(Português BR) Segreto sul denaro della cittadinanza

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Il Coordinamento Consolare dell’Ambasciata d’Italia in Brasile ha risposto, infine, alla maggior parte delle richieste che da oltre sei mesi gli sono state dirette dai quattro consiglieri in Brasile del CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ma continua reticente su quanto raccolto con la cittadinanza, in particolare, sulle somme destinate alla Rete Consolare a causa della restituzione del 30% sulla “tassa della cittadinanza”, in vigore dalla metà del 2014.

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Nella sua risposta, l’Ambasciata ha informato sui dati relativi agli iscritti nei consolati nel periodo dal 31/12/2017 al 31/12/2023, sul numero dei passaporti rilasciati e sul numero delle cittadinanze acquisite da matrimonio durante lo stesso periodo, ed ha anche informato sul numero dei funzionari che operano presso le sedi consolari. Nulla ha detto, comunque, sulla più importante domanda. La richiesta di informazioni ha la firma dei quattro rappresentanti del Brasile: Daniel Taddone, Silvia Alciati, Stephania Puton e Walter Petruzziello.

“L’unico dato richiesto che ancora non è stato fornito è quello relativo alle somme raccolte annualmente a causa dell’articolo 7-bis della tabella dei diritti consolari” tra il 2014 e 2022, ha scritto il consigliere Daniel Taddone diffondendo l’informativa (clicca qui per consultare il documento). “Questo dato è di particolare importanza perché indica la produttività di ogni consolato nella delicata questione del riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis e, soprattutto, ci informa sull’importo ricevuto con la cosiddetta “tassa della cittadinanza”, ha concluso.

Per l’informazione dell’Ambasciata siamo a conoscenza che, verso la fine del 2023, i cittadini italiani iscritti nei registri consolari in tutto il Brasile sommavano a 797.186, con un aumento del 85% sui dati del 2014. “Oggi il Brasile ospita la terza più grande comunità di cittadini italiani (riconosciuti) nel mondo, superato solo da Argentina e Germania”, ha scritto Taddone nelle sue osservazioni nella prima versione diffusa sui dati forniti.

“Se mantenuta la media del 7,04% di incremento annuale, gli italiani in Brasile assommeranno ad oltre 1,2 milioni nel 2030”, osserva Taddone, aggiungendo che “nei prossimi tre o quattro anni ci si aspetta che il Brasile superi la Germania”.

Analizzando il numero dei passaporti emessi annualmente in ogni consolato, il consigliere Taddone fa notare che “l’aumento della produttività nel rilascio dei passaporti è uno dei dati più evidenti di questa compilazione statistica. Tutti i consolati hanno aumentato significativamente l’emissione del documento di viaggio, molto al di sopra dell’aumento del numero di cittadini iscritti nei rispettivi registri”.

Sotto questo punto di vista, “l’esempio più sorprendente è l’aumento osservato nella circoscrizione consolare di Belo Horizonte, che, dal 2014 al 2023, ha aumentato il rilascio dei passaporti del 513%, mentre il suo registro di cittadini residenti è aumentato “solo” del 113%. Ad eccezione del Consolato di Recife, in tutti i consolati c’è stato un aumento molto superiore all’aumento forza lavoro della popolazione residente”.

Solo il settore dei passaporti ha reso, nel 2023, la somma complessiva di Euro 9.301.808 (equivalenti a quasi 53 milioni di Reais) in tutta la rete consolare italiana che opera in Brasile. “I soldi ci sono, anche sapendo che i consolati non possono utilizzare liberamente questi fondi”, visto che “dipendono dall’amministrazione centrale”.

Per quanto riguarda le concessioni di cittadinanza ai sensi dell’art. 5º della Legge 91/1992 (le cosiddette “naturalizzazioni per matrimonio”), i numeri – osserva Taddone – “si rivelano numericamente poco consistenti, con aumenti e diminuzioni da un anno all’altro senza motivo apparente”. Ma osserva essere “importante ricordare che, a partire dall’entrata in vigore della Legge 1 dicembre 2018, n. 132, i candidati devono presentare la richiesta già accompagnata dal certificato B1 di lingua italiana”.

Nell’occasione, si è sollevata l’ipotesi che il nuovo requisito ridurrebbe drasticamente le richieste, “ma questa caduta non è stata osservata nella rete consolare italiana in Brasile, anche se non è possibile giungere a conclusioni da essa, visto che il campione statistico è molto piccolo”, scrive Taddone. Ma anche così, solo nel 2023, sono state 669 le naturalizzazioni per matrimonio. Un altro dato interessante: mentre nella maggior parte dei consolati gli indici sono stati decrescenti, quello di Porto Alegre ha registrato un incremento del 150%.

Nello campo delle risorse umane, “tra 2017 e 2013, il personale della rete consolare ha avuto un discreto aumento del 9%”, osserva Taddone. “Nello stesso periodo, l’aumento del numero di cittadini residenti è stato del 52%. Si può, quindi, verificare la evidente inadeguatezza del personale in servizio nelle sette ripartizioni consolari in funzionamento in Brasile. Un aumento del quadro funzionale proporzionale alla crescita del numero dei residenti avrebbe dovuto portare il quadro dei funzionari in servizio in Brasile a 226 unità (64 in più dei 162 presenti nel 2023)”.

Il consigliere Taddone fa notare che “nel 2023, la proporzione tra cittadini iscritti nel registro consolare e funzionari in servizio era particolarmente elevata presso il Consolato Generale a Curitiba: 1 funzionario/funzionaria per ogni 8.028 residenti. Nell’Ambasciata in Brasile questa proporzione cade a 780 cittadini per funzionario/funzionaria, ma è importante sottolineare che l’Ambasciata è una sede diplomatica e la maggior parte del suo personale non è usato per servizi consolari”.

I dati fino ad oggi non rivelati dall’Ambasciata pregiudicano un’analisi più completa della situazione, che sarebbe oggetto di discussione nella riunione del “Sistema Italia” il 10 giugno, a Brasilia. “In verità – spiega Taddone – conoscere i valori ricevuti da ogni consolato sarebbe fondamentale per aiutare a capire che i problemi relativi al riconoscimento della cittadinanza italiana negli uffici consolari (liste di attesa, pochi “slot” disponibili nel Prenot@mi, ecc.) non sono causati dalla mancanza di risorse economiche. In verità, il denaro ricevuto con la tassa, anche se solo il 30% del totale, sarebbe sufficiente per mitigare enormemente i problemi critici che tutti noi conosciamo”.

