Tasse abusive: l’Italia denunciata alla Commissione Europea per violazione del diritto comunitario nei processi di cittadinanza

Una denuncia formale contro la recente modifica della legislazione italiana, che ha introdotto un nuovo Contributo Unificato di 600 euro per richiedente nei procedimenti giudiziari di cittadinanza, è stata presentata oggi (05/03) alla Commissione Europea dall’azienda Nostrali Cittadinanza Italiana. La denuncia è firmata dal giurista italiano Simone Leoni, dello studio legale italiano della società, che ha sede anche in Brasile.

Secondo il ricorso, il nuovo contributo introdotto dall’articolo 1, comma 814, della Legge di Bilancio Italiana 2025 (che modifica l’articolo 13 del D.P.R. n. 115/2002), istituendo “un costo individuale obbligatorio per ogni richiedente, indipendentemente dal fatto che il procedimento sia collettivo o meno”, rappresenta “una barriera sproporzionata all’accesso alla giustizia, in particolare per i discendenti di italiani residenti all’estero, risultando discriminatoria e in violazione dei principi fondamentali dell’Unione Europea”.

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In una nota inviata alla redazione di Insieme, l’azienda spiega che il reclamo si basa su tre punti principali:

  1. Violazione dell’articolo 47 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che garantisce a tutti il diritto a un ricorso effettivo e all’accesso alla giustizia senza ostacoli finanziari sproporzionati. Il nuovo contributo impone un costo proibitivo, che può raggiungere migliaia di euro solo per il primo grado di giudizio di un procedimento familiare, rendendo l’esercizio di tale diritto dipendente dalla condizione finanziaria del richiedente.
  2. Discriminazione indiretta nei confronti degli italo-discendenti (articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE). Il nuovo modello di tassazione riguarda esclusivamente coloro che intraprendono un procedimento giudiziario per il riconoscimento della cittadinanza italiana, colpendo in particolare i cittadini di Paesi come Brasile e Argentina, dove risiedono le più grandi comunità di discendenti italiani.
  3. Violazione del principio di proporzionalità ed equivalenza, riconosciuto dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. In altri procedimenti civili in Italia, anche quando coinvolgono importi milionari, il Contributo Unificato non supera 1.686 euro, mentre nei procedimenti di cittadinanza può raggiungere cifre significativamente più alte, nonostante la minore complessità giuridica.

Il testo della denuncia sottolinea inoltre che “il costo di un procedimento di cittadinanza può superare quello di azioni civili milionarie, in cui sono in gioco complesse dispute patrimoniali. Non vi è alcuna giustificazione ragionevole per questa disparità, che di fatto impedisce ai cittadini italo-discendenti, soprattutto residenti in Sud America, di esercitare i propri diritti”.

La Nostrali informa inoltre che “la denuncia è stata ufficialmente ricevuta dalla Commissione Europea, che ora può avviare un’indagine contro il governo italiano per violazione del diritto comunitario. Qualora la Commissione rilevi un mancato rispetto delle normative dell’Unione, l’Italia potrebbe essere notificata per modificare la legislazione, con il rischio di sanzioni e di una possibile condanna da parte della Corte di Giustizia dell’UE”.

“Non accetteremo” – dichiara David Manzini, CEO di Nostrali – “che i discendenti di italiani siano trattati come cittadini di seconda categoria. La Nostrali continuerà a lottare affinché il riconoscimento della cittadinanza italiana sia un diritto effettivo e non un privilegio riservato a chi può permettersi di pagare tasse abusive”.