Detalhe da justificativa do projeto de lei da deputada Siragusa, que pretende limitar a transmissão da cidadania italiana 'iure sanguinis'à primeira geração. (Reprodução)

Limitare la trasmissione della cittadinanza italiana per diritto di sangue alla prima generazione, è una delle più importanti modifiche previste dal progetto di legge della deputata Elisa Siragusa, del “Movimento 5Stelle”, che si trova nella commissione di costituzionalità fin dall’aprile scorso. La proposta, che vede la firma di altre sei deputate, tutte del M5S, ha già ricevuto il parere delle commissioni “Affari Esteri” e “Bilancio e Tesoro”.

Protocollata presso la Camera dei Deputati il 5 novembre dell’anno scorso, questa è una delle tante iniziative parlamentari che vorrebbero modificare la Legge nº 91, del 5 febbraio 1922, che regola la cittadinanza italiana. Un’altra è fatta dalla deputata Laura Boldrini, del gruppo PD ex-presidente della Camera, che vuole stabilire il principio dello “ius soli” – battaglia persa verso la fine della legislatura precedente – che è in linea con altri due progetti ed ha la firma dei colleghi di sinistra italiana: Bersani, Conte, Epifani, Fassina, Fornaro, Fratoianni, muroni, Occhionero, Palazzotto, Pastorino, Rostan, Speranza e Stumpo.

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Siragusa – la prima firmataria – è anche la autrice della proposta che istituisce il “Giorno Nazionale degli Italiani all’Estero”. Nata a Milano e laureata in Scienze Statistiche, è stata eletta nell’area europea della Circoscrizione Elettorale Estero nelle ultime elezioni. Le altre firmatarie della proposta di legge che porta il numero 2269 sono Anna Macina, Vittoria Baldino, Sabrina De Carlo, Valentina Corneli, Doriana Sarli e Simona Suriano.

Nelle motivazioni della sua proposta, Siragusa osserva che, con la norma attuale, i “cittadini stranieri” che riescono a dimostrare di avere un “lontanissimo” avo italiano possono ottenere (sic) la cittadinanza italiana, “anche se le loro famiglie vivono all’estero da generazioni e nemmeno esiste un legame culturale e linguistico con il nostro paese”. “In soli tredici anni – afferma sulla base di relazioni della Fondazione Migranti – il numero degli iscritti (all’Aire – il registro degli italiani residenti all’estero) è quasi raddoppiato”, si è avvicinato ai sei milioni di persone. La parlamentare dedica un’osservazione particolare alla crescita del numero di cittadini brasiliani, residenti in Italia, che sono diventati italiani negli ultimi tempi.

“L’assenza di un limite per quanto riguarda la discendenza, effettivamente sta causando un’eccessiva proliferazione delle richieste”, sostiene la parlamentare, “determinando un mal funzionamento dei consolati”, incapaci di rispondere entro i termini previsti. Quindi, “è necessario – sostiene Siragusa – un intervento legislativo per limitare lo “ius sanguinis”. La proposta vuole anche modificare l’acquisizione della cittadinanza italiana per matrimonio.

Siragusa difende la proposta sostenendo che, contrariamente a quanto accade oggi, essa favorisce “quelli che abbiano un reale legame con il nostro paese”. Alcuni giorni fa la parlamentare si è esposta pubblicamente per sperare che la sua proposta ottenga “un forte appoggio ed un’ampia approvazione trasversale” del Parlamento, la cui III Commissione dovrà riprendere l’esame dell’argomento a settembre.

Consultato da insieme, il deputato Luis Roberto Lorenzato, della Lega, ha detto che il progetto ha “totale possibilità di approvazione”, visto che “la sinistra è in maggioranza”. “Solo la Lega ed io siamo contro”, ha detto, dopo aver pubblicato sul suo profilo Facebook parole pesanti contro la sua collega: “L’insanità della deputata comunista del partito 5 Stelle, Elisa Siracusa, figlia di immigranti del Sud d’Italia ricevuti a Milano e solo nel 2012 emigrata a Londra, nel Regno Unito, attacca la storia di vita di un intero popolo italiano all’estero, dato che si limita alla sua ignoranza e pochezza culturale! È chiaro il razzismo, il classismo (sic) e la distruzione di una cultura di un popolo destinato ad immigrare a causa di preconcetti e divisioni di questo tipo! Semplicemente un’immigrante, figlia di immigranti che da una coltellata ad altri immigranti reputandosi meno immigrante di tutti noi! Povera Italia! Vergogna!”

Ieri, il presidente del Comites – ‘Comitato degli Italiani all’Estero’ di Recife, Daniel Taddone, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un lungo testo in cui analizza aspetti del progetto e rifiuta quello che classifica come “Istrionismo” di Lorenzato. “Ai disperati – ha scritto Taddoni – ripeto che la proposta è bloccata in un cassetto del Parlamento e non c’è nessuna previsione che da lì ne esca”. Secondo lui, la proposta ha “motivazioni valide”, ma “creerebbe tre classi di cittadini italiani: A, B e C. Quelli di Classe A sono gli italiani nati in territorio italiano, creando un principio “ius sanguinis soli” mai avvenuto nella storia d’Italia. Il cittadino di Classe B è l’individuo nato fuori dall’Italia ma il cui padre e/o madre è (o sono) italiani o nati in territorio italiano. Già i cittadini italiani di Classe C, categoria in cui mi includo, sono quelli nati fuori dall’Italia il cui padre e/o madre è (o sono) italiani o nati fuori dall’Italia”.

E ancora: “I cittadini di Classe A possono avere figli ovunque nel mondo e i loro figli saranno italiani. Quelli di Classe B, ma loro figli sarebbero già ridotti alla classe C. I cittadini di Classe C sarebbero già dal punto di vista della nazionalità italiana cittadini stranieri se si trovano all’estero, visto che potrebbero trasmettere la cittadinanza italiana ai loro figli solo se questi fossero partoriti in territorio italiano”.

All’inizio di oggi sera, anche il senatore Ricardo Merlo, sottosegretario per gli italiani nel mondo della Farnesina, ha emesso un comunicato in forma di intervista (domande e risposte già pubblicate in “Italia Chiama Italia”, il sito ufficiale del suo partito), in cui sostiene che l’imposizione di un limite generazionale per il “diritto di sangue” sarebbe “un grande errore”. “Chi propone limiti – afferma Merlo – lo fa perché evidentemente non conosce la realtà dei fatti. Tagliare le generazioni dello “ius sanguinis” significa causare un incalcolabile danno, economico e culturale, all’Italia. Il riconoscimento dello “ius sanguinis” non solo è sostenibile, contrariamente a quanto sostengono alcuni, ma genera enormi guadagni per l’economia italiana”.

(Traduzione Aiuta sotto la supervisione di Claudio Piacentini – Roma)