“Purtroppo, è ora chiaro che gli importi ricevuti con la tassa non sono usati per mitigare i problemi noti. Bisogna anche affermare, tuttavia, che questa situazione non può essere attribuita ai consolati, visto che sono organi pubblici decentrati dell’Amministrazione Pubblica e nemmeno ai consoli, individualmente”.

Però, il consigliere Taddone garantisce che non desisterà e che la richiesta sarà “ribadita al Coordinamento Consolare” affinché la comunità ne possa prendere conoscenza.

LE SOMME SONO ALTE – Con alcuni dati forniti dall’Ambasciata, tuttavia, è possibile avere un’idea approssimativa dei valori generati dalla “tassa della cittadinanza” in tutto il Brasile nel corso di questi otto anni e mezzo di vigenza. L’anno scorso, come abbiamo visto, c’erano 797.186 iscritti nei sette consolati italiani, mentre nel 2014 questo numero era di 433.761. Dato che la tassa ha iniziato ad essere fatta pagare verso la metà del 2014, è necessario togliere un valore corrispondente a quelli che, seppur entrando nella statistica dell’anno, non hanno pagato la tassa, visto che hanno potuto ancora beneficiare dell’inesistenza della stessa, come sempre accadeva fino ad allora. Per questo calcolo sottraiamo il valore medio annuale ottenuto negli anni successivi, che è di quasi 38.000 nuovi cittadini per ogni anno. Arrotondando, consideriamo quindi, per l’anno 2014, solo 15.000 contribuenti. Avremo così, per effetto del calcolo, che quando la tassa è entrata in vigore gli iscritti nei consolati erano 416.760. Dalla metà del 2014 fino alla fine del 2023, abbiamo un totale di 380.426 nuove iscrizioni. Se fossero tutti adulti (i minorenni non pagano la tassa) e tutti iscritti a partire dalla cittadinanza riconosciuta negli stessi consolati, ci sarebbe stata, quindi, una raccolta certa di 114.127.800 Euro (equivalenti a R$ 650.031.501,34 al cambio del 02/06/2024).

A Coordenação Consular da Embaixada da Itália no Brasil respondeu, finalmente, à maior parte das indagações que há mais de seis meses lhe foram dirigidas pelos quatro conselheiros no Brasil do CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, mas continua silenciando sobre o quanto arrecada com cidadania, em especial, sobre os valores destinados à Rede Consular em decorrência da devolução dos 30% sobre a “taxa da cidadania”, em vigor desde meados de 2014.

Em sua resposta, a Embaixada informou sobre os dados relativos aos inscritos nos consulados no período de 31/12/2017 a 31/12/2023, sobre o número de passaportes emitidos e sobre o número de cidadanias adquiridas por matrimônio durante o mesmo período, e também informou sobre o número de funcionários que atuam junto às sede consulares. Nada disse, entretanto, sobre a principal pergunta. O pedido de informações tem a assinatura dos quatro representantes do Brasil: Daniel Taddone, Silvia Alciati, Stephania Puton e Walter Petruzziello.

“O único dado solicitado que ainda não foi fornecido é relativo aos valores arrecadados anualmente em decorrência do artigo 7-bis da tabela dos direitos consulares” entre 2014 e 2022, escreveu o conselheiro Daniel Taddone ao divulgar a informação, (o documento pode ser consultado clicando aqui). “Este dado é de particular importância porque indica a produtividade de cada consulado na delicada questão do reconhecimento da cidadania italiana iure sanguinis e, sobretudo, informa-nos sobre o valor recebido com a chamada “taxa da cidadania”, completou.

Pela informação da Embaixada, ficamos sabendo que, no final de 2023, os cidadãos italianos inscritos nos cadastros consulares em todo o Brasil somavam 797.186, com um aumento de 85% sobre os dados de 2014. “Hoje o Brasil hospeda a terceira maior comunidade de cidadãos italianos (reconhecidos) no mundo, superado apenas pela Argentina e Alemanha”, escreveu Taddone em suas observações na primeira versão divulgada sobre os dados fornecidos.

“Se mantida a média de 7,04% de incremento anual, os italianos no Brasil somarão mais de 1,2 milhão em 2030”, observa Taddone, aduzindo que “nos próximos três ou quatro anos espera-se que o Brasil superará a Alemanha”.

Ao analisar o número de passaportes emitidos anualmente em cada consulado, o conselheiro Taddone observa que “o aumento da produtividade na emissão de passaportes é um dos dados mais evidentes desta compilação estatística. Todos os consulados aumentaram significativamente a emissão do documento de viagem, muito acima do aumento do número de cidadãos inscritos nos respetivos registos”.

Nesse aspecto, “o exemplo mais surpreendente é o aumento observado na circunscrição consular de Belo Horizonte, que, de 2014 a 2023, aumentou a emissão de passaportes em 513%, enquanto o seu registo de cidadãos residentes aumentou “apenas” 113%. Com exceção do Consulado do Recife, em todos os consulados houve um aumento muito superior ao aumento força de trabalho da população residente”.

Somente o setor de passaportes rendeu, em 2023, o valor de total de 9.301.808 euros (equivalentes a quase 53 milhões de reais) em toda a rede consular italiana que opera no Brasil. “O dinheiro existe, mesmo sabendo que os consulados não podem utilizar livremente estes fundos”, pois “dependem da administração central”.

Quanto às concessões de cidadania nos termos do art. 5º da Lei 91/1992 (as chamadas “naturalizações por casamento”), os números – observa Taddone – “revelam-se numericamente pouco consistentes, com aumentos e diminuições de ano para ano sem motivo aparente”. Entretanto, ele observa ser “importante lembrar que, a partir da entrada em vigor da Lei 1 de dezembro de 2018, n. 132, os candidatos devem apresentar a solicitação já acompanhada do certificado B1 de língua italiana”.

