u Tutti gli anni in questo periodo, tutti gli editori ed i direttori di pubblicazioni italiane all’estero sono sottoposti ad una rigorosa analisi svolta da differenti membri del Comites che, sebbene non vincolante, assume la importanza di una valutazione di rappresentanti della nostra comunitá democraticamente eletti per assolvere a questo compito.

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Sebbene sia corretto implementare i controlli, sarebbe auspicabile che questi siano espressi oggettivamente, tralasciando le passioni personali di alcuni membri e assumendo questo delicato compito con la serietá che meriterebbe.

 

Non si dovrebbero approvare nuove pubblicazioni per il semplice fatto che sono “sostenute” da alcuni membri di questo organismo o perché sono di alcuni familiari, mentre si contestano quelle che superano ormai i 20 anni di regolare presenza nella collettivitá. Si rischierebbe di entrare in un atto di discriminazione e censura della stampa.

 

Alcuni dirigenti della collettivitá, fortunatamente una piccola minoranza, che oggi sono parte di questi organismi, approfittano di queste situazioni per penalizzare determinate pubblicazioni per questioni personali o di convenienza che dovrebbero essere inammissibili.

 

Sarebbe fortemente positivo che i Comites lavorassero ad una modifica della legge, che permettesse di implementare i controlli locali, ma anche di modificare, di comune accordo con gli editori, alcuni punti che oggi favoriscono pubblicazioni di associazioni locali e alcune pubblicazioni “vicine” a membri degli stessi Comites, che appoggiano tali decisioni attraverso canali poco obiettivi.

 

In nome della trasparenza sarebbe importante che si pubblicassero le decisioni individuali di ogni consigliere e le giustificazioni di questi pareri.

 

Non é mai buono che, coloro che attuano correttamente paghino per i peccatori. Evidentemente non sono sufficienti una pubblicazione con una tiratura ragionevole, un’organizzazione professionale, un ruolo “credibile”, in sintesi una pubblicazione dove si evidenzia la presenza di un gruppo di lavoro e di una copertura territoriale seria.

 

Teniamo in conto che non tutte le persone sono in grado di giudicare l’operato di altre e non mi riferisco certo alle capacitá intellettuali, quanto alla loro obiettivitá.

I parlamentari eletti dovrebbero essere presenti a queste decisioni dato che, in situazioni simili, hanno giá dimostrato di essere titolari del carettere della obiettivitá.