Numerosissima presenza di imprenditori italiani all’Hotel Ouro Minas dove si sono realizzati gli incontri con le controparti brasiliane, presenti il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo,  il vice-ministro Adolfo Urso e numerose autorità. Il Governatore Aécio Neves  presente all’apertura

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Intervista del presidente dell’Istituto per il Commercio Estero-ICE  Umberto Vattani a Venceslao Soligo

 

u BELO HORIZONTE-MG – L’attuazzione dell”ICE  è già consolidata in Brasile, cosa c’è di nuovo con la vostra venuta e quella del presidente della Confindustria Montezemolo?

Vede, è la  prima volta che organizziamo una missione di questa importanza e non è un caso, perché il Sistema Italia si muove tutto insieme nel suo complesso, innanzitutto   tra il Ministero delle Attività Produttive e il Ministero degli Affari Esteri.

Nel 2004, quando ero alla Segreteria generale del MAE,  a Villa Madama fu  firmata una convenzione tra il MAE e l’ICE, che prevede una forte interazione tra la rete diplomatico-consolare e quella dell’ICE il quale ha 111 uffici in 83 paesi nel mondo, le ambasciate sono 140 e gli uffici consolari 125, e quale era l’obiettivo di questa convenzione?  Fare in modo che all’estero, l’attività politica, economica, culturale venisse promossa con pari entusiasmo, con pari impegno, con pari senso di responsabilità, e questo proprio attraverso gli uffici che noi abbiamo. L’ambasciatore è ovviamente il numero uno, è quello che è accreditato presso le autorità del paese, rappresenta l’unità dell’azione del governo,  poi c’è l’ufficio commerciale dell’ambasciata e l’obiettivo è quello di far si che questi uffici  lavorino nella maniera più coordinata possibile. Seguendo le indicazioni che venivano dal governo attraverso il MAE e il MAP, il 25 gennaio di questo anno a Milano, durante la Convenzione ICE abbiamo firmato  un’intesa con tutti gli enti pubblici  che sono preposti all’internazionalizzazione. Lavoriamo oggi molto bene con la SACE, con il SIMEST, l’IPI, con Volitalia, con Sviluppo Italia, con l’ENIT, sono sigle che forse non tutti conoscono  e invece di mettere gli imprenditori di fronte ad un labirinto, di non sapere esattamente a chi rivolgersi con questo accordo che abbiamo stabilito stiamo proprio a dimostrare che tutti gli enti pubblici, la parte pubblica all’unisono,  lavora molto bene con il mercato. 

Una caratteristica  di questa  missione di questi giorni in Brasile –  da una lato abbiamo la il pubblico con le nostre istituzioni –  poi il privato con Confindustria che rappresenta le associazioni di categoria e l’Associazione Bancaria Italiana-ABI che comprende tutti gli istituti di credito e finanziari. Questa missione è importante perché mette insieme la competitività, la capacità, la conoscenza dei problemi che tutti insieme  sono in grado di presentare e di tentare di risolvere, la parte pubblica ha la responsabilità  di favorire sempre più la presenza  di imprese italiane all’estero  e gli investimenti dall’estero in Italia, perché oggi non si tratta solo di   esportare, si tratta anche di creare alleanze e partnership,  dall’altra abbiamo proprio i destinatari di questi nostri strumenti di lavoro, che sono la Confindustria e l’ABI, formula felice, Montezemolo ha avuto qualche anno fa l’intuizione di organizzare spesso assieme a noi e l’ABI queste missioni in cui oggi siamo presenti in Brasile.

 

n Sappiamo che l’attività dell’ICE è molto intensa, sono in contatto con voi dal tempo di Andrea Ambra ed ora con Riccardo Landi, Agostino Torrano e lo staff e so che sono molto impegnati, attivi. D’altra parte già che è venuta l’ABI con il suo presidente Maurizio Sella, devo dire che ci sono da parte  del mercato, degli industriali legati sia alla Camera italiana di Commercio, sia all’ICE come agli altri sportelli Italia in generale e da chi è entrato o vuole entrare a far parte di attività economiche legate all’Italia,  proteste, lamentele e reclami per il fatto che le banche italiane stabiliate in Brasile  hanno chiuso bottega e sono andate  altrove!