Na oportunidade, levantou-se a hipótese de que a nova exigência reduziria drasticamente as solicitações, “mas essa queda não foi observada na rede consular italiana no Brasil, ainda que não seja possível tirar conclusões dela, visto que a amostra estatística é muito pequena”, escreve Taddone. Mesmo assim, somente em 2023, foram 669 as naturalizações por casamento. Outro dado interessante: enquanto na maioria dos consulados os índices foram decrescentes, o de Porto Alegre registrou um incremento de 150%.

No campo dos recursos humanos, “entre 2017 e 2013, o pessoal da rede consular teve um discreto aumento de 9%”, observa Taddone. “No mesmo período, o aumento do número de cidadãos residentes foi de 52%. É possível, portanto, verificar a evidente inadequação do pessoal em serviço nas sete repartições consulares em funcionamento no Brasil. Um aumento do quadro funcional proporcional ao crescimento do número de residentes elevaria o quadro de funcionários em serviço no Brasil para 226 unidades (64 a mais que as 162 presentes em 2023)”.

O conselheiro Taddone ressalta que “em 2023, a proporção entre cidadãos inscritos no registro consular e funcionários em serviço é particularmente elevada no Consulado Geral em Curitiba: 1 funcionário/funcionária para cada 8.028 residentes. Na Embaixada no Brasil, essa proporção cai para 780 cidadãos por funcionário/funcionária, mas é importante ressaltar que a Embaixada é uma sede diplomática e a maior parte de seu pessoal não é utilizada para serviços consulares”.

Os dados até aqui não revelados pela Embaixada prejudicam uma análise mais completa da situação, que seria objeto de discussão na reunião do “Sistema Itália” do dia 10 de junho, em Brasília. “Na verdade – explica Taddone -, conhecer os valores recebidos por cada consulado é fundamental para nos ajudar a entender que os problemas relativos ao reconhecimento da cidadania italiana nos escritórios escritórios consulares (listas de espera, poucos turnos disponíveis no Prenot@mi etc.) não são causados pela falta de recursos econômicos. Na verdade, o dinheiro recebido com a taxa, mesmo que sejam apenas 30% do total, seria suficiente para mitigar enormemente os problemas críticos que todos nós conhecemos”.

“Infelizmente, fica agora claro que os montantes recebidos com a taxa não são usados para mitigar os problemas conhecidos. É necessário afirmar, no entanto, que esta situação não pode ser atribuída aos consulados, pois são órgãos públicos descentralizados da Administração Pública, nem mesmo aos cônsules, individualmente”.

Entretanto, o conselheiro Taddone assegura que não vai desistir e  que o pedido será “reiterado à Coordenação Consular” para que a comunidade possa tomar conhecimento deles.

VALORES SÃO ALTOS – Com alguns dados fornecidos pela Embaixada, entretanto, é possível ter-se uma ideia aproximada dos valores gerados pela “taxa da cidadania” em todo o Brasil ao longo desses oito anos e meio de vigência. O ano passado, como vimos, termiou com 797.186 inscritos nos sete consulados italianos, enquanto em 2014 esse número estava em 433.761. Como a taxa começou a ser cobrada em meados de 2014, é necessário descontar um valor correspondente àqueles que, embora entrando na estatística do ano, não pagaram a taxa, pois tiveram o reconhecimento de graça, como sempre acontecia até então. Para esse cálculo, vamos subtrair o valor médio anual obtido nos anos seguintes, que é de quase 38.000 novos cidadãos a cada ano. Arredondando, consideremos então, para o ano de 2014, apenas 15.000 contribuintes. Teremos, assim, para efeito de cálculo, que quando a taxa entrou em vigor os inscritos nos consulados eram 416.760. De meados de 2014 ao final de 2023, temos então um total de 380.426 inscrições novas. Se fossem todos adultos (menores não pagam a taxa) e também fossem todos inscritos a partir de cidadanias reconhecidas nos próprios consulados, teriamos, então, uma arrecadação certa de 114.127.800 euros (equivalentes a R$ 650.031.501,34 pela conversão de 02/06/2024).

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Ai consolati, dice la legge, deve tornare il 30% di quanto raccolto, cosa che significherebbero 34.238.340 Euro (o R$ 195.009.450,00). Di certo non è stata la somma che è arrivata ma un qualcosa di approssimativo. Da questo valore devono essere dedotte le cittadinanze riconosciute a minorenni e, anche, il volume delle iscrizioni consolari derivanti da cittadinanze riconosciute in Italia, tanto per via amministrativa come per via giudiziaria. In ogni caso, fin da quando è stata stabilita la tassa che molti considerano illegale o incostituzionale, la cittadinanza italiana ha finito per costituire una fonte sicura di reddito per le casse pubbliche, ben oltre quello che si possa immaginare. Ciò nell’area consolare e, anche, in via giudiziaria. Anche solo considerando la metà del volume totale, cosa evidentemente non vera, avremmo un importo che si avvicinerebbe ai cento milioni di reais (R$ 97.504.725,00)

Considerando solo il Brasile, “è un mercato multimilionario”, assicura l’avvocato Luiz Scarpelli, di Minas Gerais, da dieci anni operando in territorio italiano nell’area della cittadinanza per via giudiziaria. Egli ha fatto questo calcolo considerando la raccolta governativa, i costi degli avvocati, uffici di stato civile, traduttori, “consulenti”, ecc., calcolo che raggiungerebbe una somma vicina ai tre miliardi di Reais annuali – somma che potrebbe rallegrare il senatore Roberto Menia (autore di un progetto di legge in analisi nel Senato che vuole limitare la trasmissione della cittadinanza iure sanguinis), se il “businesse” che afferma nella sua giustificazione non coinvolgesse interessi dello stesso governo.

Anzi, interessi che già non riescono più a restare tra le  quattro pareti: in una delle ultime riunioni del comitato della presidenza del CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, il segretario generale per gli italiani nel mondo della Farnesina, Luigi Vignali, avrebbe dimostrato scontento per il fatto che la Giustizia stia facendo un lavoro che dovrebbe essere esclusivo dei consolati. E, peggio ancora: confermando cittadinanze senza nemmeno leggere con attenzione la petizione iniziale, secondo lo stesso Vignali. In fondo, seppur ostruzionisti, i consolati hanno nella cittadinanza italiana una fonte sicura di risorse che…lo stesso governo non vuole divulgare.

