Businessman shaking hands to seal a deal with his partner lawyers or attorneys discussing a contract agreement.

Cari lettori, è un piacere essere di nuovo qui! Nell’ultima edizione ho cercato di portare alcuni dati ed argomenti che smentiscono i vari miti che sostengono il reazionarismo che, nella Penisola, mostra attualmente gli artigli contro di noi ed il nostro diritto alla nazionalità; oggi, inizieremo una discussione su qualcosa di molto importante per i milioni di discendenti ancora senza riconoscimento della loro cittadinanza: l’etica dei servizi legali.

L’importanza del tema è innegabile: sono migliaia di italo-discendenti, in tutto il mondo, contrattando servizi legali per far valere il loro diritto; però, non si parla dell’etica che deve essere parte dei professionisti che abbiamo assunto.

PATROCINANDO SUA LEITURA

Il tema ha molte sfaccettature ed un po’ complesso, anche perché ha a che vedere con sistemi giuridici differenti – nel nostro caso, Brasile e Italia – ma, nel corso di alcuni articoli, cercheremo di affrontare i punti più importanti.

Oggi cominceremo con i nostri contratti.

Quando chiediamo la prestazione di servizi legali in Italia, diviene innanzitutto imprescindibile l’esistenza di un contratto scritto e bilingue, anche se una forma scritta non sia richiesta dalla legge. È importante addentrarci, anche, in un secondo punto di attenzione: un contratto di servizi legali può essere realizzato solo con avvocati o studi legali regolarmente iscritti in Italia – quindi è un pessimo segnale l’assunzione di servizi legali realizzati con imprese di terzi o consulenti persone fisiche; oltre a cercare una contrattazione bilingue e scritta, è necessario che in contrattato sia iscritto regolarmente in Italia, tanto presso l’Ordine degli Avvocati, come presso l’Agenzia delle Entrate.

Una volta rispettati questi primi due punti, i contraenti devono esigere, a loro favore, che alcune clausole contrattuali standard siano presenti nel contratto.

Quasi tutti i contrattati (se non tutti) non fanno un’analisi del rischio delle cause da presentare. Ovviamente, fino al 2019, quando non c’erano contestazioni di merito, né ricorsi alla Corte d’Appello, gli avvocati contrattati potevano, di fatto, essere più “tranquilli” nel presentare la classificazione del rischio delle cause e il test di contingenza passiva che avrebbero dovuto fare.

Il giudizio di rischio delle cause nelle quali opera un avvocato è una componente importante della pratica degli avvocati, direttamente vincolato alle buone pratiche nell’esercizio dell’avvocatura e che trova rifugio, nel nostro paese, nell’art. 8º del Codice di Etica e Disciplina dell’OAB (Ordine degli Avvocato Brasiliani, ndt). Così è compito degli avvocati, se contrattati, di informare i loro clienti sugli eventuali rischi della loro richiesta.

Vediamo chiaramente, nell’ambito della cittadinanza italiana, avvocati minimizzando (se non annullando) il rischio delle cause da loro proposte in Italia, anche in presenza di decisioni contrarie ai contrattanti, prese in grado di appello, in cui c’è stata la condanna delle parti a migliaia di Euro e la necessità di sborsare nuovi onorari professionali e costi processuali in modo totalmente sorprendente.

Per informare il rischio, l’avvocato deve: (i) classificare il rischio della causa come probabile, possibile o remoto; (ii) fare un test di contingenze passive per il suo cliente, stabilendo un parametro finanziario di contingenza, ovviamente in relazione ai problemi futuri che il cliente dovrà affrontare per la causa; (iii) infine, dovrà stimare il tempo in cui questa contingenza può essere dispensata o divenire una vera e propria perdita per il cliente.

Per capirci megliodi seguito come viene fatta la classificazione:

a) Una causa di rischio probabile è una causa nella quale la possibilità di uno o più eventi futuri si verifichino è superiore a quella che non accadano;

b) In una causa di rischio possibile la possibilità che uno o più eventi futuri accadano è piccola, meno che probabile, ma più che remota;

c) Infine, in una causa di rischio remoto la possibilità che uno o più eventi futuri si verifichino è minima.

Per quanto riguarda la contingenza passiva, l’avvocato ha il dovere di stimare quanto il cliente dovrà sborsare nella necessità di ricorrere e, anche, in presenza di perdita o addirittura desistenza dalla causa. È interessante notare che ricorso non è da confondersi con una risposta a ricorso. Succede che, se la pratica è impugnata dalla parte opposta, gli atti vanno immediatamente al grado superiore, senza che il ricorrente abbia fatto nulla; per questo, senza una clausola espressa in contrasto, è dovere dell’avvocato di rispondere al ricorso senza la riscossione di nuovi onorari.

Nei processi che si trovano nell’VIII Sezione Civile di Roma, praticamente tutti terminano il primo grado di giurisdizione con la vittoria dei loro autori, in modo che non sono questi a ricorrere al grado superiore (la Corte d’Appello), ma, prima, il Ministero dell’Interno (la parte avversa): così, richieste straordinarie di onorari per l’elaborazione di risposte alla Corte, in presenza dell’assenza di clausola contrattuale predittiva espressa, sono evidentemente illegittime.

