In funzione del risultato del Referendum sul taglio di un terzo degli scranni del Parlamento italiano, le cui procedure sono già in corso, di sicuro ci sarà un’accelerazione dei dibattiti per la creazione di una nuova suddivisione degli scranni destinati alla Circoscrizione Elettorale Estero. L’opinione è dell’ex-deputato Fabio Porta, oggi coordinatore generale del PD – Partito Democratico per tutta l’America del Sud ed è stata espressa durante una tele-intervista concessa alla rivista Insieme nel pomeriggio di oggi (12/08)

Secondo Porta, proposte di una nuova suddivisione degli scranni destinati ai parlamentari eletti all’estero esiste già da qualche tempo, anche quando essi erano 18 (12 deputati e 4 senatori). Se si riducono a 12 (8 deputati e 4 senatori), in base alla legge approvata ed ora sottoposta alla consultazione popolare, sarà più evidente la sproporzione, comunque già esistente, del rapporto elettori/parlamentari esistenti nella Penisola e nel resto del Pianeta, oggi suddivisi in quattro grandi aree elettorali: l’Europa, l’America del Sud, le Americhe Centrale e del Nord e Africa/Oceania.

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In America del Sud, secondo calcoli di Porta, il risultato del taglio sarà molto più alto che di un terzo, potendo arrivare al 60 per cento. Così una delle idee in discussione è la divisione degli elettori all’estero in tre grandi aree: l’Europa; quella dell’America Latina; quella dei paesi di preponderanza anglosassone (America del Nord, Canada, Australia, tra cui anche l’Africa e altre regioni con bassa densità di italici). Questa è la divisione che impera in seno al CGIE – ‘Consiglio Generale degli Italiani all’Estero’. Un’altra idea sarebbe quella di fare un unico blocco in tutta la circoscrizione elettorale; o, eventualmente, due blocchi: l’Europa e il resto.

Durante l’intervista, Porta ha anche criticato il momento in cui il governo italiano ha scelto di realizzare il referendum, inizialmente fissato all’inizio dell’anno e rimandato a causa della pandemia del Coronavirus. In alcuni paesi di forte presenza italiana, come il Brasile, è ora che si verificano i più alti indici di contagio. Ciò potrebbe frustrare ancor di più gli indici di partecipazione, minacciati anche da un annunciato sciopero della posta. “Una scarsa partecipazione al processo potrebbe creare nuovi argomenti a coloro che difendono anche l’estinzione del diritto di voto per corrispondenza all’estero”, osserva Porta.

L’ex due volte parlamentare eletto in America del Sud presenta le sue ragioni per il “No”, ossia contro la riduzione degli scranni parlamentari. Oltre a concentrare ancor di più le decisioni politiche nelle mani di pochi, c’è il fatto che la riduzione viene applicata linearmente anche sugli scranni della Circoscrizione Elettorale Estero. Fa notare: nella prima elezione, nel 2006, gli elettori fuori dall’Italia erano poco più di 3 milioni e la relazione elettore/parlamentare già era in sproporzione rispetto a quella che si aveva in Italia; ora sono quasi sei milioni, il doppio. Con il taglio definito nella legge approvata ed ora sottoposta a referendum popolare, questa sproporzione si accentua ancor di più.

Nella tele-intervista, Fabio Porta, che si trova a Roma fin dall’inizio della pandemia, analizza anche questioni collegate alla “quantità” ed alla “qualità” della rappresentanza parlamentare.

(Traduzione Aiuta sotto la supervisione di Claudio Piacentini – Roma)