Nella prima visita ufficiale a Santa Catarina, l’ambasciatore Michele Valensise ha legittimato il primo consiglio direttivo della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria, ha inaugurato il Seminario di Cooperazione Tecnologica e Scientifica tra l’Italia ed il Brasile e, tra le altre cose, ha firmato un accordo che garantisce l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole ufficiali dello Stato.In questa intervista esclusiva ad INSIEME, l’ambasciatore Valensise parla di

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Nuovi tempi nelle relazioni tra Brasile e Italia

u Nelle collaborazioni economiche, nelle relazioni commerciali, nelle scuole di italiano, nella cosiddetta “fila della cittadinanza”, nella ricerca di visti di studi…dappertutto c’è un nuovo interesse in tutto quello che è italianità in Brasile. Il fenomeno si verifica in tutto il Paese ma, naturalmente, è più accentuato negli Stati dove la presenza di italiani ed italo-brasiliani è più intensa, come Santa Catarina, Rio Grande do Sul, Paraná, São Paulo, Espírito Santo, Minas Gerais e Rio de Janeiro. Se questo nuovo e rinnovato interesse al “Made in Italy” non passa inosservato dagli analisti, trova l’attenzione anche del principale rappresentante del governo italiano in territorio brasiliano – l’ambasciatore Michele Valensise. A Florianópolis-SC, dove, verso la metà di aprile, ha compiuto un’altra tappa della sua perenigrazione iniziale nel Paese, ha parlato ad INSIEME di questo “nuovo periodo”. Italia e Brasile stanno lavorando bene, ha detto, ma “la mia proposta è di approfittare di questo momento e fare ancora meglio”. Leggete l’intervista nella quale lo stesso ambasciatore dà le sue notizie della visita Florianópolis:

n Come è stata la visita?

Sono stato a San Paolo, Rio Grande do Sul, nello Stato di Bahia, Minas Gerais… oggi sono stato a Santa Catarina. Sono stato accolto con gran simpatia, grande interesse per l’Italia, gran passione per l’Italia da parte di tutti i rappresentanti dello Stato, non solo da parte dei discendenti di cittadini brasiliani discendenti di italiani.

Quindi, sono molto soddisfatto perché credo che abbiamo messo a punto almeno due settori nei quali potremo, spero, lavorare concretamente con successo.

Il primo è quello della collaborazione economica. A questo proposito mi ha fatto molto piacere essere invitato ieri sera a Florianopolis all’insediamento della Camera di Commercio Italo Brasiliana con sede a Florianopolis. Questa è un’iniziativa importante ed ho assicurato il pieno appoggio dell’Ambasciata d’Italia, del Consolato Generale, dell’Istituto del Commercio Estero di San Paolo e delle altre Camere di Commercio qui in Brasile.

È un fatto importante perché tale iniziativa può aiutare nella nostra strategia di promozione, non solo degli scambi, ma, come ho detto più volte, delle collaborazioni tra imprese.

Collaborazione tra imprese significa investimenti nuovi dell’Italia in Brasile e significa quindi crescita dell’occupazione e del reddito del Brasile… speriamo insieme, d’accordo con le imprese italiane.

Ho ricordato in questo contesto anche i risultato che noi abbiamo raggiunto concretamente di recentea. E per fare un esempio ho citato il caso di una grande impresa italiana che ha scelto di aprire uno stabilimento e poi di ampliare questo stabilimento proprio qui nello Stato di Santa Catarina. Si tratta della Marcegaglia, a Garuva, nel confine con il Paraná.

Questo è un esempio virtuoso di come le imprese italiane possono lavorare qui e con quanto successo possono svilupparsi qua.

Il secondo tema sul quale abbiamo lavorato in concreto in questi giorni è il frutto di un’iniziativa congiunta italo-brasiliana, tra Ambasciata d’Italia e Università Federale dello Stato di Santa Catarina.

Abbiamo inaugurato ieri sera insieme all’università di Florianopolis il nostro seminario sulla cooperazione scientifica e tecnologica. Questo seminario risponde ad una esigenza precisa. Noi abbiamo varie intese nel settore con i brasiliani – abbiamo un’accordo- quadro che è entrato in vigore nel 1999, abbiamo oltre cento accordi specifici tra università, aree di ricerca, tra i vari soggetti che si occupano di cooperazione scientifica. Adesso noi vogliamo riempire questi accordi quanto più possibile di contenuto concreto. Per farlo abbiamo bisogno di mettere in rete i contatti che già esistono, di intensificarli e soprattutto di finalizzarli con progetti operativi.

