Imagem de evento na 'Casa d'Italia' de Juiz de Fora. (Foto Divulgação/Insieme)

Poche ore dopo essere stato pubblicato su internet, c’erano già oltre 2.000 firme a favore di un documento iniziativa dell’Associazione italo-brasiliana ‘San Francesco di Paola” di Juiz de Fora, Minas Gerais, inviato al ministro italiano delle Relazioni Internazionali e Cooperazione Internazionale, Luigi di Maio, in cui si chiede di sospendere l’asta della “Casa d’Italia”, prevista per l’inizio di dicembre.

“Espropriare l’immobile e venderlo significa cancellare la storia di un popolo che con grandi sforzi costruì questa casa 80 anni fa e la mantiene viva fino ad oggi”, dice la petizione scritta in italiano ed in portoghese. Il testo non accetta l’iniziativa portata avanti dal consolato d’Italia a Belo Horizonte con a capo il console Dario Savarese, il quale non ha voluto dare spiegazioni, solo sostenendo di stare rispettando “ordini ministeriali”.

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“Chiediamo al Sig. Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, a Roma – Italia e al sottosegretario Generale con responsabilità sull’America Latina, Ricardo Merlo, che si manifestino a favore di questa causa, sospendendo l’asta, nel rispetto e considerazione della storia degli immigranti italiani che tanto hanno contribuito a preservare le loro radici e diffondere la cultura italiana in Brasile”, dice ancora il testo.

Per vedere o sottoscrivere il documento basta cliccare qui. La “Casa d’Italia” a Juiz de Fora, come è spiegato nel documento, “è di un edificio dichiarato patrimonio del comune di Juiz de Fora, a causa della sua importanza storica e culturale per la città e per tutta la collettività italo discendente”.