La gigantesca macchina della cittadinanza, costruita dalla diaspora italiana della fine del XIX secolo e inizio del XX, che è vista da alcuni come la possibile salvezza di un’Italia in crisi demografica (si veda la materia a partire dalla pagina….) , è anche una fonte di critiche interminabili, molte di esse spinte da settori con visioni di preconcetto o, anche, xenofobe. È lo stesso Scarpelli ad assicurare ciò durante il “4Chiacchiere Insieme” che ha affrontato lo studio da lui fatto, avendo come base la movimentazione di 40mila pratiche giudiziarie, 10.000 pratiche per via amministrativa consolare ed altre 20.000 pratiche per via amministrativa in Italia all’anno. “Calcoli prudenti – dice – questa macchina smuoverebbe un totale di 501.864.643,00 Euro (equivalenti a R$ 2.810.442.000,00 annuali), distribuiti tra uffici di stato civile (R$ 385.700.000,00), traduttori (R$ 223.440.000,00), avvocati italiani (R$ 800.000.000,00), tribunali (R$ 122.080.000,00), consulenze (Via Amm. in Italia – R$ 448.000.000,00), Consolati (R$ 192.192.000,00), intermediari (istruzione di pratiche – R$ 210.000.000,00), Prenotazioni (vendita dei servizi di prenotazione R$ 51.000.000,00), Imprese Brasiliane (Intermediari – R$ 280.000.000,00), ricercatori – R$ 98.000.000,00). Ciò senza considerare somme per intermediari e avvocati brasiliani.

Nel suo calcolo, Scarpelli considera, in 40 mila processi per via giudiziaria, la movimentazione di 800.000 documenti, 760.000 traduzioni e 1.520.000 apostille; in 300.000 processi per via amministrativa la movimentazione di 600.000 documenti, 570.000 traduzioni e 1.140.000 apostille.

Nella voce del sistema anagrafe brasiliana, il calcolo è stato sull’emissione di 1.330.000 certificati e apostille (non sono entrati nel calcolo atti notarili e scritture pubbliche), corrispondendo R$ 159.600.000,00 il rilascio dei certificati e R$ 226.100.000,00 alle apostille.

La divulgazione di questi numeri superlativi ha generato le reazioni già attese. Alcuni sono arrivati a suggerire il ritiro dei video su internet affinché il senatore Menia non li vedesse. Effettivamente, lo studio di Scarpelli può, in un certo modo, confermare l’argomento di Minia sul business della cittadinanza da lui menzionato nella giustificazione del suo progetto. Però, è importante osservare che il suddetto studio rivela anche chi partecipa a questi affari e tra i beneficiari finali vi è anche lo Stato italiano. Dei tre poteri, l’unico che non ne trae benefici diretti è il Parlamento. Gli altri due poteri – l’Esecutivo e il Giudiziario -, come abbiamo visto, non nascondono la disputa sul bottino della cittadinanza. Anzi, un bottino mal distribuito, che esclude una delle punte principali – i comuni – in ribellione contro l’accumulo di lavoro nell’atto finale che fa dell’interessato un cittadino, cioè le trascrizioni dei documenti negli organi equivalenti alle anagrafi brasiliane (“cartori”, ndt) responsabili ultimi dei certificati di nascita delle persone.

Seppur in presenza degli interessi monetari che si nascondono dietro i processi di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, ancora persiste il vecchio confronto tra i tre settori italiani menzionati dal professor Raffaele Marchetti, dell’Università Luiss, di Roma: Quelli inclini ad un’Italia di diaspora, allargata oltre le sue frontiere geografiche; quelli che sono visceralmente contrari alla realtà storica che ha forgiato il popolo italiano; e gli indifferenti a tutto ciò – questi ultimi maggioranza. Fino a che non ci sarà consenso sulla vera vocazione di diaspora dell’Italia, i segreti saranno sempre molti. Ed anche i cosiddetti “scandali”. In fin dei conti è aumentando le difficoltà che si valorizzano le facilitazioni.

 

Aos consulados, diz a lei, devem retornar 30% do que é arrecadado, o que significariam 34.238.340 euros (ou R$ 195.009.450,00). Com certeza não foi essa a soma que retornou, mas algo aproximado. Desse valor devem ser deduzidas as cidadanias reconhecidas a menores de idade e, também, o volume de inscrições consulares decorrentes de cidadanias reconhecidas na Itália, seja pela via administrativa, seja pela via judicial. De qualquer forma, desde que foi estabelecida a taxa que muitos consideram ilegal ou inconstitucional, a cidadania italiana acabou por se constituir numa fonte segura de renda para os cofres públicos, muito além do que se imagina. Isso na área consular e, também, na via judicial. Admitindo-se apenas a metade do volume total, algo evidentemente não verdadeiro, mesmo assim teríamos um valor que se aproxima dos cem milhões de reais (R$ 97.504.725,00)

Somente considerando o Brasil, “é um mercado multimilionário”, assegura o advogado Luiz Scarpelli, de Minas Gerais, há dez anos advogando em território italiano somente na área da cidadania pela via judicial. Ele chegou a fazer um cálculo envolvendo a arrecadação governamental, os custos com advogados, cartórios, tradutores, “assessores”, etc.,  que somaria coiosa próxima dos três bilhões de reais anuais  – soma que poderia deixar alegre o senador Roberto Menia (autor de um projeto de lei em trâmite no Senado que pretende restringir a transmissão da cidadania iure sanguinis), caso o “businesse” que ele alega em sua justificativa não envolvesse interesses do próprio governo.

Aliás, interesses que já não conseguem mais ficar entre quatro paredes: numa das últimas reuniões do comitê de presidência do CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, o secretário geral para os italianos no mundo da Farnesina, Luigi Vignali, teria demonstrado descontentamento pelo fato de a Justiça estar assumindo o trabalho que seria exclusivo dos consulados. E, pior: confirmando cidadanias sem ao menos ler direito a petição inicial, segundo o mesmo Vignali. No fundo, embora obstrucionistas, os consulados têm na cidadania italiana uma fonte segura de recursos que… o próprio governo não quer divulgar.

