CURITIBA – PR – Com uma “carta aberta” ao embaixador da Itália no Brasil, Gherardo La Francesca, o deputado Fabio Porta contrasta o clima de festa do Momento Itália-Brasil com alguns problemas que, de fato, interessam à comunidade ítalo-brasileira. A carta, que traz a data de 24 de abril de 2012, volta a abordar as “filas da cidadania” como um “caso particular não só no contexto mundial, mas também sul-americano”, critica a falta de apoio do governo italiano aos cursos de língua e cultura italiana, ataca a demora na realização de acordo que evite a dupla imposição fiscal aos aposentados italianos que vivem no Brasil e, além de outros problemas, enumera também os problemas relativos ao pagamento das aposentadorias a brasileiros que vivem na Itália.
“Entramos naquele que seria o último ano previsível de legislatura e sinto a exigência, ou melhor, o dever de fazer uma avaliação dos maiores problemas que interessam a nossos concidadãos”, diz Porta, referindo-se a La Francesca como “o mais alto e direto interlocutor institucional (da Itália) no Brasil”.
O deputado afirma estar à disposição do Embaixador para examinar cada uma das questões enumeradas, apesar dos problemas atuais pelos quais passa a Itália. “Os direitos e as esperanças de nossos concidadãos – enfatiza Porta na sua carta aberta – não podem ficar sempre subordinados às dificuldades da situação política e à lentidão dos procedimentos administrativos”.
Sobre o problema das “filas da cidadania”, o parlamentar lembra que o famoso mutirão (chamado de ‘task force’) para colocar em dia o atendimento dos pedidos de reconhecimento da cidadania italiana por direito de sangue, deu certo em outros Países, como a Argentina, fato que não aconteceu no Brasil. “Creio que – diz o deputado Porta -, apesar das dificuldades de ordem financeira, deva-se insistir como o Ministério para a adoção de instrumentos extraordinários e, ao mesmo tempo, por um reforço da Comissão Especial que examina junto ao Ministério do Interior os pedidos dos descendentes de habitantes do antigo império áustro-húngaro (maioria descendentes de imigrantes trantinos), para que sua atividade seja acelerada”. Como se sabe, nem a metade dos pedidos apresentados foram ainda analisados. Por outro lado, acumulam-se diante dos consulados italianos que operam no Brasil os pedidos de reconhecimento da cidadania italiana por direito de sangue levando a uma espera superior a dez anos, na média geral.
O deputado Fabio Porta externa ainda que, em sua condição de parlamentar, não pode calar diante de “muitos problemas que vêm se acumulando” e do fato que nossas comunidades (italianas) no Brasil venham a sofrer uma involução devido à “lentidão de alguns caminhos diplomáticos e administrativos”. É lícito, diz ele, tentar um redimensionamento da orferta cultural da Itália no Brasil, a despeito dos “indiscutíveis esforços e sucessos do MIB – Momento Itália-Brasil, em relação ao qual o Sr. tanto se dedica, e que mereceriam um contexto positivo para continuar a alimentar a nossa presença cultural nesse grande País”.
Abaixo, transcrevemos, na íntegra, a carta aberta do deputado Fabio Porta, divulgada apenas em língua italiana:


“LETTERA APERTA” DELL’ON. PORTA ALL’AMBASCIATORE LA FRANCESCA SUI PROBLEMI E DISAGI DELLA COLLETTIVITA’ ITALIANA IN BRASILE.
 
