Irregolarità procedurale nel Decreto Tajani: il parere del CGIE è stato ignorato prima dell’entrata in vigore del testo Un “aggancio giuridico importante”

Una rivelazione fatta da Walter Petruzziello, membro del Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), durante la live “4 Chiacchiera Insieme” tenutasi ieri con i sindaci della regione meridionale di Santa Catarina, ha acceso un nuovo allarme giuridico nel travagliato iter del Decreto-Legge Tajani. Collegato direttamente da Roma, dove il CGIE si era riunito all’inizio della settimana, Petruzziello ha rivelato che il decreto è stato approvato ed è entrato in vigore senza che il CGIE fosse stato preventivamente consultato, come previsto dalla normativa italiana.

Petruzziello ha sottolineato che, sebbene non vincolante, il parere del Consiglio è obbligatorio per legge per qualsiasi atto normativo che coinvolga la comunità italiana all’estero. “Siamo stati colti di sorpresa. Il decreto è stato firmato senza che il CGIE fosse ascoltato. Il parere è stato richiesto solo dopo che il disegno di legge di conversione era già in discussione al Senato”, ha dichiarato.

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La dichiarazione ha preso forza nel dibattito quando il sindaco di Pedras Grandes, Agnaldo Felipe, ha indicato l’assenza del parere come un “aggancio giuridico” potenzialmente decisivo per contestare il decreto. Secondo lui, questo elemento rafforza le argomentazioni che potranno essere portate alla Corte Costituzionale Italiana, sia per mettere in discussione la costituzionalità del testo che la sua validità formale.

Il Decreto Tajani è stato ampiamente criticato per aver limitato drasticamente la trasmissione della cittadinanza italiana a solo due generazioni di discendenti, ignorando i legami storici, culturali e sociali di comunità che mantengono viva l’italianità da oltre un secolo. Inoltre, impone barriere amministrative rigide, centralizza le procedure a Roma e minaccia i diritti acquisiti da coloro che sono già nel processo di riconoscimento. La retroattività e l’esclusione sommaria di migliaia di italo-discendenti sono viste come un affronto al principio di continuità storica e giuridica della cittadinanza.

Il parere del CGIE è stato infine emesso, come riferito da Petruzziello, ma dopo l’entrata in vigore del decreto, quando gli effetti erano già in atto e il testo era già all’esame del Senato. Secondo alcuni giuristi consultati, ciò costituisce una grave irregolarità procedurale. “È un tentativo di correggere un errore già commesso. La richiesta del parere deve essere preventiva, non reattiva”, ha commentato uno degli avvocati presenti.

La live, organizzata dalla rivista Insieme, ha visto la partecipazione di numerosi sindaci della regione sud di Santa Catarina, fortemente mobilitati contro il Decreto Tajani, che restringe il diritto alla cittadinanza italiana per discendenza. La presenza di Walter Petruzziello e la sua rivelazione hanno dato nuovo slancio alla narrativa secondo cui irregolarità formali compromettono anche la legittimità del decreto, oltre alle note contestazioni giuridiche, culturali e sociali.

Alla fine dell’incontro, Petruzziello ha incoraggiato i sindaci ad inviare il manifesto firmato congiuntamente direttamente al Parlamento e al CGIE, affinché possa comporre ufficialmente il parere e influenzare il dibattito legislativo. “Il silenzio, qui, può essere interpretato come consenso”, ha avvertito, riferendosi all’urgenza di una manifestazione coordinata e documentata della comunità italiana all’estero.

L’assenza del parere del CGIE al momento opportuno si aggiunge ad altri punti criticati dagli esperti: assenza di urgenza giustificabile, esclusione di generazioni con legami culturali consolidati con l’Italia, e applicazione retroattiva. Tutto lascia presagire che il Decreto Tajani, oltre ad essere controverso, dovrà affrontare una dura battaglia giudiziaria nei prossimi mesi.

Alla live hanno partecipato, oltre al sindaco Agnaldo Filippe di Pedras Grandes, culla dell’immigrazione italiana nel sud di Santa Catarina, che a fine mese celebra il 148º anniversario dell’“inizio di tutto”, e all’avvocato Walter Petruzziello, la sindaca di Urussanga Stela Maria Agostin Talamini; il sindaco di Treviso Luciano Miotelli; il sindaco di Tubarão Estêner Soratto (presidente dell’Associazione dei Comuni della Regione di Laguna – Amurel, che include altri 18 comuni), oltre al giornalista Julio Cancelier e all’avvocato Artur Bianchini, attualmente residente in Italia.

Hanno firmato elettronicamente il documento indirizzato alle autorità italiane i sindaci: Agnaldo Filippe (Pedras Grandes), Cesar Antonio Cesa (Araranguá), Ademir Magagnin (Cocal do Sul), Eduardo Sartor Guollo (Morro da Fumaça), Ângela Ghislandi (Nova Veneza), Estêner Soratto da Silva Jr (Tubarão), Fernando Cruzetta (Orleans), Nenem Bardini (Treze de Maio), Franqui Salvaro (Siderópolis), Stela Talamini (Urussanga), Helio Alberton Jr. (Grão Pará), Vaguinho Espíndola (Criciúma), Luciano Miotelli (Treviso), e Valdir Fontanella (Lauro Müller).