La famiglia Stolf già si è riunita una dozzina di volte ma, in questa, il motivo è andato oltre l’ordinario: un gruppo amatoriale di teatro che da molto tempo si presenta a Fornace – terra di origine della famiglia, in Provincia di Trento – ha deciso venire in Brasile per presentare un lavoro che racconta proprio il dramma sofferto da migliaia di immigranti italiani verso la fine del XIX secolo, in particolare gli Stolf.

Così, l’inscenazione del “Viagio di sol andata”, tutta in dialetto trentino, è stata la più importante attività culturale che ha caratterizzato il 12º Incontro da Família Stolf, realizzatosi il 20/08 dopo una messa e pranzo, come sempre, negli spazi della chiesa ed il salone parrocchiale di Rodeio 50, comune di Rodeio-SC, vicino a quello che fu il primo lotto di terra sul quale si stabilirono in Brasile.

PATROCINANDO SUA LEITURA

Lo stesso lavoro, scritto da Dino Ceresia, è stato presentato dal gruppo “Filodrammatica San Martino”, la settimana precedente, a Joinville, Jaraguá do Sul, Blumenau, Rio dos Cedros e, il giorno dopo, a Rodeio, con il quale Fornace e gemellata. Il gruppo, di circa 20 persone (si veda il video sul nostro portale), tra cui il sindaco di Fornace, Mauro Stenico, ha fatto il viaggio a spese dei membri stessi, con un piccolo aiuto della Provincia di Trento e, qui in Brasile, di imprese e qualche famiglia, secondo quanto raccontato dal consulente trentino Elton Diego Stolf – un entusiasta del gruppo che da molti anni si batteva per la sua venuta.

L’opera, con molti canti corali, è ricca di informazioni sull’ambiente e condizioni socio-politiche in cui avvenne il grande esodo italiano, alla fine del XIX secolo, sotto la dominazione austro-ungarica.

Affronta anche i primi e difficili tempi degli immigranti nella nuova terra e la loro disillusione con le tante promesse mancate dal governo brasiliano di oltre mare. Infine, porta lo spettatore ad una riflessione sui fenomeni migratori dell’umanità.

La famiglia Stolf nell’evento ha festeggiato anche i 50 anni di sacerdozio di Frate Justino Stolf che ha concelebrato la Messa insieme a padre frate Dionísio Stolf Destefani, autore della ricerca familiare. Entrambi hanno studiato teologia a Roma. Uno dei momenti più importanti della festa è stato l’omaggio ai più anziani della famiglia, tra cui l’unico figlio dell’immigrante ancora vivo, Lourenço Stolf, centenne, che abita a Timbó-SC.

Gli Stolf di Fornace emigrarono in Brasile in almeno quattro leve. I primi ad arrivare furono Antonio Stolf e sua moglie Madalena, con sei figli, partiti nel luglio 1875 arrivando a Rodeio nel settembre 1875, insieme alle famiglie Tomelin, Pizzetta, Girardi, Agostini, Cristofolini e Trentini. Poi vennero Francesco e sua moglie Marianna Girardi (14 figli, 8 dei quali arrivarono con loro); Adeodato e sua moglie Rosa Filomena Pallver (cinque figli, quattro dei quali arrivarono con loro); e, infine, Fedele Stolf e sua moglie Luigia Prada, con otto figli).

(Testo originale pubblicato sull’edizione 224/Ottobre della Rivista Insieme – Traduzione: Claudio Piacentini – Roma)