Mariano Gazzola, candidato del Maie [Movimento Associativo Italiani all’Estero – nr], sulla scia di un clima intimidatorio che sta caratterizzando l’attuale tornata elettorale, ha usato parole assolutamente inappropriate per attaccare me e il lavoro che da più di vent’anni svolgo per tutti i miei connazionali.
Troppo spesso in politica, per ragioni di protagonismo che non sono supportate dal buon senso, si cerca di sminuire l’operato degli altri più che mettere in campo idee e proposte concrete.
Definire disastroso l’operato del Consolato e attribuire la colpa al partito che rappresento è becera propaganda, che offende direttamente la mia persona e tutti coloro i quali con impegno si adoperano nei servizi alla collettività.
Guardiamo ai fatti: la tassa sulla cittadinanza che è stata introdotta – e che tanto ha criticato – e con la quale è possibile rifinanziare i Consolati per permettere di sviluppare l’ampia gamma di attività a cui sono chiamati, è solo il primo nodo di una rete di progetti con i quali poter davvero migliorare le condizioni dei nostri connazionali.
E sono orgoglioso che il PD si sia impegnato con forza per questo progetto. E sono pronto ad assumermi la responsabilità di continuare lungo questa strada, perché soltanto chi vive quotidianamente le problematiche degli italiani può attivarsi con consapevolezza.
Per questo motivo spero che non arrivino più attacchi inutili perché adesso é arrivato il tempo di lavorare e ancora lavorare, verbo che è forse sconosciuto al Maie, poiché da 10 anni in Parlamento ha solo dimostrato la sterilità delle sue promesse elettorali.
E quindi tornare a Brasilia non significherà leccarsi le ferite, come purtroppo spera Gazzola, ma vorrà dire poter essere rappresentante dei cittadini italiani residenti all’estero oppure ancora un funzionario del Consolato italiano, per poter ancora dare il massimo nel mio lavoro, come ho sempre fatto. Perché a prescindere dal ruolo, porterò sempre avanti la missione che mi sono prefissato.