Anche lì ho voluto dare ieri sera due esempi concreti di quello che si potrebbe fare: una prima iniziativa, grazie alla collaborazione del Centro Nazionale delle Ricerche sulle Tecnologie Ceramiche di Faenza in Emilia Romagna e delle imprese di quella regione, riguarda un laboratorio congiunto sull’uso delle tecniche e tecnologia nel settore delle ceramiche. Un settore molto promettente che ha anche un potenziale economico di certo rilievo per l’esportazione e per la vendita dei prodotti che si dovessero realizzare qui.

Una seconda iniziativa concreta,che speriamo di definire quanto prima e che potrebbe essere favorita del nostro seminario, è quella di un laboratorio, anche questo congiunto tra le autorità brasiliane e il gruppo che fa capo all’Università di Parma , cioè di una città ove ha sede l’Autorità europea per la sicurezza alimentare . Si tratta di un laboratorio congiunto per certificare la sicurezza dei prodotti alimentari.

È una questione che è importante, sempre più importante in Europa. Lo è anche per il Brasile, un grande produttore di prodotti alimentari che certo avete, come noi, l’esigenza di certificare i prodotti nei migliori dei modi o nel modo più garantito possibile.

Ma l’importante è anche questo di mettere in comunicazione una comunità di ricerca, una comunità variegata della ricerca, della scienza e tecnologia italiana con degli omologhi, dei partner brasiliani.

Abbiamo incontrato a Florianoolis professori universitari, ricercatori, operatori tecnologici, e a questi siamo stati lieti di offrire una platea d’incontri con i loro analoghi brasiliani. Questo è tanto più importante in Brasile perché la cooperazione fra i paesi si sviluppa – è giusto che sia – con un criterio pari tecnico, e ciò è una effettiva cooperazione, una effettiva “parceria”, nella quale i due lati, le due parti contribuiscono rispettivamente.

C’è un contributo importante che viene dall’Italia, ma c’è un contributo altrettanto importante che viene del Brasile. Parlo dei contributi in termini di know-how e parlo anche dei contributi in termini finanziari che sono naturalmente necessari per poi far decollare questi progetti.

n Allora il nuovo tempo che Lei riferisce vuol dire più economia, più business, più cultura e meno cittadinanza?

No. No. Sono cose completamente indipendenti. Noi stiamo lavorando molto nel settore economico, stiamo lavorando molto anche nel settore culturale. Ha fatto bene a ricordarlo. Oggi, a Florianópolis, abbiamo firmato con il governo di SC un’accordo per promuovere l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole dello Stato – e consideriamo questo accordo molto importante, consideriamo incoraggiante anche l’apertura con cui gli amici brasiliani hanno salutato questo accordo. E la disponibilità che hanno subito manifestato per farlo funzionare sin dal primo momento con un grande impegno.

Questo non ha nulla che vedere con la cittadinanza. C’è una legge, la stiamo applicando anche se con grandi difficoltà dovute al gran numero di domande che abbiamo ricevuto e che continuiamo a ricevere e al numero di risorse umane ancora inferiore alla situazione ottimale.

Questa è una questione che stiamo analizzando, vogliamo rispondere al meglio a questa domanda di italianità espressa anche dalla domanda di cittadinanza italiana e siamo fiduciosi che con qualche aiuto supplementare possiamo far fronte al problema.

n Allo stesso tempo della crescita di questa domanda di italianità, come Lei ha ugualmente riferito sono stati tagliati alla metà le risorse dei consolati. E adesso, come si fa?

Guardi, sulla questione della cittadinanza in generale e dell’assistenza alla nostra comunità bisogna chiarire: è vero che noi abbiamo assorbito tutti i capitoli delle risorse dall’Italia all’estero che sono il bilancio… che sono frutto della situazione generale che nulla ha a vedere con il Brasile o con la cittadinanza. È una situazione generale diffusa anche in altri paesi e tutti i paesi devono fare i conti con dei bilanci che non possono essere così elevati come ciascuno di noi desidererebbe. Quindi, le risorse sono limitate per definizione. Ma con questa realtà noi dobbiamo confrontarci per mandare avanti nel migliore dei modi alle nostre comunità le risposte che giustamente si aspettano da noi, dell’amministrazione dello Stato.