Noi abiamo un dialogo continuo con l’ABI, posso dirle che il sistema creditizio italiano, gli istituti di credito, hanno sentito il  bisogno anni fa di ristrutturare se stessi, di ripensare il loro modo di come impegnarsi  sui mercati internazionali e questa attività di ristrutturazione ha portato  anche ad una diversa ricollocazione delle  loro sedi per il mondo, non è stata direi una uscita dal mercato, è stata una necessità  di ristrutturare le proprie attività alla luce delle grandi trasformazioni che si sono verificate, prima di tutto questo allargamento dell’Europa dove noi ci siamo trovati all’improvviso  a dover stabilire dei rapporti di scambio e di interscambi  con paesi con i quali fino al 1999, quando c’èra la Cortina di ferro, erano molto rarefatti, quindi c’è stato un grande bisogno di tener dietro alle grandi trasformazioni che si sono verificate nell’Europa dell’est e nei Balcani, per non parlare della zona del Mediterraneo, questo lavoro di ristrutturazione ormai compiuto probabilmente porterà a degli sviluppi importanti anche in questo continente e in particolare in Brasile.

Posso dirle una cosa sull’attività dell’ICE che in qualche modo ha potuto avvalersi  di una straordinaria presenza italiana  in questo paese, si calcolano circa 25 milioni di connazionali di origine italiana, ebbene è una presenza formidabile che ha dato un forte contributo alla costruzione di un grande paese come il Brasile, un apporto incommensuralibe, lo noto parlando con i brasiliani, cioè nei confronti di un italiano hanno un atteggiamento che sarebbe difficile cercar di trovare  quando si  presenta un partner europeo o di altra nazionalità. Ora tutto questo ha giovato enormemente all’ICE perché ha trovato delle strutture associative, la Camera di Commercio, la stampa, i mezzi di informazione, circuiti di comunicazione assolutamente significativi, ed è per questo che l’immagine dell’Italia in questo paese è molto più vicino alla nostra  realtà di quanto non possa apparire in altri paesi. Mi spiego, in  Brasile   l’Italia viene vista come un paese tecnologicamente avanzato, come un paese che nel  concerto delle nazioni occupa il  quinto, sesto posto, siamo nel gruppo dei paesi maggiormente industrializzati , del G7 ora G8, fin dalle prime riunioni che si tennero in Francia nel 1975, io stesso sono stato per 5 anni rappresentante dei Presidenti del Consiglio alle riunioni del G7 e posso dire qual’è la valutazione che i più grandi paesi del mondo, sotto il profilo economico, danno all’Italia, ma non è sempre così, l’immagine non è sempre la stessa.

Qui in Brasile l’immagine reale dell’Italia corrisponde perfettamente alla straordiaria struttura nel campo della ricerca scientifica, dei beni strumentali  e nei prodotti di consumo, non c’è un settore in cui  il prodotto italiano, in qualche modo non si affermi, per qualità, per contenuto tecnologico, e  bene proprio questa immagine così forte ha consentito all”ICE di svogere in questo paese un’attività che non esito a qualificare como molto significativa.

La partecipazione alle Fiere che si svolgono in questo paese, particolarmente a San Paolo, vedono l’Italia sempre come il paese numero uno, per numero degli espositori, per varietà di prodotti presentati, voglio citare solo REVESTIR dalle macchine alla ceramica,

la Glass South America, la meccanica con l’UCIMU la grande associazione italiana delle macchine utensili. La partecipazione fieristica dimostra la nostra volontà di essere presenti ad un livello molto alto, poi ci sono i corsi di formazione che realizziamo sia in Italia che in Brasile, cito tre campi, la gastronomia a Bari, il restauro a Ferrara, i Consorzi export nel campo del  tessile che abbiamo fatto a San Paolo con la FIESP. L’ufficio ICE con Riccardo Landi organizza circa 12 missioni di operatori italiani per le più grandi fiere che sono quelle a livello mondiale.

Noi e i tedeschi, a seconda dei settori, ci battiamo per realizzare le più grandi fiere in assoluto, ed  infine una serie di eventi riguardano la presentazione del Made in Italy come beni di consumo ma anche  come beni capitali e strumentali, ecco credo che tutto questo non sarebe possibile se non ci fosse questa grande collettività italiana  che ha fatto sì che questa imagine così positiva, in un paese con il quale noi condividiamo valori, aspettative un modo anche conviviale in fatto di accoglienza e di tolleranza, condiviamo assiema al Brasile il culto dell’amicizia, della cordialità, ci vogliamo gustare la pace piuttosto che pensare ad alimentare conflitti, c’è un po’  la gioia di stare insieme e questo credo che è il sentimento più forte ed un po’  il cemento di questa grande amicizia italo-brasiliana – conclude Vattani”.