A gigantesca máquina da cidadania, construída pela diáspora italiana do final do século 19 e início do 20, que é vista por alguns como a possível salvação de uma Itália em crise demográfica (Ver matéria a partir da página….) , também é fonte de críticas intermináveis, muitas delas impulsionadas por setores com visões preconceituosas ou, mesmo, xenófobas. É também Scarpelli a assegurar isso durante as “4Chiacchiere Insieme” que abordaram o estudo que ele fez, tendo bor base a movimentação de 40 mil processos judiciais, 10 mil práticas pela via administrativa consular, e outras 20 mil práticas pela via administrativa na Itália por ano. “Por baixo – diz ele – essa máquina movimentaria um total de 501.864.643,00 euros (equivalentes a  R$ 2.810.442.000,00 anuais), distribuídos entre cartórios (R$ 385.700.000,00), tradutores  (R$ 223.440.000,00),  advogados italianos  (R$ 800.000.000,00), tribunais (R$ 122.080.000,00), Assessorias (Via Adm. na Itália – R$ 448.000.000,00), Consulados (R$ 192.192.000,00), despachantes (montagem de pastas – R$ 210.000.000,00), Prenota (venda de serviços de agendamento R$ 51.000.000,00),  Empresas Brasileiras (Intermediadores – R$ 280.000.000,00), pesquisadores – R$ 98.000.000,00). Isso sem computar valores com intermediários e advogados brasileiros.

Em seu cálculo, Scarpelli considera, em 40 mil processos pelas vias judiciais, a movimentação de 800.000 documentos, 760.000 traduções e 1.520.000 apostilamentos; em 30 mil processos pelas vias administrativas a movimentação de 600.000 documentos, 570.000 traduções e 1.140.000 apostilamentos.

No item do sistema cartorário brasileiro,  o cálculo foi sobre a emissão de 1.330.000 certidões e apostilamentos (não entraram na conta atas notariais e escrituras públicas), correspondendo R$ 159.600.000,00 à emissão de certidões, e R$ 226.100.000,00 aos apostilamentos.

A divulgação desses números superlativos gerou reações já esperadas. Alguns chegaram, inclusive, a sugerir a retirada dos vídeos na internet para que o senador Menia não os visse. De fato, o estudo de Scarpelli pode, de certa forma, confirmar a argumentação de Menia sobre o business da cidadania por ele referido na justificativa do seu projeto. Entretanto, é importante observar que o referido estudo revela também quem participa desse negócio, e dentre os beneficiários finais está também o Estado italiano. Dos três poderes, o único que não leva benefícios diretos é o Legislativo. Os outros dois poderes – o Executivo e o Judiciário -, como vimos, já não escondem a disuta pelo butim da cidadania. Aliás, um butim mal repartido, que esclui uma das pontas principais – os municípios – em rebelião contra o acúmulo de trabalho no ato final que faz do interessado um cidadão, isto é, as transcrições dos documentos nos órgãos equivalentes aos cartórios brasileiros, responsáveis últimos pelas certidões de nascimento das pessoas.

Mesmo e apesar dos interesses monetaristas que se escondem atrás dos processos de reconhecimento da cidadania italiana iure sanguinis, ainda persiste o velho confronte entre os três setores italianos referidos pelo professor Raffaele Marchetti, da Universidade Luiss, de Roma: Os que se inclinam por uma Itália diaspórica, alargada para além de suas fronteiras geográficas; os que são visceralmente contrários à realidade histórica que moldou o povo italiano; e os indiferentes a tudo isso – sempre a maioria. Enquanto não houver consenso sobre a verdadeira vocação diaspórica italiana, os segredos serão, sempre muitos. E os chamados “escândalos” também. Afinal, é aumentando as dificuldades que se valorizam as facilidades.

Table Table

 

 

No item do sistema cartorário brasileiro,  o cálculo foi sobre a emissão de 1.330.000 certidões e apostilamentos (não entraram na conta atas notariais e escrituras públicas), correspondendo R$ 159.600.000,00 à emissão de certidões, e R$ 226.100.000,00 aos apostilamentos.A divulgação desses números superlativos gerou reações já esperadas. Alguns chegaram, inclusive, a sugerir a retirada dos vídeos na internet para que o senador Menia não os visse. De fato, o estudo de Scarpelli pode, de certa forma, confirmar a argumentação de Menia sobre o business da cidadania por ele referido na justificativa do seu projeto. Entretanto, é importante observar que o referido estudo revela também quem participa desse negócio, e dentre os beneficiários finais está também o Estado italiano. Dos três poderes, o único que não leva benefícios diretos é o Legislativo. Os outros dois poderes – o Executivo e o Judiciário -, como vimos, já não escondem a disuta pelo butim da cidadania. Aliás, um butim mal repartido, que esclui uma das pontas principais – os municípios – em rebelião contra o acúmulo de trabalho no ato final que faz do interessado um cidadão, isto é, as transcrições dos documentos nos órgãos equivalentes aos cartórios brasileiros, responsáveis últimos pelas certidões de nascimento das pessoas.Mesmo e apesar dos interesses monetaristas que se escondem atrás dos processos de reconhecimento da cidadania italiana iure sanguinis, ainda persiste o velho confronte entre os três setores italianos referidos pelo professor Raffaele Marchetti, da Universidade Luiss, de Roma: Os que se inclinam por uma Itália diaspórica, alargada para além de suas fronteiras geográficas; os que são visceralmente contrários à realidade histórica que moldou o povo italiano; e os indiferentes a tudo isso – sempre a maioria. Enquanto não houver consenso sobre a verdadeira vocação diaspórica italiana, os segredos serão, sempre muitos. E os chamados “escândalos” também. Afinal, é aumentando as dificuldades que se valorizam as facilidades.

 

Coordenação Consular da Embaixada da Itália no Brasil respondeu, finalmente, à maior parte das indagações que há mais de seis meses lhe foram dirigidas pelos quatro conselheiros no Brasil do CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, mas continua silenciando sobre o quanto arrecada com cidadania, em especial, sobre os valores destinados à Rede Consular em decorrência da devolução dos 30% sobre a “taxa da cidadania”, em vigor desde meados de 2014.