Sul piano più specifico della cittadinanza devo ricordare un provvedimento importante che ,su iniziativa del Governo, il Parlamento italiano ha adottato recentemente per fornire la rete consolare di alcune risorse di lavoro supplementare e cioè per dare agli uffici la possibilità di avere alcuni contrattisti supplementari proprio allo scopo di riordinare le Anagrafi. Il famoso problema delle anagrafi che tutti conosciamo merita ancora uno sforzo per allineare le Anagrafi consolari con l’AIRE centrale fatta in Italia a partire dai dati registrati dai Comuni.

L’Anagrafe è essenziale perché è la base del voto. Quindi, giustamente il Governo e il Parlamento hanno fatto uno sforzo finanziario per garantire a ciascuno di effettuare la contrattazione di alcuni addetti supplementari . Speriamo che questo aiuto sia operativo al più presto, poichè queste risorse dovranno essere ripartite a tutti gli uffici del mondo e speriamo che siano efficaci.

Posso, però, assicurare che l’impegno professionale dell’Ambasciata, dei nostri consoli, di tutti i nostri addetti consolari, anche se in situazione di limitatezza di risorse, è massimo, così come l’impegno personale.

Lei ha suggerito alla riunione del Comites PR/SC anche la contrattazione di tecnici per fare un raffronto degli indirizzi…

Abbiamo discusso con gli amici del Comites di possibili soluzioni, suggerimenti per favorire questo annoso problema che è la discrepanza tra le Anagrafi dei Consolati e l’Anagrafe centrale. Per una serie di motivi che voi conoscete bene, le Anagrafi consolari hanno un numero di iscritti maggiore che quello dell’Anagrafe centrale. Quindi, verosimilmente si tratta di Anagrafi – quelle consolari – più aggiornate rispetto quella centrale. Però, in ragione di legge e di uniformità, quella che è seguita deve essere quella centrale.

Quindi, noi dobbiamo aggiornare l’Anagrafe centrale alla luce di dati probabilmente più veritieri corrispondenti alla realtà che è l’Anagrafe consolare.

Con gli amici del Comites abbiamo ipotizzato, tra le tante, anche il servizio di qualche tecnico informatico, soprattutto in un paese così avanzato in informatica come il Brasile, così moderno informaticamente, abbiamo valutato un’ipotesi di impiego di tecnologie informatiche per confrontare le Anagrafi brasiliane.

Poi ogni Paese del mondo ha la sua situazione particolare e quindi le soluzioni che saranno adottate dovranno tenere conto della generalità degli interessi.

Nel dialogo sempre proficuo con degli amici del Comites abbiamo però la volontà di approfondire queste possibilità, forse, di trovare una soluzione, in un Paese caratterizzato informaticamente come il Brasile. Vedremo se procederanno. Ma l’esigenza è quella comunque di aggiornare in tutto il mondo, non solo in Brasile, l’Anagrafe centrale.

n Vorrei che Lei chiarisse di più cos’è questa “Nuova Fase” alla quale Lei ha spesso fatto riferimento.

Bisogna sempre essere prudenti con le parole. L’Italia, in Brasile, sta lavorando molto bene. Il Brasile, con l’Italia, sta lavorando molto bene. Quello che noi vediamo, registriamo ogni giorno nel settore dell’economia, della cultura, nel settore della comunità italiana è un nuovo dinamismo delle relazioni. Un nuovo dinamismo perché, ad esempio, le imprese dimostrano maggiore interesse che in passato.

In Brasile ci sono dei contatti nuovi tra imprese che desiderano affacciarsi, o tentare di affacciarsi. in questo Paese. Il nostro compito è quello di favorire, dare loro una mano. Poi naturalmente saranno le imprese stesse a valutare l’opportunità, di definire gli accordi, gli investimenti.

Noi dobbiamo solo favorire questa “spinta” nuova. E ci accorgiamo di questa domanda crescente. C`è più gente che chiede collaborazione con delle imprese italiane. C’è più gente che chiede di imparare l’italiano. Oggi stesso a Florianopolis ho dovuto lasciare insoddisfatti, cioè non coperta la domanda di alcuni studenti di italiano perché non c’erano professori a sufficienza per insegnare l’italiano. Ecco un esempio di domanda crescente d’Italia.

Poi noi dobbiamo rispondere a questo: stiamo assistendo con gran soddisfazione ad un nuovo dinamismo, c’è molta simpatia con questo, anche da parte brasiliana.

La mia proposta è di approfittare del momento e di lavorare insieme, come già stiamo facendo, e possibilmente faremo ancora meglio.

n Come Lei guarda le prossime elezioni?

