L’antica Colonia Wirmond (oggi São Carlos) festeggia i 130 anni dell’arrivo degli immigranti italiani ed i 15 anni del gemellaggio con Istrana (treviso)

 

Alberti, Arizzeto, Baggio, Baio, Borsato, Bortoleto, Brojan, Caus, Cavallin, Cera, Crema, Delponte, Diana, Favero, Ferrari, Fioravanti, Frarezzo, Gemin, Merighi, Pazinato, Piovesan, Polato, Pierin, Serena, Sticca, Ton, Vidal. Sono questi i cognomi delle 36 famiglie che, nel 1889, iniziarono la loro avventura intorno al centro storico di Lapa, comune che oggi fa parte della “regione metropolitana” di Curitiba, lontano soltanto 62 chilometri dalla capitale del Paraná. Per festeggiare la data, un interessante programma socioculturale è stato sviluppato dall’8 all’11 agosto, con anche una mostra fotografica, una Messa, una sessione solenne del Consiglio Comunale, un concerto di orchestra presso lo storico Teatro São João e, nell’ultimo giorno, una visita al Memorial dell’Immigrante, omaggio postumo agli immigranti nel cimitero della Colonia São Carlos Borromeo, dove tutto ebbe inizio, con lo scoprimento di una targa, una messa in italiano ed un pranzo

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Al fine di partecipare ai programmi organizzati dal Comune e da una commissione creata ad hoc, dalla piccola Istrana – un piccolo comune in provincia di Treviso con il quale Lapa ha un gemellaggio da 15 anni – sono arrivati Roberto Gemin, Emma Piozzolatto, Evaristo Gemin e Enzo Fiorin. Hanno partecipato a tutti gli eventi e portato nella cappella di São Carlos Borromeu un’offerta di 6.000 Euro raccolti dalla comunità Istrana, grazie a due cene, per aiutare la ricostruzione della chiesa che verso la metà dell’anno scorso è stata danneggiata da un incendio, attribuito a vandali. La consegna della donazione è avvenuta alla fine della Messa celebrata in italiano da Padre Elves Allano Perrony poco dopo lo scoprimento della targa celebrativa dei 15 anni del “gemellaggio” Lapa-Istrana e della corona di fiori bianchi depositata davanti alla croce del piccolo cimitero locale, dove sono sepolti i primi immigranti. La corona è stata deposta dal sindaco Paulo Furiati (sindaco anche all’epoca della firma dell’accordo di gemellaggio nel 2002), e da Enzo Fiorin, vice-sindaco di Istrana all’epoca e presidente del “Comitato del Gemellaggio Lapa-Istrana”.

Nell’occasione, tanto Furiati come Fiorin hanno parlato dei risvolti dell’accordo di gemellaggio tra le due città. Famiglie originarie di Istrana si sono rincontrate, vi è un intenso intercambio tra le persone, includendo le nuove generazioni e ciò, secondo Furiati, indipendentemente dagli organi pubblici. Fiorin dice che per il futuro vi è l’idea di coinvolgere le nuove generazioni affinché questo intercambio continui.

Uno dei risultati più evidenti è, senza dubbi, nell’organizzazione del “Memorial dell’Immigrazione”. Livaldo Gemin, già sindaco di Lapa ed uno degli ideatori della raccolta, spiega che grazie alle motivazioni successive al rincontro di famiglie intere, le persone contribuiscono spontaneamente alla raccolta e catalogazione del materiale storico che, piano piano, sta facendo divenire il memorial un importante punto di riferimento della storia di Lapa stessa. Quelle famiglie immigranti, di umili origini, giunte qui 130 anni fa sono state, anche grazie ai loro discendenti, protagoniste anonime del progresso economico, sociale ed in tutte le aree del tessuto intellettuale della città. Lo stesso memorial è stato un’iniziativa della comunità per preservare quello che è rimasto della memoria dell’immigrazione e degli immigranti.

Sempre a detta di Livaldo Gemin, il memorial può funzionare come una specie di punto fermo contro la perdita di tradizioni e valori culturali, cosa che sta succedendo molto. “Abbiamo perso molto di ciò – dice – le persone sono più chiuse in se stesse ma ora qualcosa sta cambiando, per fortuna”. L’idea, secondo lui, è investire di più nei giovani. “Sono contento – ha detto a sua volta il sindaco Furiati – perché la base di questo gemellaggio è fatta dalle relazioni interpersonali, dalle famiglie. Gli organi pubblici solo formalizzano documenti, ma la permanenza dell’accordo è garantita dalle famiglie e le persone”. Alcune di loro, secondo Furiati, sono già venute da Istriana una quindicina di volte e stessa cosa hanno fatto alcuni cittadini di Lapa che si sono recati in Italia.

Sempre secondo quanto spiega il sindaco, la comunità italiana di Lapa si divide in due grandi rami: quello delle 36 famiglie del Nord d’Italia che rimasero praticamente in un solo posto e gli immigranti che arrivarono un po’ prima, molti di loro originari del Sud dello Stivale, come i Calderari e i Furiati. (Insieme n. 245 – settembre 2019)

La copertina di Insieme agosto 2002 (Riproduzione).