La questione è un po’ differente in caso di sconfitta, da parte del cliente, presso la Corte d’Appello: in questo caso, il ricorrente sarà l’autore della causa e quindi sarà suo onere pagare il contributo unificato (circa 1500 Euro) aumentati dei nuovi onorari contrattuali per l’operato dell’avvocato presso la Cassazione. Però, se il cliente non è stato avvisato su questo rischio al contrattare il suo avvocato, in particolare dopo le decisioni del 2021 e 2022 (Sezione Persone, Minorenni e Famiglia; I Sezione Civile – Giudice Budetta), non sarà moralmente valida la riscossione di nuovi onorari per il lavoro presso la Cassazione.

Suggerisco che tutti gli italo-discendenti, contrattando servizi legali in Italia, di esigere che siano presenti nei loro contratti, almeno, le seguenti clausole, sotto descritte:

Clausola 1

In italiano: L’AVVOCATO si impegna a redigere eventuale risposta contro l’appello, presso alla Corte corrispondente, necessaria al completo svolgimento e al buon fine della pratica di riconoscimento della cittadinanza, senza addebitare nuove compensi professionali per la procedura avanti alla Corte d’Appello.

In portoghese: O(a) ADVOGADO(A) se compromete a redigir eventual resposta contra a apelação, junto à Corte correspondente, necessária ao completo desenvolvimento e ao êxito da prática de reconhecimento da cidadania, sem cobrar novos honorários profissionias pelo processo diante do Tribunal de Apelação.

Clausola 2

In italiano: L’AVVOCATO dichiara espressamente, sotto le sanzioni di legge, di possedere idonea, necessaria e sufficiente qualificazione per, in caso di ricorso in Cassazione, ricorrere per conto del/i cliente/i e agire regolarmente dinanzi a tale Corte, senza che sia necessario al/i cliente/i assumere altri professionisti e/o pagare nouve compensi professionali a terzi.

In portoghese: O(a) ADVOGADO(A) declara expressamente, sob as penas da lei, possuir credenciais idôneas, necessárias e suficientes para, em caso de recurso à Corte de Cassação, recorrer em nome do(s) cliente(s), podendo agir regularmente diante da Corte, sem que seja necessário ao(s) cliente(s) contratarem outros profissionais e/ou pagarem novos honorários profissioanis a terceiros.

Clausola 3 (solo per gli avvocati che NON hanno emesso un giudizio di rischio, per iscritto, sulla causa)

In italiano: L’AVVOCATO si impegna a redigere eventuale ricorso contro la sentenza emanata dalla Corte d’Appello, presso alla Corte di Cassazione, necessaria al completo svolgimento e al buon fine della pratica di riconoscimento della cittadinanza, senza addebitare nuovi compensi professionali per la procedura avanti alla Corte di Cassazione.

In portoghese: O(a) ADVOGADO(A) se compromete a redigir eventual recurso contra sentença emanada pelo Tribunal de Apelação, junto à Corte de Cassação, necessário ao completo desenvolvimento e ao êxito da prática de reconhecimento da cidadania, sem cobrar novos honorários profissionias pelo processo diante da Corte de Cassação.

Clausola 4: speciale ed opzionale (giudizio di rischio della causa in forma scritta)

In italiano: L’AVVOCATO dichiara espressamente, sulla base della propria esperienza e competenza in materia, che la presente causa presenta un rischio [CLASSIFICARE IL RISCHIO] di ricorso, da parte del Ministero dell’Interno alla Corte d’Appello; dichiara, altresì, che sussiste il rischio [CLASSIFICARE IL RISCHIO] che detto ricorso venga giudicato da tale Corte contrario all’interesse del/i cliente/i, dovendo il/i cliente/i presentare il ricorso presso la Corte di Cassazione, essendo il/i cliente/i stesso/i responsabile/i della pagamento di nuovi compensi professionali e del contributo unificato alla Corte di Cassazione. Infine, dichiara come [CLASSIFICARE IL RISCHIO] il rischio di perdita definitiva del ricorso presso la Corte di Cassazione. I rischi qui elencati possono comportare le seguenti spese (stimate): a) [VALORE IN EURO], entro due anni, corrispondenti alla somma del compensi professionali + più contributo unificato, in caso di ricorso alla Corte di Cassazione; b) [VALORE IN EURO], entro cinque anni, corrispondenti alla soccombenza, in caso di perdita della causa alla Corte di Cassazione.

In portoghese: O(a) ADVOGADO declara expressamente, com base em sua própria experiência e competência sobre a matéria, que a presente casusa apresenta um risco [CLASSIFICAR O RISCO] de recurso, por parte do Ministério do Interior à Corte de Apelação; declara, também, que existe o risco [CLASSIFICAR O RISCO] de que o referido recurso seja julgado pela Corte contrariamente aos interesses do(s) cliente(s), devendo o(s) cliente(s) interporem recurso junto à Corte de Cassação, sendo o(s) próprio(s) cliente(s) responsável(-eis) pelo pagamento de novos honorários profissionais e da taxa judiciária junto à Corte de Cassação.  Por fim, declara como [CLASSIFICAR O RISCO] o risco de perda definitiva do recurso junto à Corte de Cassação. I rischi qui elencati possono corrispondere alle seguenti spese (stimate): a) [VALORE IN EURO], in due anni, corrispondenti alla somma degli onorari + tassa giudiziaria, in caso di ricorso alla Corte di Cassazione; b) [VALORE IN EURO], entro cinque anni, corrispondenti a sconfitta, in caso di perdita della causa presso la Corte di Cassazione.

Spero che questo articolo vi sia utile e facciate valere i vostri diritti quando incaricherete dei legali in Italia; senza l’esistenza, almeno, di queste clausole, sarete soggetti ad inganni – e potreste avere amare sorprese a seguire.

Alla prossima edizione!