Em sua resposta, a Embaixada informou sobre os dados relativos aos inscritos nos consulados no período de 31/12/2017 a 31/12/2023, sobre o número de passaportes emitidos e sobre o número de cidadanias adquiridas por matrimônio durante o mesmo período, e também informou sobre o número de funcionários que atuam junto às sede consulares. Nada disse, entretanto, sobre a principal pergunta. O pedido de informações tem a assinatura dos quatro representantes do Brasil: Daniel Taddone, Silvia Alciati, Stephania Puton e Walter Petruzziello.

“O único dado solicitado que ainda não foi fornecido é relativo aos valores arrecadados anualmente em decorrência do artigo 7-bis da tabela dos direitos consulares” entre 2014 e 2022, escreveu o conselheiro Daniel Taddone ao divulgar a informação, (o documento pode ser consultado clicando aqui). “Este dado é de particular importância porque indica a produtividade de cada consulado na delicada questão do reconhecimento da cidadania italiana iure sanguinis e, sobretudo, informa-nos sobre o valor recebido com a chamada “taxa da cidadania”, completou.

Pela informação da Embaixada, ficamos sabendo que, no final de 2023, os cidadãos italianos inscritos nos cadastros consulares em todo o Brasil somavam 797.186, com um aumento de 85% sobre os dados de 2014. “Hoje o Brasil hospeda a terceira maior comunidade de cidadãos italianos (reconhecidos) no mundo, superado apenas pela Argentina e Alemanha”, escreveu Taddone em suas observações na primeira versão divulgada sobre os dados fornecidos.

“Se mantida a média de 7,04% de incremento anual, os italianos no Brasil somarão mais de 1,2 milhão em 2030”, observa Taddone, aduzindo que “nos próximos três ou quatro anos espera-se que o Brasil superará a Alemanha”.

Ao analisar o número de passaportes emitidos anualmente em cada consulado, o conselheiro Taddone observa que “o aumento da produtividade na emissão de passaportes é um dos dados mais evidentes desta compilação estatística. Todos os consulados aumentaram significativamente a emissão do documento de viagem, muito acima do aumento do número de cidadãos inscritos nos respetivos registos”.

Nesse aspecto, “o exemplo mais surpreendente é o aumento observado na circunscrição consular de Belo Horizonte, que, de 2014 a 2023, aumentou a emissão de passaportes em 513%, enquanto o seu registo de cidadãos residentes aumentou “apenas” 113%. Com exceção do Consulado do Recife, em todos os consulados houve um aumento muito superior ao aumento força de trabalho da população residente”.

Somente o setor de passaportes rendeu, em 2023, o valor de total de 9.301.808 euros (equivalentes a quase 53 milhões de reais) em toda a rede consular italiana que opera no Brasil. “O dinheiro existe, mesmo sabendo que os consulados não podem utilizar livremente estes fundos”, pois “dependem da administração central”.

Quanto às concessões de cidadania nos termos do art. 5º da Lei 91/1992 (as chamadas “naturalizações por casamento”), os números – observa Taddone – “revelam-se numericamente pouco consistentes, com aumentos e diminuições de ano para ano sem motivo aparente”. Entretanto, ele observa ser “importante lembrar que, a partir da entrada em vigor da Lei 1 de dezembro de 2018, n. 132, os candidatos devem apresentar a solicitação já acompanhada do certificado B1 de língua italiana”.

Na oportunidade, levantou-se a hipótese de que a nova exigência reduziria drasticamente as solicitações, “mas essa queda não foi observada na rede consular italiana no Brasil, ainda que não seja possível tirar conclusões dela, visto que a amostra estatística é muito pequena”, escreve Taddone. Mesmo assim, somente em 2023, foram 669 as naturalizações por casamento. Outro dado interessante: enquanto na maioria dos consulados os índices foram decrescentes, o de Porto Alegre registrou um incremento de 150%.

No campo dos recursos humanos, “entre 2017 e 2013, o pessoal da rede consular teve um discreto aumento de 9%”, observa Taddone. “No mesmo período, o aumento do número de cidadãos residentes foi de 52%. É possível, portanto, verificar a evidente inadequação do pessoal em serviço nas sete repartições consulares em funcionamento no Brasil. Um aumento do quadro funcional proporcional ao crescimento do número de residentes elevaria o quadro de funcionários em serviço no Brasil para 226 unidades (64 a mais que as 162 presentes em 2023)”.

O conselheiro Taddone ressalta que “em 2023, a proporção entre cidadãos inscritos no registro consular e funcionários em serviço é particularmente elevada no Consulado Geral em Curitiba: 1 funcionário/funcionária para cada 8.028 residentes. Na Embaixada no Brasil, essa proporção cai para 780 cidadãos por funcionário/funcionária, mas é importante ressaltar que a Embaixada é uma sede diplomática e a maior parte de seu pessoal não é utilizada para serviços consulares”.

Os dados até aqui não revelados pela Embaixada prejudicam uma análise mais completa da situação, que seria objeto de discussão na reunião do “Sistema Itália” do dia 10 de junho, em Brasília. “Na verdade – explica Taddone -, conhecer os valores recebidos por cada consulado é fundamental para nos ajudar a entender que os problemas relativos ao reconhecimento da cidadania italiana nos escritórios escritórios consulares (listas de espera, poucos turnos disponíveis no Prenot@mi etc.) não são causados pela falta de recursos econômicos. Na verdade, o dinheiro recebido com a taxa, mesmo que sejam apenas 30% do total, seria suficiente para mitigar enormemente os problemas críticos que todos nós conhecemos”.

“Infelizmente, fica agora claro que os montantes recebidos com a taxa não são usados para mitigar os problemas conhecidos. É necessário afirmar, no entanto, que esta situação não pode ser atribuída aos consulados, pois são órgãos públicos descentralizados da Administração Pública, nem mesmo aos cônsules, individualmente”.

Entretanto, o conselheiro Taddone assegura que não vai desistir e  que o pedido será “reiterado à Coordenação Consular” para que a comunidade possa tomar conhecimento deles.

