Da Giuseppe Landi a Gino Coppedé, un percorso lungo quattro secoli
u BELÉM – PA – Giuseppe Landi e Gino Coppedé aprono e chiudono “il tempo” nel centro storico della cittá di Belém. Le loro opere piú significative sono distanziate da meno di centocinquanta anni (1770-1910), ma sono separate da tre secoli di cultura urbanistica.
Giuseppe Landi, bolognese disegna l’assetto settecentesco di Belém, dedicandosi soprattutto alle strutture pubbliche ed alle chiese. Era arrivato a Belém per lavorare nell’equipe della demarcazioni dei territori, scelto dalle Corti di Spagna e Portogallo, non se ne andó piú.
Gino Coppedé, fiorentino, progettó la Basilica di Nazaré (1909), senza mai essersi recato sul posto; l’opera é grandiosa ma “fuori dal contesto”.
Di Belém, Landi, piú che architetto, ne é scenografo, importando anzitutto (unico esempio significativo in America Latina) il neoclassicismo palladiano tardo barocco italiano, contrapponendolo al ricco barocco lusitano.
Ingentilisce i palazzi e le chiese di linee e tratti semplici; di figure geometriche, di spazi che, anziché la presenza invasiva del potere della divinitá, previlegiano l’uomo.
L’amore per gli effetti scenografici lo si ravvisa anche nel suo virtuosismo pittorico che lo induce, qualora non ravvisi spazi sufficienti alla composizione edilizia che intende realizzare, a sostituirla con pitture che virtualizzano l’oggetto, quali il disegno di finestre prive di anditi retrostanti; case dalle finestre che ridono.
E’ l’elemento pittorico, scengrafico, l’immagine, piú che il motivo architettonico a riflettere nella sua opera il rapporto con la natura, la verde foresta amazzonica. Legami espressi nella purezza delle linee, non nella supponenza delle forme.
Anche gli interni delle sue chiese sono quasi spogli, il che nell’ottocento indurrá alterazioni per sovrapposizioni decorative, (il rifacimento della magnifica Cattedrale della Sé a Belém, cui cooperano artisti italiani): Landi voleva cosí sollecitare nei fedeli piú la meditazione che la soggezione che l’oro del barocco sfarzoso intendeva previlegiare soggiogandoli.
L’opera di Landi nella settecentesca Belém si distacca cosí nettamente dall’architettura lusitana del periodo che vede affermarsi il barocco portoghese (talora il rococó) nella edilizia religiosa civile. Sono gli anni delle fortune economiche, dei cicli che parevano proiettare il resto del Brasile verso inarrestabili archi di crescita: il cacao, le spezie, il cotone, ma soprattutto l’oro e le miniere di Minas Gerais.
Negli anni settanta si concretizzano gran parte delle opere religiose che Landi ha progettato o che, comunque, ha concorso a realizzare: Igreja Nossa Senhora da Mercês (1748-1774); Igreja de Nossa Senhora de Homens Pretos (1748-1774); Igreja de Nossa Senhora do Carmo (1766-1777); Capela S. João Batista (1772-1777); Igreja Sant’Anna (1761-1782); Catedral de Sé (1774-1878). Alla Cappella Landi era particolaente legato in quanto non solo la progetta, ma la realizza con risorse proprie.
Landi, culturalmente, é un laico che vive la sua esperienza di progettista e di esecutore di architetture religiose, distaccato da rigide ed accademiche regole, nel rispetto assoluto della perona umana cui intende perpretare naturale devozione, sereno raccoglimento, autore cioé di forme piú che di stimoli.
Negli anni Settanta, anche le sue piú significative opere civili, il Palazzo del Governatore della Capitania del Grão Pará (1771), e militari, quali l’Hospital Real Militar (oggi Casa delle Onze Janelas) testimoniano la scelta di Landi a previlegiare le linee geometiche sulle forme, mentre la sua ricerca pittorica e scenografica emerge dallo studio dei vari disegni che procedono il progetto definitivo del Palazzo del Governatore, le cui succssive alterazioni non hanno potuto cancellare l’originario disegno palladiano.
Giuseppe Landi é molto celebrato ancora oggi nella Capitale del Pará, é prevista ad Aprile una mostra sugli artisti altre ce ne sono giá state. Esiste un Foro Landi che coinvolge architetti locali e d’oltre oceano che collaborano attivamente da tempo nella riscoperta e divulgazione delle opere dell’esimio architetto della “Vecchia Cittá”.
Oltre alla mostra, sempre a partire dall’Aprile del 2006, verrá creato nella cittá di Belém, un Circuito Landi, destinato agli studenti della seconda serie (alunni di 12-13 anni di etá). A questi verrá mostrato inizialmente un filmato che illustrerá le varie sfaccettature delle opere del Maestro ed in seguito, accompagnati dai loro professori e da una guida specializzata, di recheranno a vedere le opere sul posto. Il Circuito Landi avrá una durata di dodici mesi.