Dichiarazioni di Maurizio Sella e del presidente Lula rafforzano l’interesse degli imprenditori italiani per il Brasile

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u SAN PAOLO-SP – In questo incontro partecipiamo con dieci banche che rapresentano il 60% dell’intero settore –  afferma Maurizio Sella  presidente dall’Assocaizione Bancaria Italiana –  non vogliamo far mancare il nostro sostegno alle aziende. Inoltre il Brasile può contare su un settore moderno, efficiente, in linea con gli standard europei, a volte anche più avanzato, dove non mancano operatori stranieri  e dove le banche italiane vogliono giocare un ruolo sempre più importante.

Grande spazio   è stato dedicato, nel corso della missione, agli aspetti finanziari, dagli incentivi agli investimenti, fino al sostegno pubblico alle imprese. Perché investire in Brasile?  Perché l’inflazione è scesa al 5.7%, le esportazioni sono al record storico. La Borsa di San Paolo ha superato il record di 38mila punti, la disoccupazione è all’8.3%.

La Banca Popolare dell’Emilia ha messo a disposizione a chi vuole investire in Brasile con soci locali, garanzie di credito di 10 milioni di euro attraverso il Banco do Brasil.

 A Belo Horizonte  gli imprenditori  italiani   hanno partecipato ad un seminario  dedicato alle opportunità di investimento  nello stato di Minas Gerais ed è stato fornito un quadro completo sul piano di incentivi fiscali offerti dal governo brasiliano per realizzare delle partnership  fra il settore pubblico e quello privato . Aprire i mercati europei riducendo le tariffe ed aprire i varchi dell’industria europea in Brasile è la formula per aumentare l’interscambio.

Una delle questioni più complesse in Brasile è quella degli alti tassi di interesse applicati dagli istituti di credito “Sono stati stanziati due miliardi di euro – spiega Maurizio Sella –  per le imprese italiane che investono in Brasile, un miliardo e cento milioni, sono già stati usati. Di questi due miliardi, il 71% è senza garanzia Sace,  questo significa che l’imprenditore non deve pagare alcuna assicurazione. Il 68%  è a medio e lungo termine, in altre parole, sostiene gli investimenti e non l’import-export”. Condizioni che non muteranno se ad ottobre alla presidenza fosse confermato Lula, che “ha dato garanzie alla comunità finanziaria”.

Il ministro Scajola   – espone – che é ora di fare un salto di qualità. Servono nuovi strumenti ed il ministro ne segnala subito tre – da  giugno  – Bankitalia ridurrà dal 15% allo 0% gli accantonamenti richiesti alle banche  per finanziare chi viene ad investire qui  e per sovvenzionare societè miste, ci sono tre intese firmate dalla Simest finanziaria del ministero, e 10.6 milioni per operazioni di venture capital in America latina, raggiungendo i 157.6 milioni di euro assieme al capitale privato.

C’é spazio, nonostante i dazi d’import altissimi, per i prodotti richiesti dalle fascie top di consumatori, nei campi della moda, dal design ai prodotti agroalimenatri ed alle bevande, più  raffinati.

 

Il presidente Lula, nella sua esposizione alla FIESP  – ha promesso – meno burocrazia e più collaborazione con le imprese tricolori – crediamo   nelle opportunità che hanno oggi le aziende, di competere nei mercati mondiali, grazie ad uno spaciale visto, provveduto da un investimento di 50 mila dollari,  le imprese italiane potranno stabilirsi in Brasile come se fossero a casa loro, e gli investirori riceveranno il visto permanente – afferma – Ignácio da Silva.

L’incoraggiante dinamica dell’interscambio tra i nostri due paesi –  rileva Montezemolo –  può crescere ancora, ci sono tutte le condizioni per un nuovo salto di qualitá. Da Fiat a Pirelli, da Telecom a Finmeccanica, alla Tim, dall”Eni alle passerelle fashion. Pioniere  in questo apese è stata la Pirelli il cui insediamento risale al 1929 che oggi esporta in 130 paesi. Un filmato di Confindustria – ha  esibito le ambizioni del Made in Italy, in un crescendo di immagini sulle note della grande lirica italiana.