O deputado ítalo-brasileiro Luis Roberto Lorenzato. (Fotograma)

“Sto lottando con le unghie e con i denti” per gli interessi della comunità italiana in Brasile, ha detto in mattinata il deputato Luis Roberto Lorenzato (Lega), informando Insieme di aver presentato un’interrogazione parlamentare “per una risposta scritta” indirizzata al ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, sulla notifica extragiudiziale di sfratto e avviso di asta della ‘Casa d’Italia’ a Juiz de Fora, Minas Gerais, determinati dal console Dario Savarese.

La richiesta è stata protocollata ieri (06/10), alle 13.42min, orario italiano, come da documento che Lorenzato presenta, informando che è il primo firmatario della petizione che porta, anche, la firma di tutti i parlamentari della Lega. Sempre secondo Lorenzato, nel caso in cui il ministro Luigi Di Maio ci metta a dare una risposta, potrebbe essere convocato dalla Commissione degli Affari Esteri della Camera”, dove il parlamentare italo-brasiliano è membro effettivo, oltre ad essere presidente della sezione UIP – Unione Inter Parlamentare (Senato e Camera) d’Italia con la Repubblica Federale del Brasile.

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Nell’interrogazione, per la cui risposta non ci sarebbe un termine legale, i firmatari vogliono sapere “quali sono i motivi che hanno portato le autorità consolari italiane alla decisione di dismettere la “Casa d’Italia” di Juiz de Fora e, anche, “se sono state valutate le conseguenze negative di questa scelta sul mantenimento dei lacci culturali tra gli italo brasiliani di Minas Gerais e la loro vecchia madre patria”.

Il documento informa anche che il presidente dell’Associazione Italo Brasiliana ‘San Francesco di Paola’, Paulo José Monteiro de Barros, ha inviato una corrispondenza al Ministro degli Affari Esteri del Brasile, Ernesto Henrique Fraga Araújo, sollecitando il suo interessamento.

La “Casa d’Italia” è stata completamente restaurata nel 2013, sotto il comando dell’attuale presidente, Paulo José Monteiro de Barros, come presidente ad interim, che ha anche sostenuto tutti i costi dei lavori. Mentre l’asta è prevista per l’inizio di dicembre, la notifica extragiudiziale di sfratto, datata 24 ottobre, ma sarebbe stata consegnata martedì della settimana scorsa (29/09) dà il termine di 30 giorni per liberare l’immobile.

Nella richiesta, i parlamentari della Lega chiedono anche “quali siano le circostanze che impediscono al governo di immaginare una prospettiva diversa, in particolare rinunciando allo sfratto e all’asta della “Casa d’Italia” per, invece, valorizzarla e trasformarla in un polo di promozione del “made in Italy”. Ecco il testo, tradotto da noi, della richiesta: Domanda per una risposta scritta:

Interrogazione a risposta scritta

Al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Per sapere – premesso che

Il 29 settembre 2020 l’Associazione Italo-Brasiliana San Francesco di Paola ha ricevuto dalle autorità consolari italiane di Belo Horizonte una notifica extragiudiziale recante l’ingiunzione a sgomberare entro trenta giorni la “Casa d’Italia” di Juiz de Fora, nello Stato federato del Minas Gerais, costruita 81 anni fa dalla comunità italo-brasiliana locale;

stando a quanto è stato reso noto attraverso il sito internet del consolato italiano di Belo Horizonte, la “Casa d’Italia” di Juiz de Fora, nel Minas Gerais, attualmente gestita e manutenuta proprio dall’Associazione Italo-Brasiliana San Francesco di Paola, sarà messa all’asta;

per scongiurare chiusura e vendita della Casa d’Italia, il presidente dell’Associazione Italo-Brasiliana San Francesco di Paola, Paulo Monteiro de Barros, ha chiesto con lettera anche l’interessamento del Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Federale del Brasile, Ernesto Araujo;

i motivi della decisione non sono chiari, mentre è certo l’effetto controproducente che avrà sullo stato d’animo degli italiani residenti nel Minas Gerais e in tutto il Brasile questa manifestazione di disinteresse del Governo per il mantenimento dei legami culturali tra gli italo-brasiliani e la loro antica madrepatria;

costituisce una potenziale aggravante la circostanza che ai vertici del Minas Gerais si trovi attualmente proprio un italo-brasiliano;

sarebbe invece stato possibile immaginare un progetto di valorizzazione dell’immobile, allo scopo di farne un centro di irradiazione della cultura italiana e di promozione del “Made in Italy”,

la scelta appare ancor più sconcertante alla luce dell’entità dei contributi garantiti ad altre istituzioni, si pensi al Teatro Colosseo, situato in Argentina, percettore di stanziamenti cospicui:

quali ragioni abbiano indotto le autorità consolari italiani alla decisione di sfrattare la “Casa d’Italia” di Juiz de Fora ed in particolare se siano o meno state valutate le conseguenze negative di questa scelta sul mantenimento dei legami culturali tra gli italo-brasiliani del Minas Gerais e la loro antica madrepatria;

quali circostanze impediscano al Governo di immaginare una prospettiva differente, in particolare rinunciando allo sfratto e alla messa all’asta della Casa d’Italia per disporne invece la valorizzazione e trasformazione in un polo di promozione del “made in Italy”.

Firmato – On. Lorenzato d’Ivrea”.