VALORES SÃO ALTOS – Com alguns dados fornecidos pela Embaixada, entretanto, é possível ter-se uma ideia aproximada dos valores gerados pela “taxa da cidadania” em todo o Brasil ao longo desses oito anos e meio de vigência. O ano passado, como vimos, termiou com 797.186 inscritos nos sete consulados italianos, enquanto em 2014 esse número estava em 433.761. Como a taxa começou a ser cobrada em meados de 2014, é necessário descontar um valor correspondente àqueles que, embora entrando na estatística do ano, não pagaram a taxa, pois tiveram o reconhecimento de graça, como sempre acontecia até então. Para esse cálculo, vamos subtrair o valor médio anual obtido nos anos seguintes, que é de quase 38.000 novos cidadãos a cada ano. Arredondando, consideremos então, para o ano de 2014, apenas 15.000 contribuintes. Teremos, assim, para efeito de cálculo, que quando a taxa entrou em vigor os inscritos nos consulados eram 416.760. De meados de 2014 ao final de 2023, temos então um total de 380.426 inscrições novas. Se fossem todos adultos (menores não pagam a taxa) e também fossem todos inscritos a partir de cidadanias reconhecidas nos próprios consulados, teriamos, então, uma arrecadação certa de 114.127.800 euros (equivalentes a R$ 650.031.501,34 pela conversão de 02/06/2024).

Aos consulados, diz a lei, devem retornar 30% do que é arrecadado, o que significariam 34.238.340 euros (ou R$ 195.009.450,00). Com certeza não foi essa a soma que retornou, mas algo aproximado. Desse valor devem ser deduzidas as cidadanias reconhecidas a menores de idade e, também, o volume de inscrições consulares decorrentes de cidadanias reconhecidas na Itália, seja pela via administrativa, seja pela via judicial. De qualquer forma, desde que foi estabelecida a taxa que muitos consideram ilegal ou inconstitucional, a cidadania italiana acabou por se constituir numa fonte segura de renda para os cofres públicos, muito além do que se imagina. Isso na área consular e, também, na via judicial. Admitindo-se apenas a metade do volume total, algo evidentemente não verdadeiro, mesmo assim teríamos um valor que se aproxima dos cem milhões de reais (R$ 97.504.725,00)

Somente considerando o Brasil, “é um mercado multimilionário”, assegura o advogado Luiz Scarpelli, de Minas Gerais, há dez anos advogando em território italiano somente na área da cidadania pela via judicial. Ele chegou a fazer um cálculo envolvendo a arrecadação governamental, os custos com advogados, cartórios, tradutores, “assessores”, etc.,  que somaria coiosa próxima dos três bilhões de reais anuais  – soma que poderia deixar alegre o senador Roberto Menia (autor de um projeto de lei em trâmite no Senado que pretende restringir a transmissão da cidadania iure sanguinis), caso o “businesse” que ele alega em sua justificativa não envolvesse interesses do próprio governo.

Aliás, interesses que já não conseguem mais ficar entre quatro paredes: numa das últimas reuniões do comitê de presidência do CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, o secretário geral para os italianos no mundo da Farnesina, Luigi Vignali, teria demonstrado descontentamento pelo fato de a Justiça estar assumindo o trabalho que seria exclusivo dos consulados. E, pior: confirmando cidadanias sem ao menos ler direito a petição inicial, segundo o mesmo Vignali. No fundo, embora obstrucionistas, os consulados têm na cidadania italiana uma fonte segura de recursos que… o próprio governo não quer divulgar.

A gigantesca máquina da cidadania, construída pela diáspora italiana do final do século 19 e início do 20, que é vista por alguns como a possível salvação de uma Itália em crise demográfica (Ver matéria a partir da página….) , também é fonte de críticas intermináveis, muitas delas impulsionadas por setores com visões preconceituosas ou, mesmo, xenófobas. É também Scarpelli a assegurar isso durante as “4Chiacchiere Insieme” que abordaram o estudo que ele fez, tendo bor base a movimentação de 40 mil processos judiciais, 10 mil práticas pela via administrativa consular, e outras 20 mil práticas pela via administrativa na Itália por ano. “Por baixo – diz ele – essa máquina movimentaria um total de 501.864.643,00 euros (equivalentes a  R$ 2.810.442.000,00 anuais), distribuídos entre cartórios (R$ 385.700.000,00), tradutores  (R$ 223.440.000,00),  advogados italianos  (R$ 800.000.000,00), tribunais (R$ 122.080.000,00), Assessorias (Via Adm. na Itália – R$ 448.000.000,00), Consulados (R$ 192.192.000,00), despachantes (montagem de pastas – R$ 210.000.000,00), Prenota (venda de serviços de agendamento R$ 51.000.000,00),  Empresas Brasileiras (Intermediadores – R$ 280.000.000,00), pesquisadores – R$ 98.000.000,00). Isso sem computar valores com intermediários e advogados brasileiros.

Em seu cálculo, Scarpelli considera, em 40 mil processos pelas vias judiciais, a movimentação de 800.000 documentos, 760.000 traduções e 1.520.000 apostilamentos; em 30 mil processos pelas vias administrativas a movimentação de 600.000 documentos, 570.000 traduções e 1.140.000 apostilamentos.

No item do sistema cartorário brasileiro,  o cálculo foi sobre a emissão de 1.330.000 certidões e apostilamentos (não entraram na conta atas notariais e escrituras públicas), correspondendo R$ 159.600.000,00 à emissão de certidões, e R$ 226.100.000,00 aos apostilamentos.

A divulgação desses números superlativos gerou reações já esperadas. Alguns chegaram, inclusive, a sugerir a retirada dos vídeos na internet para que o senador Menia não os visse. De fato, o estudo de Scarpelli pode, de certa forma, confirmar a argumentação de Menia sobre o business da cidadania por ele referido na justificativa do seu projeto. Entretanto, é importante observar que o referido estudo revela também quem participa desse negócio, e dentre os beneficiários finais está também o Estado italiano. Dos três poderes, o único que não leva benefícios diretos é o Legislativo. Os outros dois poderes – o Executivo e o Judiciário -, como vimos, já não escondem a disuta pelo butim da cidadania. Aliás, um butim mal repartido, que esclui uma das pontas principais – os municípios – em rebelião contra o acúmulo de trabalho no ato final que faz do interessado um cidadão, isto é, as transcrições dos documentos nos órgãos equivalentes aos cartórios brasileiros, responsáveis últimos pelas certidões de nascimento das pessoas.

