u São Paulo-SP – Il mese scorso, diciotto ambasciatori di Piacenza  si sono incontrati con la comunità   e con i membri del Circolo Emilia Romagna di San Paolo, i “Viaggi dell’amicizia”, coordinati da Giuliano Ferrari hanno riallacciato un rapporto che si era  interrotto da tempo.
L’ultimo contatto con i piacentini di San Paolo risale infatti  al 1984 e fu promosso dall’associazione “Primogenita” (nome dato alla città di Piacenza dal re Umberto I°  per aver per prima riconosciuto l’unità  d’Italia). Con la  collaborazione di Lidia Tarozzi Dominici del Circolo  Emilia-Romagna e di Bruna Saccardo Spinelli della Federazione Veneta, si è ripristinata l’amicizia, spiega Ferrari. Provincia, Comune e il quotidiano La Libertà, oltre a patrocinare l’iniziativa, hanno inviato doni come  libri, gagliardetti ed altri ricordi  consegnati nell’incontro al Circolo Italiano. 

PATROCINANDO SUA LEITURA

Mi sento molto emozionato – ha detto  Ferrari – ai  numerosi concittadini presenti al Circolo, perché sono figlio di un emigrato, mio padre ai suoi tempi era andato in Argentina. Io sono qui sostituendo il direttore del quotidiano Libertà,   Gaetano Rizzuto che ci ha accompagnati a New York, Londra, Buenos Ayres e che da anni segue i piacentini nel mondo in maniera veramente onorevole e non essendo piacentino ha un merito doppio, per motivi familiari non ha potuto essere presente.

“Centoventi anni compiuti da poco, Libertà arrivò per la prima volta in edicola il 27 gennaio del 1883 su iniziativa di Ernesto Prati. Un paio di settimane fa il numero speciale in contemporanea con un doppio annuncio: la nascita della Fondazione Libertà e l’intitolazione del museo della stampa a Marcello Prati. Ma, annuncia il direttore Rizzuto, altre iniziative sono in programma per i 120 anni del quotidiano”. Ferrari ha consegnato una copia del primo numero al giornalista Venceslao Soligo  e una all’editrice Marianita Dellarole Del Moro del Fanfulla.

Un particolare saluto dal Sindaco di Piacenza Roberto Reggi è stato letto:  “Spero possite sentire, stretto, l’abbraccio della comunità piacentina, che non solo non vi ha dimenticato, ma vi è vicina con tutto il cuore, è il simbolo di un’amicizia che nel tempo non si è affievolita, ma trova nuovi spunti per ravvivarsi e costruire un ponte tra Piacenza e il Brasile”

 

Domenica 26 la delegazione si è trasferita a Jundiaì, città a 50 km. da San Paolo, ospite di Giuliano Dodi, imprenditore partito 60 anni fa da Piacenza. “Mentre la Valtrebbia guardava all’Argentina e la Valdarda a Londra, all’epoca delle grandi emigrazioni verso l’estero furono soprattutto i piacentini di città a scegliere il Brasile. Molti di loro hanno fatto fortuna e tengono alto il nome dell’Italia e di Piacenza. Era doveroso ricucire un rapporto con i nostri “cugini”. “Incontreremo molta gente e tante autorità, credo che anche stavolta torneremo con tante belle storia da raccontare, conclude il promotore dei “Viaggi dell’amicizia”. Si calcola che i Piacentini in Brasile siano 49, in Argentina 77, USA 165, Canada 40.


 

Su Piacenza

 

Piacenza fu Placentia, l’antica colonia romana fondata nel 218 a.C. Durante il medioevo appartenne al ducato di Milano, poi ai Visconti e agli Sforza ma conobbe il suo massimo splendore con la famiglia più in vista del ‘500, i Farnese che costituirono qui il Ducato di Parma e Piacenza. Fu in questo periodo che la città si aricchì di monumenti importanti e di quel tono aristocratico che i Farnese seppero dare ai loro possedimenti. Piacenza offre al visitatore un campionario di monumenti costruiti in varie epoche dal medioevo e più precisamente dal gotico al rinascimentale.
Ma non mancano nobili edifici dall’architettura settecentesca. Una città da scoprire, da vivere non solo nei suoi più importanti monumenti, ma anche negli spazi cittadini dove si respira l’amore per questa città, amata anche dai grandi artisti che hanno lasciato nei secoli preziose testimonianze; Maestri come Wiligelmo e Nicolò, il Botticelli, il Vignola, Antonello da Messina.
Inoltre i Musei piacentini, che conservano pezzi di grande importanza archeologica, come il Fegato Etrusco del III – II sec. a.C., la città offre numerose attrazioni artistiche Come la stona di Palazzo Farnese, fu residenza della dinastia ducale fino all’estinzione dei Farnese nel 1731. Attualmente Palazzo Farnese, restaurato, ospita l’Archivio di Stato ed il Museo Civico con la Pinacoteca, I’Armena ed una singolare quanto interessante collezione di carrozze e il Palazzo del Comune, detto “il Gotico”, eretto intorno al 1281 si presenta con un portico ad archi acuti. All’interno, un grande salone, lungo 43,80 metri e largo quasi 17, un tempo destinato ad accogliere le assemblee del popolo, è ora sede di importanti esposizioni.

 

Piacenza attuale

 

Mostra: Le conseguenze del futurismo – tra estetica e mitologia

Per festeggiare i 100 anni dalla nascita del Movimento Futurista, il Comune di Piacenza, la Galleria Ricci Oddi e l’Istituto storico della Resistenza hanno curato la rassegna intitolata “Le conseguenze del Futurismo tra estetica e mitologia”, che prevede un convegno in programma per il 9 maggio e una mostra che sarà allestita in ottobre.

Il convegno di maggio si propone come un evento che vuole andare oltre a un’analisi puramente storica del Futurismo, partendo piuttosto dalla considerazione di tutto ciò che di futurista è passato a Piacenza: un’intera giornata per trattare di “Mitologie futuriste” attraverso una ricca gamma di interventi di storici, studiosi, semiologi, italianisti e critici dell’arte. Ad aprire il programa della giornata, sarà Fabrizio Achilli, che tratterà “La scena culturale e politica piacentina tra Interventismo e origini del Fascismo”; a seguire saranno gli interventi dello storico Angelo D’Orsi dell’università di Torino su “Il Futurismo tra Nazionalismo e Fascismo” e quello di Renato Barilli, storico dell’arte dell’università di Bologna, su “Le due eredità del Futurismo”.
Il convegno proseguirà nel pomeriggio  con l’italianista dell’Ucla di Los Angeles Luigi Ballerini che si occuperà di “Marinetti genio illusionista” e con Gino Agnese presidente della Quadriennale di Roma che tratterà il tema “Il tempo di Boccioni, di Marinetti, di Mussolini”; a concludere saranno gli interventi della storica dell’università di Torino Francesca Chiarotto su “Gramsci e il Futurismo” e del semiologo dell’Università Iuav di Venezia Paolo Fabbri su “Libertà di parole: visibilità della lingua e sintassi”.
La rassegna continuerà il 17 ottobre con la mostra a Palazzo Farnese Piacenza e i Futurismi 1909, 1929, 1979 che tratterà le esperienze futuriste a partire dalle opere presenti nelle collezioni piacentine.