CURITIBA-PR – Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere molto da vicino  Mario Trampetti.

Lo incontrai la prima volta a Curitiba, ovviamente, nella sede del Consolato Generale, lui come Console Generale ed io come Presidente del Comites e Consigliere  del CGIE,  Ne apprezzai subito la chiarezza e l’intelligenza di Mario; Siamo subito diventati amici rispettando ognuno il suo ruolo . Per quattro anni abbiamo avuto un rapporto di amicizia e collaborazione. Ci siamo rincontrati varie volte a Roma, dove lui era diventato   interlocutore tra la Direzione Generale degli italiani all’estero e il CGIE. Dimostrava una straordinaria esperienza unita ad una conoscenza rara delle problematiche delle nostre collettività all’estero.

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Non passo molto tempo per Il rientro in Brasile, con il ruolo di maggiore responsabilità dopo di quello dell’Ambasciatore e continuava cosi ad essere un valido interlocutore tra l’Ambasciata, Presidenti Comites e Consiglieri CGIE del Brasile. Questo nuovo ruolo  lo aveva entusiasmato non solo perché tornava nel Paese dove lui aveva  anche le sue scelte di vita personali, ma perché riusciva ad approfondire in modo  continuo il tentativo di soluzionare i problemi che toccano alla nostra collettività.

Anche amando il Brasile, Mario amava ancora di più la sua Napoli e ha voluto il destino che lui morisse nella sua casa, nella sua città e nella sua Patria.

Mario ci ha lasciato, prematuramente, aveva ancora una lunga carriera davanti a se  e adesso, anche se la vita deve continuare, a Brasilia come a Roma sarà difficile lavorare senza ricordare l’amico Mario Trampetti.

Ai suoi familiari ed ai suoi tanti colleghi ed amici, molti qui oggi,  che lo hanno stimato va il cordoglio mio e di  tutta la collettività italiana del Brasile.

Che Dio ti accolga nelle sue bracci  Mario, perché uno come te deve avere un posto vicino a lui.

Addio amico Mario.