Raffaele Festa, retirado da função de cônsul geral da Itália em Curitiba. (Foto Desiderio Peron / Arquivo Revista Insieme)

Non è promozione ma, sì, una pena. L’attuale console generale d’Italia a Curitiba, Raffaele Festa, sta venendo tolto dalle se funzioni e trasferito alla “Rappresentanza italiana al Consiglio Europeo a Strasburgo”; e il “pingo” d’acqua che ha interrotto la sua permanenza ordinaria nel posto attuale è stata la sua disobbedienza all’ordine di sospensione del “vademecum della cittadinanza”, avvenuto alla vigilia del carnevale passato.

“Resta ancora a Curitiba solo perché, a causa della pandemia del Coronavirus, ha difficoltà a viaggiare ma la decisione è già stata presa”, ha detto fonte della rivista Insieme nella mattinata di lunedì. Non si sa ancora chi sarà il suo sostituto ma è probabile che in un primo tempo l’incarico sia esercitato da Maria Salamandra che, già in altre occasioni, ha esercitato la funzione.

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La rappresentanza in cui sta venendo inviato – la più antica istituzione nel processo di formazione dell’Unione Europea – significa “a essere mandato in biblioteca”, ha spiegato la stessa fonte spiegando che, in pratica, “è stato allontanato da tutti i contatti diretti con la comunità italiana”, come accade con un console o un ambasciatore, tenuto conto delle sue “difficoltà nel contratto con le persone”.

La sua promozione per il grado di “consigliere”, secondo la stessa fonte, nasce dai tempi di servizio e non ha nulla a che vedere con meriti o riconoscimenti per qualche tipo di performance nell’azione consolare.

Nell’argomento pubblicato ieri si è detto che sarebbe andato a Bruxelles ma l’informazione corretta è quella di Strasburgo, in Francia, dove funziona la stessa rappresentanza di carattere permanente. Il tempo regolato di permanenza della Festa presso il posto di Console Generale d’Italia a Curitiba andrebbe fino alla metà del prossimo anno. La sua futura funzione non è considerata rilevante nella carriera diplomatica.

L’episodio del “vademecum”, come si ricorda, è avvenuto sulla scia del tentativo di introdurre norme unificate per le procedure di riconoscimento della cittadinanza italiana tra i consolati italiani che operano in Brasile.

Durante l’ultima riunione del “Sistema Italia”, tenutasi a Curitiba, questo nuovo percorso è stato annunciato e Festa, subito, ha sospeso la convocazione di in fila sostenendo che li avrebbe ricevuti nell’ambito delle nuove norme. C’è stata una reazione, visto che molti avevano già i documenti pronti.

In presenza delle critiche al “vademecum”, incluso l’Intercomites (organo che riunisce i Comites – ‘Comitati degli Italiani all’Estero’, le nuove richieste sono state sospese ma il Consolato Generale d’Italia a Curitiba ha resistito all’annuncio fatto dal sottosegretario degli italiani all’estero, senatore Ricardo Merlo, dopo aver anche parlato con l’ambasciatore d’Italia in Brasile.

“La responsabilità è tutta sua per i danni e la confusione”, ha detto Merlo il 21 febbraio. Solo dopo il passato il Carnevale ha smesso di applicare le richieste del “vademecum” che già non esiste.

Secondo ha sentito Insieme, questa situazione, sommata ad una serie di altri fatti, tra i quali quello del tentativo di manipolare il Comites sulla scia della censura e Piere alla stessa Rivista Insieme (che è arrivata a creare una risposta in Parlamento), avrebbe giustificato la preparazione di un duro documento interno in Maeci – Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, sulla base di quello che è stata presa la decisione di trasferire Festa a Strasburgo.

Durante tutto questo processo, vari fatti si sono succeduti in seno alla comunità italiana sotto la giurisdizione consolare di Curitiba. Uno di questi è stata la rinuncia del presidente del Comites, l’avvocato Walter Antônio Petruzziello, sostenendo l’impossibilità di interloquire con l’autorità consolare, dopo essere stato mancato un movimento di rinuncia collettiva dei consiglieri (dichiarò solo il consigliere Carlo Endrigo Peron).

Su iniziativa di uno di loro – il consigliere Elton Stolf – un sottoscritto che chiede l’espulsione della Festa è stato creato su internet, mentre lui elencava uno ad uno i motivi della richiesta in un documento che l’assemblea dell’entità non ha voluto prendere in considerazione, scommettendo sulla proposta conciliatoria della nuova presidenza, fin dalla fine di dicembre esercitata da Luis Molossi.

Con l’uscita della Festa appena potrà recarsi in Italia, la speranza manifestata da molte persone consultate da Insieme è che le relazioni del consolato con la comunità, con le associazioni, i circoli e i centri di cultura siano normalizzate e che anche i servizi consolari offrano “il viso simpatico che l’Italia merita”, inclusa la fine delle file, non solo della cittadinanza ma anche quella dei passaporti.