Vuoi andare in vacanza in Brasile ? Scordatelo, cambia programma.

VICENZA – IT – Sì, perché la Viação Aérea Rio-Grandense, la compagnia aerea brasiliana che assicurava i collegamenti dall’Italia al Brasile ha dovuto cancellare i suoi voli da Milano (e da molte altre città in tutto il mondo) in conseguenza della grave situazione di decozione nella quale si trova da tempo.

PATROCINANDO SUA LEITURA

In altri termini, gli aeromobili non si alzano dal suolo o per mancanza di carburante, o perché l’autorità giudiziaria ne ha disposto il sequestro conservativo. Insomma, non ci sono soldi nemmeno per fare il pieno.

I disservizi di ogni genere sulle rotte internazionali sono iniziati da mesi con voli cancellati o posticipati di molte ore e soste tecniche per rifornirsi di kerosene al primo aeroporto disponibile in terra brasiliana. Migliaia di persone, dall’inizio dell’anno, hanno dovuto subire un trattamento al di fuori di ogni regola civile: sballottati da un aeroporto ad un altro, costretti ad attese di ore e ore negli aeroporti, notti insonni, bivacchi, nessuna assistenza…

Anche chi scrive è stato testimone diretto di questo pessimo trattamento nei primi giorni di marzo 2006. Con una partenza prevista alle ore 17 da Porto Alegre per San Paolo, il volo è decollato dopo mezzanotte e – giunti nella capitale paulista – ci è stato detto che l’aereo per Milano sarebbe partito solo la mattina seguente. A Milano siamo arivati all’1 di notte del giorno dopo senza la possibilità di raggiungere la mèta finale, Venezia. Quasi quaranta ore di agonia senza una parola di scuse. Lo stesso squallido  “spettacolo” era già andato in scena nei giorni precedenti. E in quelli successivi è peggiorato ancora, se possibile, fino alla recente cancellazione delle rotte.

“Mai più con Varig” è una delle frasi che abbiamo sentito urlare da passeggeri (italiani e brasiliani) disperati e con le lacrime agli occhi per la rabbia e per la stanchezza.

Andare in Brasile, con la compagnia Varig, non era più un piacere. Era diventato un supplizio. E non occorre avere una laurea in marketing turistico per capire che il primo biglietto da visita per un Paese che vuole puntare molto sul turismo internazionale, perché esso rappresenta una grande risorsa economica, è proprio il viaggio. Sia quello di andata, che rappresenta una sorta di “anteprima” del Paese che si sta andando a visitare; sia quello di ritorno, che dovrebbe lasciare un buon ricordo di tutto quello che si è visto.

Il fatto è che il Ministero del Turismo brasiliano molto probabilmente ignora che dall’opinione pubblica italiana Varig è considerata la compagnia di bandiera brasiliana, così come l’Alitalia è tradizionalmente considerata la compagnia di bandiera italiana. Insomma, dire Varig in Italia significa dire Brasile sia perché è l’unica compagnia brasiliana che vola nel nostro Paese, sia perché si ignora che – in realtà – Varig non è partecipata dallo Stato  e che in Brasile detiene solo il 12% della quota di mercato domestico, mentre il 78% è invece in mano alla TAM, alla GOL e alla Ocean Air.

 

Mentre scriviamo, siamo negli ultimi giorni di giugno, Infraero comunica che nella sola  giornata di mercoledì 28 giugno sono stati cancellati 26 dei 36 voli internazionali previsti e 173 dei 255 nazionali. Percentuali altissime che hanno lasciato a terra o comunque hanno creato gravi disagi, spesso in località oltreoceano, a più di 20 mila persone. Solo in un giorno.

Si calcola che, in occasione dei campionatio del mondo di calcio, siano bloccati in questi giorni in Europa almeno 25 mila turisti brasiliani che non sanno come rientrare nel proprio Paese a causa della cancellazione di molte rotte della Varig dal Vecchio Continente. Persone che si sono messe in lista di attesa con voli di altre compagnie, che devono prolungare a loro spese la permanenza in Europa e che dovranno acquistare – sempre a loro spese – un biglietto Iberia, Lufthansa, KLM, Alitalia, British Airways…

E se avessero finito i soldi ?

 

Ma forse il maggior danno viene dalla perdita della clientela internazionale che aveva deciso di trascorrere le vacanze in qualche località del Brasile. Sono migliaia gli italiani che avevano sognato di passare le ferie in Sud America e che avevano prenotato un volo Varig fin dai primi mesi del 2006. Molti di loro, come ci riferisce un’importante agenzia di viaggi di Milano, hanno dovuto rinunciare e cambiare programma perché tutte le altre compagnie europee che volano in Brasile sono in overbooking. Spesso non si trova un posto neanche in Prima Classe.

Una sola settimana di black out di voli da Milano al Brasile in questi periodi di vacanza è un mancato introito di almeno 1,5 milioni di dollari (escluso il prezzo del volo aereo). Dollari che sarebbero stati spesi dai turisti in alberghi e in altre strutture ricettive, in ristoranti, nei trasporti interni e per lo shopping.

Un vero disastro economico e un gravissimo danno di immagine perché da tutta questa vicenda il Brasile ne esce come un Paese da “terzo mondo” dove regna l’approssimazione, il caos e l’improvvisazione. E questo è un vero peccato perché, grazie anche ad accurate operazioni di marketing messe in atto dal Ministero del Turismo e dal Governo, il grande Paese sudamericano aveva finalmente cominciato a conquistarsi la fiducia e l’interesse del pubblico europeo con un grande incremento dei flussi turistici.

 

In tutto questo caos, quello che stupisce – fra le altre cose – è l’assoluta indifferenza della Varig per i gravissimi disagi causati alla clientela. Nel sito Internet della compagnia tutto funziona come se nulla stesse accadendo: nessun comunicato ufficiale, nessuna guida per il consumatore, nessuna parola di scuse.