L’anno prossimo ci saranno le elezioni politiche. La rete diplomatico consolare italiana, il Governo italiano, il Parlamento italiano è estremamente impegnato a garantire l’esercizio concreto del diritto di voto agli aventi diritto. È la prima volta che si voterà per le elezioni di carattere nazionale. È la prima volta che si eleggeranno i rappresentanti che saranno selezionati nella Circoscrizione Estero, quindi ci troviamo di fronte ad un fatto importantissimo.

Noi ci auguriamo che tutta la rete del mondo, in particolare in Brasile, arrivi, possa arrivare ed abbia anche i mezzi per arrivare all’appuntamento della primavera del 2006 con tutte le carte in regola per consentire che tutti i cittadini italiani che ne hanno titolo esercitino il diritto di voto.


Na primeira visita oficial a Santa Catarina, o embaixador Michele Valensise empossou a primeira diretoria da Câmara Italo-Brasileira de Comércio e Indústria, abriu o Seminário de Cooperação Tecnológica e Científica entre a Itália e o Brasil e, entre outros atos, assinou acordo que garante o ensino da língua italiana nas escolas oficiais do Estado. Nesta entrevista exclusiva a INSIEME, o embaixador Valensise fala de

Novos tempos nas relações entre o Brasil e a Itália

u Nas parcerias econômicas, no relacionamento comercial, nas escolas de italiano, na chamada “fila da cidadania”, na procura de vistos escolares… em tudo há um novo apelo à italianidade no Brasil. O fenômeno é verificado em todo o País, mas, naturalmente, é mais acentuado nos Estados onde a presença de italianos e ítalo-brasileiros é mais intensa, como Santa Catarina, Rio Grande do Sul, Paraná, São Paulo, Espírito Santo, Minas Gerais e Rio de Janeiro. Se esse novo e renovado apelo ao “Made in Italy” não passa desapercebido dos analistas, não poderia passar ao largo do principal representante do governo italiano em território brasileiro – o embaixador Michele Valensise. Em Florianópolis-SC, onde, em meados de abril, cumpriu outra etapa de sua peregrinação inicial pelo País, ele falou a Insieme desse “novo tempo”. Itália e Brasil estão trabalhando bem, disse ele, mas “minha proposta é de aproveitar este momento e trabalhar ainda melhor”. Confira a entrevista, na qual o próprio embaixador dá as notícias de sua visita a Florianópolis:

Como foi a visita?

Estive em São Paulo, Rio Grande do Sul, no Estado da Bahia, em Minas Gerais… hoje estou em Santa Catarina. Fui recebido com grande simpatia, grande interesse pela Itália, grande paixão pela Itália por parte de todos os representantes do Estado, não apenas por parte dos cidadãos brasileiros descendentes de italianos. Portanto, estou muito satisfeito. Porque creio que colocamos em evidência pelo menos dois setores sobre os quais, espero, poderemos trabalhar concretamente com sucesso.

O primeiro é aquele da colaboração econômica. E fiquei muito contente de ter sido convidado para a posse da Câmara Ítalo-Brasileira de Comércio e Indústria com sede em Florianópolis. Esta é uma iniciativa importante e cumprimentei os responsáveis. Assegurei o apoio da Embaixada da Itália, do Consulado Geral, do nosso escritório do Instituto para o Comércio Exterior- ICE, das outras Câmaras de Comércio aqui no Brasil.

É um fato importante que ajudará em nossa estrategia de promoção, não apenas dos negócios mas, como disse mais vezes, também da colaboração entre empresas. Colaboração entre empresas significa investimentos novos da Itália no Brasil e significa, portanto, crescimento do emprego e da renda no Brasil…. esperamos junto, de acordo com as empresas italianas.

Lembrei, dentro desse contexto, também o resultado que aqui alcançamos concretamente há alguns meses. E para dar um exemplo citei o caso de uma grande empresa italiana que decidiu abrir um estabelecimento e depois ampliá-lo aqui no Estado de Santa Catarina. Trata-se da Marcegaglia, em Garuva, na divisa com o Paraná.

Este é um exemplo positivo de como as empresas italianas podem trabalhar aqui e com que sucesso podem se desenvolver.

O segundo tema sobre o qual trabalhamos concretamente nesses dias é fruto de uma iniciativa conjunta, ítalo-brasileira, entre a Embaixada da Itália e a Universidade Federal de Santa Catarina.

