Dichiarandosi contrario a quella che definisce “criminalizzazione della ricerca dell’ottenimento della cittadinanza italiana”, l’ex-deputato Fabio Porta chiede che cosa si stia facendo per eliminare il problema all’origine. “Dobbiamo farla finita con questi criminali”, dice l’attuale segretario generale del PD – Partito Democratico Italiano in Brasile”, “ma il problema va risolto all’origine. E la sua origine è la maledetta fila della cittadinanza”, contro la quale non si sta facendo nulla, seppur in presenza di risorse. Porta ha rilasciato le sue dichiarazioni in esclusiva ad Insieme che lo ha cercato verso la fine della scorsa settimana quando era a Roma per parlare del crescente volume di informazioni relative alla lotta alle cosiddette “mafie della cittadinanza” o “máfia dos coiotes” (Mafia dos Coiotes, coloro che aiutano illegalmente gli immigranti a passare il confine, ndt) che già vedono decine di persone in prigione in Italia e sulle cui indagini, secondo quanto ci ha dichiarato, è interessata anche la Polizia Federale Brasiliana.

Nella video-intervista, l’ex parlamentare ha duramente criticato l’attuale governo ed anche l’azione del sotto-segretario per gli italiani nel mondo, Ricardo Merlo. Secondo lui, le difficoltà per il riconoscimento della cittadinanza aumenteranno progressivamente con questo governo “fino a cambiare la legge dello “ius sanguinis” – proprio il contrario di quanto Ricardo Merlo sta dicendo”.

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Fino ad oggi, secondo Porta, le misure prese dal governo giallo-verde (la forma per riferirsi al governo formato dall’accordo tra la Lega di Salvini ed il Movimento 5 Stelle, di Di Maio) presentano solo interessi punitivi o restrittivi. Come esempio cita le variazioni introdotte nel processo di naturalizzazione per matrimonio, con la necessità di dimostrare la conoscenza della lingua italiana all’atto della presentazione della domanda, anziché richiedere ciò alla fine.

Nella video-intervista Porta spiega anche la posizione del suo partito, favorevole all’introduzione di nuove norme sullo “ius soli”, tornato nell’agenda dei dibattiti politici italiani nell’ultima settimana. “Dove è il problema?, domanda per poi rispondere: “Alcuni vedono nel confronto tra “ius sanguinis” e “ius soli” una sfida simile a Palmeiras e Corinthians: o si è a favore dell’uno o dell’altro. Credo – ed il PD ha questa posizione – che possiamo convivere con le due norme. Non solo per una questione giuridica; l’Italia è il paese più vecchio dell’Europa e vedere una cosa contro l’altra è qualcosa che non accetto”, afferma Porta.

Subito all’inizio di questa video- intervista Porta si è detto preoccupato che “questi casi che chiaramente sono crimini” vengano “usati da questo governo per criminalizzare tutta la ricerca di cittadinanza degli italo-discendenti”. Ciò conferma, secondo il dirigente del partito di opposizione, che “questo governo ha la stessa posizione di preconcetto dimostrata contro gli immigranti stranieri anche in relazione agli italo-discendenti”.

Quanto successo in questi giorni ha a che vedere con, secondo quanto riafferma Porta, situazioni senza dubbi criminali che devono essere accertate e punite ma “è anche vero che ci sono persone che non hanno nulla a che vedere con i fatti criminali e che stanno cercando la loro cittadinanza”, che è un loro diritto.

Mi piacerebbe – continua Porta – che l’atteggiamento del governo, quello dei parlamentari che lo sostengono, come il nostro [Luis Roberto] Lorenzato, o anche Ricardo Merlo, che è nel governo rappresentando gli italo-discendenti, fosse di lavorare affinché queste cose non si ripetano, insomma, lavorare per aiutare i consolati a diminuire la fila della cittadinanza”

Oggi, come fa notare Porta, il governo sta usando queste risorse – “anzi, il Maie e Merlo non dicono più che questa tassa è incostituzionale, anzi, ringraziano il mio partito per averla messa a disposizione dei consolati” – ma “non stanno controllando, non tanno applicando queste risorse per la diminuzione della fila, non stanno risolvendo il problema del “prenota on line”, il sistema di prenotazione per il passaporto o altri tipi di servizi consolari”.

Al contrario, “cosa incredibile” – prosegue Porta – stanno partecipando a questa criminalizzazione che, come tutti sanno, ha visto nel Decreto Salvini un momento di utopia quando, gli immigranti, sono stati considerati terroristi e criminali. Ciò mi mette in imbarazzo perché non avrei mai immaginato che “deputati oriundi, italo-discendenti o rappresentanti di movimenti di italiani all’estero si dessero da fare in questo senso” e al contempo “non stanno facendo nulla di quanto promesso nell’ultima campagna elettorale”. Si veda il video esclusivo con l’intervista a Fabio Porta.