Due video con reportage che trattano l’aumento esponenziale delle richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, in particolare da parte dei discendenti di italiani in Brasile, sono stati trasmessi domenica (03/03) dalla Rai – Radiotelevisione Italiana. L’approccio della trasmissione ha suscitato polemiche per aver enfatizzato le questioni burocratiche e l’impatto amministrativo di questo fenomeno, spesso affrontato sotto un’ottica investigativa, oltre agli aspetti commerciali legati al processo, senza considerare le espressioni culturali e sociali dell’italianità in diverse regioni del mondo, in particolare negli Stati del centro-sud del Brasile, dove l’eredità italiana rimane viva nella quotidianità delle comunità.
I servizi hanno evidenziato il flusso intenso di richieste che starebbero sovraccaricando consolati e comuni italiani, citando come esempio il noto caso della Val di Zoldo, in provincia di Belluno, dove il sindaco Camillo De Pellegrin ha persino issato la bandiera brasiliana sulla facciata del municipio in segno di protesta. Secondo la Rai, molti richiedenti mirano alla cittadinanza solo per ottenere maggiore mobilità internazionale e accesso al mercato europeo, contribuendo così a favorire un vero e proprio mercato di servizi specializzati nel riconoscimento della cittadinanza, con agenzie che offrono consulenza e assistenza legale per facilitare il processo.
L’approccio adottato ha generato critiche per non aver considerato la ricchezza culturale e storica che giustifica il diritto al riconoscimento della cittadinanza. In Brasile, specialmente negli Stati del Rio Grande do Sul, Santa Catarina, Paraná, São Paulo, Minas Gerais ed Espírito Santo, le influenze italiane sono ancora evidenti nelle festività, nella gastronomia, nella lingua e nelle tradizioni che risalgono alle ondate migratorie del XIX secolo. Queste manifestazioni attestano la continuità dei legami culturali tra Brasile e Italia, che quest’anno celebra il 150º anniversario dell’inizio della grande immigrazione italiana in Brasile – un aspetto del tutto trascurato dalla RAI.
Leader comunitari e discendenti di italiani in Brasile sostengono che il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis non sia solo una questione burocratica o economica, ma anche un diritto basato su un’identità culturale radicata e preservata per generazioni. A loro avviso, un approccio più equilibrato della stampa italiana dovrebbe riconoscere la rilevanza storica ed emotiva di questo legame, ampliando il dibattito oltre le difficoltà amministrative affrontate dai comuni italiani.
Il primo dei video trasmessi da Rai 3 domenica è stato sottotitolato in portoghese per facilitare la comprensione del pubblico italo-brasiliano, che, per due volte nel corso della storia recente, è stato proibito di parlare, apprendere e insegnare la lingua italiana. Il secondo video sarà pubblicato non appena sarà completata l’aggiunta dei sottotitoli in portoghese.
Dati rilevanti – Il servizio della Rai, nel primo video, enfatizza alcuni dati significativi:
•Si stima che ci siano 80 milioni di discendenti di italiani nel mondo, di cui 32 milioni solo in Brasile.
•In piccoli comuni italiani, come Forno di Zoldo, con appena 3.000 abitanti, ci sono più di 700 richieste di cittadinanza in corso e circa 2.000 iscritti all’AIRE.
•Negli ultimi 4 anni, sono state presentate circa 600.000 richieste di cittadinanza.
•Il mercato della consulenza per il riconoscimento della cittadinanza genera un giro d’affari di circa 3 miliardi di euro, con costi individuali di servizio che variano tra €4.000 e €5.000 per pratica.
•Nei tribunali italiani, la situazione è altrettanto preoccupante: nel Tribunale di Venezia, l’80% dei contenziosi è legato alla cittadinanza iure sanguinis.
•Il partito Maie (Movimento Associativo Italiani all’Estero) si è posizionato come principale difensore dei diritti dei discendenti di italiani ed è il più votato in Sud America, con tre parlamentari eletti nell’ultima legislatura.
•Attualmente, la cittadinanza iure sanguinis può essere concessa anche a discendenti che non sono mai stati in Italia e non parlano italiano, sollevando discussioni su possibili modifiche legislative.
Il dibattito continua e il recente intervento della TV di Stato italiana solleva interrogativi sulle possibili modifiche alle leggi sulla cittadinanza e su come il governo italiano dovrebbe bilanciare la necessità di controllo burocratico con il rispetto per la “distribuzione” del passaporto italiano, in particolare ai sudamericani.