ci può fornire qualche cifra?

 

 

Sì, vi posso dare dei dati particolarmente significativi. Quest’anno abbiamo chiuso con il miglior risultato dal 1991 ad oggi – il ’91 è l’anno dell’inizio dell’attività della Simest – in quanto abbiamo conseguito un utile netto di 8 milioni e 200.000 euro, con un incremento anche delle operazioni: abbiamo approvato 92 progetti per 76 milioni di euro per investimenti all’estero. Tali progetti consentiranno una realizzazione di investimenti complessivi all’estero da parte di imprese italiane pari a 827 milioni di euro. Per la parte di venture capital – i fondi che noi gestiamo per conto del ministero per il Commercio internazionale – abbiamo approvato 73 progetti per 66 milioni di euro.

 

 Quali sono i settori produttivi in cui investono le imprese italiane all’estero?

 

 I comparti sono quelli tipici delle imprese italiane, vale a dire il settore elettromeccanico, quello del tessile-abbigliamento, l’agroalimentare, l’edilizia, il chimico-farmaceutico, l’hi-tech. I principali paesi coinvolti sono stati la Cina, la Romania, la Croazia, < ?xml:namespace prefix = st1 />il Brasile, gli Stati Uniti, la Russia e la Tunisia. Invece, per la parte della agevolazioni – come è noto, noi gestiamo per conto dello Stato anche dei fondi che consentono di avere disponibilità agevolative per imprenditori italiani che intendono esportare – il 2005 ci ha visti approvare 351 progetti per un importo totale di particolare rilevanza: oltre 4 miliardi di euro, con un incremento di quasi il 70% rispetto al 2004. Cifre incoraggianti, ma noi di Simest riteniamo – lo ha detto anche il ministro per il Commercio internazionale, Emma Bonino – che molto ancora c’è da fare nella logica dell’accompagnamento delle imprese italiane all’estero e nelle attività a sostegno del made in Italy.

 

  Diamo uno sguardo al futuro. Lei è presidente della Simest dal dicembre scorso, ma era nel consiglio di amministrazione della finanziaria già dal 2002. Quali sono i passi che la società dovrà compiere?

 

 Innanzitutto creare delle politiche che consentano sempre più una logica di sistema. Penso, in particolare, all’incentivazione del sostegno ai distretti industriali, in modo che le imprese italiane all’estero possano muoversi in una logica di insieme, di aggregazione di impresa nei mercati internazionali. Sarà utile approfondire il Business scouting, ma anche altre attività di servizio come l’assistenza per la formazione dei progetti e gli studi di prefattibilità, la tutela legale e legislativa. Bisogna, tuttavia, soprattutto creare nuove aree in cui le imprese italiane possano muoversi creando nuovi poli produttivi. Ovviamente i nostri obiettivi non sono distaccati dalle attività dell’ICE (Istituto per il Commercio con l’Estero), della SACE (Servizi Assicurativi per il Commercio con l’Estero) e di tutti gli altri soggetti che agiscono nel campo dell’internazionalizzazione.

 

 Un’ultima domanda. Lei sta partendo per lo Yemen, dove il ministro Bonino guiderà una missione di due giorni, che prevede vertici con le massime cariche istituzionali di Sana’a, ma anche un incontro con imprenditori yemeniti ed italiani presso la nostra locale ambasciata. Qualche anticipazione sul viaggio nel paese mediorientale?

 

 E’ una missione che, come lei ha detto, svolgiamo al seguito del ministro Bonino, in un paese che – come a nessuno sfuggirà – presenta sotto il profilo imprenditoriale delle difficoltà, ma anche delle opportunità, che andremo a verificare. La Simest è in prima fila in ogni area in cui ci viene data la possibilità di ricercare soluzioni di sviluppo per le nostre imprese. Vorrei ricordare, a questo proposito, l’esperienza di Nassirya, del gennaio scorso, ma anche un programma che abbiamo gestito e seguito con notevole soddisfazione, e che ha coinvolto israeliani e palestinesi. Sono questi i percorsi da seguire, a mio giudizio, perché i mercati della globalizzazione sono tali da non consentire che alcuna via vada persa.