CURITIBA – PR – Em correspondência com data de hoje (24/10/2012), o cônsul geral da Itália em Curitiba, Salvatore Di Venezia, esclarece que não corresponde à verdade o anunciado apoio seu à proposta do conselheiro do CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, Walter Petruzziello, para o zeramento das chamadas “filas da cidadania italiana” diante dos consulados italianos que operam no Brasil.
“Observei – disse Di Venezia ao jornalista Desiderio Peron, editor da revista Insieme – que a hipótese (proposta de Petruzziello) foi já atentamente avaliada pela rede consular e pela Embaixada, mas encontra obstáculos de diversos tipos para sua efetivação prática, e deve ser analisada com atenção, tendo em conta, sobretudo, as implicações que comportaria sobre a carga de trabalho de cada um dos consulado, já sobrecarregados”.
Di Venezia explica também que “não corresponde à verdade” que ele tenha expressado “simpatia” com relação à proposta do deputado Fabio Porta, de instituição de uma taxa para o reconhecimento da cidadania italiana por direito de sangue. “Disse simplesmente – aduz o cônsul Di Venezia – tratar-se de uma proposta que está no estágio inicial que deve ser estudada e avaliada, também porque qualquer novo recurso para os Consulados, como regra, deve ser recolhido ao Ministério da Economia e Finanças do governo italiano, e não pode ser utilizada para as despesas correntes dos Consulados”.
A proposta do conselheiro Walter Petruzziello, segundo o próprio autor, teria sido discutida com o cônsul Di Venezia antes de sua apresentação, feita durante a assembléia do Comites PR/SC em Blumenau-SC, no sábado passado. Já no dia 18,
Petruzziello afirmava a Insieme que trocara idéias com alguns cônsules e obtivera deles boa receptividade”. Tanto a proposta de Petruzziello quanto as considerações realizadas pela autoridade consular foi presenciada e, inclusive, em alguns aspectos, debatida pelos conselheiros do Comites presentes na assembléia.
A carta do cônsul Di Venezia, em língua italiana, está transcrita abaixo, na íntegra:
Gentile Direttore, mi riferisco all’articolo apparso sulla versione “on line” della Rivista “insieme” del 20 ottobre scorso, dal titolo: “Consul Geral da Italia em Curitiba manifesta-se favoravel a proposta del Petruzziello para colocar fim a fila da cidadania italiana”.
Per amore della veritá, debbo smentire parte delle affermazioni che lei mi attribuisce, e che avrei pronunciato in occasione della riunione del Comites di Blumenau del 20 ottobre scorso.
1) Non corrisponde a verità il fatto che io avrei espresso il mio favore alla proposta del Consigliere Petruzziello. Ricordo che quest’ultimo, nel suo intervento, ha accennato alla possibilità di “azzerare” le richieste di ricostruzione di cittadinanza tuttora inevase presso il Consolato Generale a Curitiba utilizzando la stessa procedura adottata nel 2011 dai Consolati in Brasile per le richieste di legalizzazioni.
Nel mio intervento di risposta ho fatto presente che detta ipotesi è stata già attentamente valutata dalla rete consolare e dall’Ambasciata, ma incontra ostacoli di varia natura nella sua realizzazione pratica e va ulteriormente analizzata con attenzione, tenendo soprattutto conto delle implicazioni che comporterebbe sul carico di lavoro dei singoli uffici, giá sottodimensionati.
2) Non corrisponde a verità che io avrei espresso “simpatia” in merito all’ipotesi avanzata dall’on. Porta di pagamento di una cosiddetta “tassa di ricostruzione cittadinanza”. Ho semplicemente detto che si tratta di una proposta allo stadio iniziale ancora tutta da studiare e da valutare, anche perché qualsiasi nuova entrata per i Consolati di regola va versata al Ministero dell’Economia e Finanze italiano e non può essere utilizzata per le spese correnti dei Consolati. Nella discussione che ne è seguita, ho preso atto che i presenti hanno espresso l´opinione che l’eventuale introduzione di tale “tassa” con importo definito e trasparente non dovrebbe provocare proteste negli utenti, molti dei quali finora si rivolgono ad intermediari che richiedono onorari ben piú onerosi. Va peraltro sottolineato che a fronte del pagamento di detta “tassa” si ingenererebbe una aspettativa anche su tempi certi di evasione delle pratiche, la qualcosa dipende dalla capacitá per i Consolati di assorbimento della potenziale, enorme domanda.
Ho infine sottolineato che l’Ambasciata è impegnata nella ricerca di soluzioni a tale problematica, che probabilmente formerá oggetto di discussione nella prossima riunione convocata dall’Ambasciatore a Brasilia per il 9 novembre prossimo”.