Inauguramos, nas dependências da Universidade, em Florianópolis, o nosso seminário para a cooperação científica e tecnológica. Este seminário responde a uma exigência precisa. Temos acordos com os brasileiros – temos um acordo geral que entrou em vigor em 1999, e temos mais de cem acordos específicos entre universidades, áreas de pesquisa, entre diversos órgãos que tratam da cooperação científica. Agora nós queremos encher esses acordos o quanto mais de conteúdo concreto. Para fazê-lo, temos necessidade de uma rede mais densa de contados que existem, são bons, mas precisamos intensificá-los e finalizá-los. Também neste campo eu quis dar dois exemplos concretos daquilo que se poderia fazer: uma primeira iniciativa, graças à colaboração das autoridades de Faenza e das empresas de Faenza, é um laboratório conjunto sobre a utilização das técnicas e da tecnologia no setor das cerâmicas. Um setor muito promissor e que tem também potencial econômico de certa importância. Quer dizer, para a exportação, para a venda de produtos que seriam produzidos aqui.

Uma segunda iniciativa concreta que esperamos definir quanto antes, que poderia se beneficiar de nosso seminário, é aquela de um laboratório, também este conjunto entre as autoridades brasileiras e o grupo encabeçado por Parma – a autoridade de segurança alimentar – um laboratório conjunto – um centro conjunto para a certificação de produtos alimentares.

É uma questão que é sempre mais importante na Europa. É, igualmente, para o Brasil, um grande produtor no setor alimentar que com certeza tem, como nós, a exigência de certificar os produtos da melhor e mais garantida forma.

Mas o importante é colocar em contato uma comunidade de pesquisa, uma comunidade plúrima de pesquisa, de ciência e tecnologia com seus correspondentes e parceiros brasileiros.

Encontramos em Florianópolis professores universitários, pesquisadores, técnicos e a eles oferecemos, com prazer, uma platéia de análogos brasileiros. Isto é muito importante para que a cooperação entre os países se desenvolva – é justo que seja assim – com um critério técnico igual, isto é, com uma cooperação efetiva, uma verdadeira parceria, na qual os dois lados, as duas partes contribuam igualmente.

Existe uma contribuição importante que vem da Itália, mas existe também uma contribuição igualmente importante que vem do Brasil. Falo da contribuição em termos de know-how e falo também da contribuição financeira que, naturalmente, é necessária para dar partida a esses projetos.

n Então o tempo novo pelo Senhor referido quer dizer mais economia, mais negócios, mais cultura e menos cidadania?

Não. São coisas completamente independentes. Nós estamos trabalhando muito no setor econômico, estamos trabalhando muito também no setor cultural. Fazes bem lembrar. Em Florianópolis assinamos com o Governo de SC um acordo para promover o ensino da língua italiana nas escolas do Estado. E consideramos esse acordo muito importante, animador foi também a abertura com a qual os amigos brasileiros saudaram este acordo. E a disponibilidade que imediatamente manifestaram para fazê-lo funcionar desde o início com grande empenho.

Isto nada tem a ver com cidadania. Existe uma lei, nós a estamos aplicando inclusive com grandes dificuldades devido ao grande número de pedidos recebidos e que continuamos a receber e aos recursos humanos de que dispomos ainda abaixo do necessário.

Esta é uma questão que estamos analizando, queremos responder da melhor forma possível a essa manifestação de italianidade, de procura de cidadania italiana, e confiamos que com alguma ajuda suplementar possamos vir a fazer frente ao problema.

n Ao mesmo tempo em que essa procura pela italianidade cresce, como o Senhor também tem referido, os recursos dos consulados foram cortados pela metade. Como fica?

Olha, sobre a questão da cidadania, em geral, e sobre a assistência à nossa comunidade, precisa esclarecer: é verdade que consumimos todos os recursos italianos do orçamento para o exterior… que são frutos da situação geral que nada tem a ver com o Brasil ou com a cidadania. É uma situação geral e presente também em outros países e todos os países devem ajustar suas contas a um orçamento que não pode ser do tamanho que cada um desejaria. Portanto, os recursos são limitados por definição. Mas, com esta realidade, nós, da administgração do Estado, precisamos procurar agir para atender da melhor forma possível nossas comunidades.

Sobre a questão específica da cidadania, preciso lembrar que, por iniciativa do Governo, o Parlamento adotou recente medida no sentido de fornecer à Rede (consular) alguma força sumplementar de trabalho, dando aos consulados a possibilidade de contratar temporariamente pessoas com a finalidade de reordenar o Registro Civil. O famoso problema dos Registros que todos conhecemos merece ainda um esforço, para o alinhamento dos Registros consulares com aqueles centrais.

