Árvore genealógica de Margareth Dalcolmo (Arte: Desiderio Peron / Insieme)

ECCELLENZA ITALO-CAPIXABA AL SERVIZIO DI UN PAESE AFFLITTO – Nel febbraio di questo anno lo scrittore e giornalista Zuenir Ventura ha fatto una domanda: “Avete notato che si parla più di Margareth Dalcolmo che di Neymar?” Essendo una domanda retorica, egli stesso è giunto alla conclusione: “Per fortuna!”. La dottoressa Dalcolmo è una delle tante voci della scienza che cercano di guidarci in questi tempi difficili della pandemia di un nuovo Coronavirus che dura già da oltre un anno. 

Nata a Colatina (Esprito Santo) il 21 giugno 1954, quando aveva solo due anni la sua famiglia si trasferì nell’allora capitale federale, Rio de Janeiro. Fu lì che crebbe volendo fare carriera diplomatica, ma al momento della decisione scelse medicina. Di ritorno nel suo natale Espírito Santo si laureò nel 1979 presso la Scuola di Medicina della Santa Casa di Misericordia di Vittoria.

PATROCINANDO SUA LEITURA

Da questa giusta decisione, il Brasile ha ottenuto una professionista umana e competente, che ha già diretto ospedali e preparato molti altri medici e professionisti della sanità. La sua presenza femminile, a quei tempi, era ancora un qualcosa di molto all’avanguardia. 

Si è laureata in pneumologia nel 1999 presso la Scuola Paulista di Medicina (dell’Università Federale di San Paolo), specialità che ha scelto influenzata dalla storia del personaggio Renzo Castorp del lavoro “La montagna magica” dello scrittore tedesco Thomas Mann. Castorp risiede per sette anni in un centro di tubercolosi a Davos (Svizzera). Uno degli elementi della narrativa è la fragilità umana di fronte ad una malattia debilitante.

Ricercatrice della Fondazione Osvaldo Cruz (Fiocruz), Dalcolmo è stata indicata come “donna dell’anno” nel 2020 dal giornale O Globo.

A pneumologista Margareth Maria Pretti Dalcolmo. (Foto cedida / copada)

Un frondoso albero genealogico fatto di molta polenta – Margareth Maria Pretti Dalcolmo è figlia di Miguel Arcangelo Dalcomo (1925-2013) e Ormi Pretti (1930-2019). Dal lato paterno, la sua ascendenza è interamente tirolese di lingua italiana. I suoi nonni paterni sono nati a Santa Teresa ed entrambi figli di immigranti che giunsero in Espirito Santo verso la fine del XIX secolo come sudditi dell’imperatore austriaco provenienti dal territorio che oggi è la provincia autonoma di Trento.

Dal lato materno, Margareth Dalcolmo è discendente di emiliani, lombardi e veneti, che completano il “mix” dell’Italia settentrionale con il suo lato paterno trentino. 

Uno dei suoi bisnonni Leodoro (“Lindoro”) Perazzini, nato a San Bonifacio (Verona), era professore e direttore della scuola “Principe di Piemonte” del distretto di Vinte e Cinco de Julho, nel comune di Santa Teresa. Era una delle 17 scuole delle colonie italiane della regione e Colatina e Santa Teresa. Perazzini, giunto in Espirito Santo nel 1895 a 26 anni, insegnava la lingua italiana a 45 bambini (33 bambini e 12 bambine). Secondo il Bollettino dell’emigrazione del 1915, Perazzini riceveva dallo Stato italiano un sussidio di 300 lire.

(Traduzione Aiuta con la supervisione di Cláudio Piacentini – Originalmente pubblicato sul n. 262 della Rivista Insieme)