“Caro Ambasciatore,
siamo entrati in quello che prevedibilmente è l’ultimo anno di legislatura e sento l’esigenza, anzi il dovere, di fare con Lei, che è il più alto e diretto interlocutore istituzionale in Brasile, una messa a punto dei problemi che maggiormente interessano i nostri connazionali.
Lo faccio con quello spirito di collaborazione e di amicizia di cui tante volte abbiamo dato reciprocamente prova e con la consapevolezza delle impegnative responsabilità che ineriscono al Suo ruolo in un momento di così seria difficoltà per il nostro Paese.
 Non posso tacerLe, tuttavia, la preoccupazione che molti problemi si stiano accumulando e che la situazione delle nostre comunità in Brasile possa subire un’involuzione dovuta sia al più faticoso andamento della presenza dell’Italia nel mondo e alla drastica riduzione delle cosiddette politiche emigratorie che alla lentezza di alcuni percorsi diplomatici e amministrativi.
 Senza la pretesa di fare un’elencazione esaustiva delle tante cose da fare, ricordo, a titolo di esempio, che la caduta del sostegno ai corsi di lingua e cultura italiane e, in particolare l’eliminazione del finanziamento dei corsi per adulti, sta disperdendo un patrimonio di legami culturali che è particolarmente preoccupante nella circoscrizioni consolari brasiliane.   Se a questo si aggiungono le difficoltà, più volte richiamate, dei nostri istituti di cultura, è lecito paventare un ridimensionamento dell’offerta culturale del nostro paese in Brasile.   Tutto cio’ nonostante gli indiscussi sforzi e i successi del MIB-Momento Italia-Brasile, rispetto al quale Lei si è tanto prodigato, che meriterebbero una contesto positivo per continuare ad alimentare la nostra presenza culturale in questo grande Paese.
 Per quanto mi riguarda, ho più volte sollecitato con atti parlamentari, e proprio in questi giorni con un’ulteriore interrogazione al Governo, l’urgenza di un provvedimento integrativo volto a riportare l’intervento culturale almeno ai livelli dello scorso anno. Credo che anche da parte Sua una rappresentazione della drammaticità della situazione e una richiesta di una maggiore flessibilità dell’intervento per gli adulti potrebbe concorrere ad evitare le conseguenze più temibili.
Sui ritardi per l’assorbimento delle pratiche di cittadinanza il Brasile continua ad essere un caso particolare non solo a livello mondiale, ma anche sudamericano. Mentre per altre situazioni, come quella argentina, l’applicazione delle famose task force promosse negli anni passati ha avuto effetti praticamente risolutivi, da noi questo non è avvenuto. Credo che, nonostante le difficoltà di ordine finanziario, si debba insistere con il Ministero per l’adozione di strumenti straordinari e, nello stesso tempo, per un rafforzamento operativo della Commissione che esamina presso il Ministero dell’Interno le richieste dei discendenti degli abitanti dell’ex Impero austro-ungarico, in modo da accelerarne l’attività. A questo proposito, notevole giovamento potrebbero  arrecare un maggiore coordinamento e omogeneizzazione (magari basata sulle ‘best practise’) tra i vari Consolati, come anche la promozione di un accordo bilaterale, spesso evocato, sulla semplificazione del riconoscimento dei documenti di stato civile, così come si è già fatto in numerosi altri casi.
Diversi problemi, caro Ambasciatore, sono aperti da molti anni sul piano delle relazioni diplomatiche tra i nostri due Paesi e meriterebbero quindi un impegno più diretto e risolutivo. Mi riferisco, ad esempio, all’accordo volto ad evitare le doppie imposizioni fiscali, che viene applicato in maniera punitiva soprattutto per i pensionati che risiedono in Brasile; all’accordo per il reciproco riconoscimento delle patenti, che toglierebbe da un ricorrente disagio una molteplicità di persone residenti sia in Italia che in Brasile; alla ratifica dell’accordo, già oggetto di una lunga preparazione, sul trasferimento delle persone condannate nei rispettivi paesi; al certamente più complesso ma non meno necessario aggiornamento dell’accordo bilaterale di sicurezza sociale, ormai inadeguato ad una seria tutela dei nostri connazionali in Brasile e, infine, al più semplice (ma sempre ritardato) accordo amministrativo INSS-INPS per il pagamento in Italia delle pensioni brasiliane.
Mi rendo conto, caro Ambasciatore, che i tempi delle relazioni diplomatiche non sono brevi e che in questi tempi i rapporti con il Ministero non sono facili. Converrà con me, tuttavia, che i diritti e le attese dei nostri concittadini non possono essere sempre subordinati alle difficoltà della situazione politica e alla lentezza delle procedure amministrative. Diverse cose, per altro, si possono fare tenendo conto dei vincoli di ordine finanziario, che pure esistono e pesano.
Sono a Sua disposizione per esaminare puntualmente le specifiche questioni richiamate e per coordinare nel modo migliore il nostro lavoro, in modo che i nostri concittadini in Brasile abbiano la concreta percezione del nostro impegno. Intanto, la ringrazio per l’attenzione e La saluto con cordialità.”
 
ITALIA, Camera dei Deputati, Palazzo Marini II
Roma, 24 aprile 2012 – Ufficio Stampa On. Fabio Porta

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