O Registro Civil é essencial porque é a base do voto. Portanto, o Governo e o Parlamento fizeram um esforço financeiro para garantir a contratação de alguns especialistas que deverão ajudar. São forças suplmentares mais para ajuda. Esperamos que isto entre em funcionamento o mais rápido possível, depois tais recursos deverão ser divididos entre os escritórios (consulares) de todo o mundo e esperamos que sejam eficazes.

Posso, porém, assegurar que o empenho da Embaixada, dos nossos cônsules, de todos os nossos funcionários, mesmo apesar dos recursos limitados, é máximo como empenho pessoal.

Na reunião do Comites PR/SC o Senhor sugeriu inclusive a contratação de universitários para fazer o ajuste de endereços…

Discutimos com os amigos do Comites sobre possíveis soluções, sugestões para resolver este antigo problema que é a discrepância edntre os Registros dos consulados e o Registro central. Por uma série de razões que vocês conhecem bem, os Registros consulares têm um número de inscritos maior que aquele do Registro central. Em tese, os Registros consulares são mais atualizados que os centrais. Porém, por por imposição de lei e de uniformidade, prevalecem os dados do Registro central.

Assim, nós precisamos atualizar o Registro central à luz de dados provavelmente mais atualizados contidos nos Registros consulares.

Com os amigos do Comites imaginamos, entre outras coisas, também o serviço de algum técnico em informática, principalmente num país assim avançado no setor como o Brasil, moderno no campo da informática; avaliamos a hipótese do emprego de tecnologias no campo da informática para fazer o confronto dos Registros (consulares) brasileiros.

Depois, cada País no mundo tem sua situação particular e as soluções adotadas deverão ter em conta a generalidade dos interesses.

No diálogo sempre profícuo com os amigos do Comites encontramos a disposição de, talvez, aprofundar essas possibilidades, talvez de encontrar, num País avançado no campo da informática como o Brasil, uma solução. Veremos se isso acontece. Mas a exigência é aquela de atualizar em todo o mundo, não apenas no Brasil, o Registro central.

Gostaria que o Senhor esclarecesse melhor o que é esta “Nova Fase” que tanto referiu.

É sempre necessário ter prudência com as palavras. A Itália está trabalhando bem no Brasil. O Brasil está trabalhando muito bem com a Itália. Aquilo que nós vemos, registramos a cada dia no setor econômico, cultural, no setor da comunidade italiana é um novo dinamismo. Porque as empresas demonstram maior interesse que no passado.

No Brasil existem contatos novos entre empresas que desejam se desenvolver, ou tentam o desenvolvimento. Nossa obrigação neste País é ajudar, dar uma mão. E depois, naturalmente, as próprias empresas avaliarão a oportunidade, definirão os acordos, os investimentos.

Nós devemos apenas ajudar esse estímulo novo. E temos consciência dessa demanda crescente. Existem mais pessoas que pedem colaboração com empresas irtalianas. Mais gente que procura aprender a língua italiana. Hoje mesmo, em Florianópolis, tive que deixar insatisfeito, isto é, não atendido, um pedido de alguns estudantes de italiano porque não existiam professores em número suficiente para ensinar a língua. Eis um exemplo de demanda crescente de Itália.

E nós precisamos dar resposta a isto: estamos assistindo com grande satisfação a um novo dinamismo, simpatizamos muito com isso, o mesmo (se pode dizer) da parte brasileira.

A minha proposta é de aproveitar o momento e trabalhar juntos, como já estamos frazendo, e possivelmente haveremos de fazer ainda melhor.

n Como o Senhor vê as próximas eleições?

Ano que vem serão realizadas as eleições políticas. A rede diplomático-consular italiana, o Governo italiano, o Parlamento italiano estão empenhadíssimos na garantia do exercício concreto do direito de voto aos que têm esse direito. Pela primeira vez se votará em eleição de caráter nacional. É a primeira vez que serão eleitos os representantes a serem escolhidos na Circunscrição do Exterior, portanto estamos diante de uma questão importantíssima.

Fazemos votos que toda a rede (consular) do mundo, em particular a brasileira, chegue, consiga chegar e tenha também os meios para chegar no compromisso da primavera de 2006 com tudo em ordem para fazer com que todos os cidadãos italianos habilitados possam exercitar o direito de voto.