Mesmo e apesar dos interesses monetaristas que se escondem atrás dos processos de reconhecimento da cidadania italiana iure sanguinis, ainda persiste o velho confronte entre os três setores italianos referidos pelo professor Raffaele Marchetti, da Universidade Luiss, de Roma: Os que se inclinam por uma Itália diaspórica, alargada para além de suas fronteiras geográficas; os que são visceralmente contrários à realidade histórica que moldou o povo italiano; e os indiferentes a tudo isso – sempre a maioria. Enquanto não houver consenso sobre a verdadeira vocação diaspórica italiana, os segredos serão, sempre muitos. E os chamados “escândalos” também. Afinal, é aumentando as dificuldades que se valorizam as facilidades.

MATÉRIA DE CAPA – SEGREDO SOBRE O DINHEIRO DA CIDADANIA  ITÁLIA FAZ MISTÉRIO SOBRE O VOLUME DE A Coordenação Consular da Embaixada da Itália no Brasil respondeu, finalmente, à maior parte das indagações que há mais de seis meses lhe foram dirigidas pelos quatro conselheiros no Brasil do CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, mas continua silenciando sobre o quanto arrecada com cidadania, em especial, sobre os valores destinados à Rede Consular em decorrência da devolução dos 30% sobre a “taxa da cidadania”, em vigor desde meados de 2014.

Em sua resposta, a Embaixada informou sobre os dados relativos aos inscritos nos consulados no período de 31/12/2017 a 31/12/2023, sobre o número de passaportes emitidos e sobre o número de cidadanias adquiridas por matrimônio durante o mesmo período, e também informou sobre o número de funcionários que atuam junto às sede consulares. Nada disse, entretanto, sobre a principal pergunta. O pedido de informações tem a assinatura dos quatro representantes do Brasil: Daniel Taddone, Silvia Alciati, Stephania Puton e Walter Petruzziello.

“O único dado solicitado que ainda não foi fornecido é relativo aos valores arrecadados anualmente em decorrência do artigo 7-bis da tabela dos direitos consulares” entre 2014 e 2022, escreveu o conselheiro Daniel Taddone ao divulgar a informação, (o documento pode ser consultado clicando aqui). “Este dado é de particular importância porque indica a produtividade de cada consulado na delicada questão do reconhecimento da cidadania italiana iure sanguinis e, sobretudo, informa-nos sobre o valor recebido com a chamada “taxa da cidadania”, completou.

Pela informação da Embaixada, ficamos sabendo que, no final de 2023, os cidadãos italianos inscritos nos cadastros consulares em todo o Brasil somavam 797.186, com um aumento de 85% sobre os dados de 2014. “Hoje o Brasil hospeda a terceira maior comunidade de cidadãos italianos (reconhecidos) no mundo, superado apenas pela Argentina e Alemanha”, escreveu Taddone em suas observações na primeira versão divulgada sobre os dados fornecidos.

“Se mantida a média de 7,04% de incremento anual, os italianos no Brasil somarão mais de 1,2 milhão em 2030”, observa Taddone, aduzindo que “nos próximos três ou quatro anos espera-se que o Brasil superará a Alemanha”.

Ao analisar o número de passaportes emitidos anualmente em cada consulado, o conselheiro Taddone observa que “o aumento da produtividade na emissão de passaportes é um dos dados mais evidentes desta compilação estatística. Todos os consulados aumentaram significativamente a emissão do documento de viagem, muito acima do aumento do número de cidadãos inscritos nos respetivos registos”.

Nesse aspecto, “o exemplo mais surpreendente é o aumento observado na circunscrição consular de Belo Horizonte, que, de 2014 a 2023, aumentou a emissão de passaportes em 513%, enquanto o seu registo de cidadãos residentes aumentou “apenas” 113%. Com exceção do Consulado do Recife, em todos os consulados houve um aumento muito superior ao aumento força de trabalho da população residente”.

Somente o setor de passaportes rendeu, em 2023, o valor de total de 9.301.808 euros (equivalentes a quase 53 milhões de reais) em toda a rede consular italiana que opera no Brasil. “O dinheiro existe, mesmo sabendo que os consulados não podem utilizar livremente estes fundos”, pois “dependem da administração central”.

Quanto às concessões de cidadania nos termos do art. 5º da Lei 91/1992 (as chamadas “naturalizações por casamento”), os números – observa Taddone – “revelam-se numericamente pouco consistentes, com aumentos e diminuições de ano para ano sem motivo aparente”. Entretanto, ele observa ser “importante lembrar que, a partir da entrada em vigor da Lei 1 de dezembro de 2018, n. 132, os candidatos devem apresentar a solicitação já acompanhada do certificado B1 de língua italiana”.

Na oportunidade, levantou-se a hipótese de que a nova exigência reduziria drasticamente as solicitações, “mas essa queda não foi observada na rede consular italiana no Brasil, ainda que não seja possível tirar conclusões dela, visto que a amostra estatística é muito pequena”, escreve Taddone. Mesmo assim, somente em 2023, foram 669 as naturalizações por casamento. Outro dado interessante: enquanto na maioria dos consulados os índices foram decrescentes, o de Porto Alegre registrou um incremento de 150%.

No campo dos recursos humanos, “entre 2017 e 2013, o pessoal da rede consular teve um discreto aumento de 9%”, observa Taddone. “No mesmo período, o aumento do número de cidadãos residentes foi de 52%. É possível, portanto, verificar a evidente inadequação do pessoal em serviço nas sete repartições consulares em funcionamento no Brasil. Um aumento do quadro funcional proporcional ao crescimento do número de residentes elevaria o quadro de funcionários em serviço no Brasil para 226 unidades (64 a mais que as 162 presentes em 2023)”.

O conselheiro Taddone ressalta que “em 2023, a proporção entre cidadãos inscritos no registro consular e funcionários em serviço é particularmente elevada no Consulado Geral em Curitiba: 1 funcionário/funcionária para cada 8.028 residentes. Na Embaixada no Brasil, essa proporção cai para 780 cidadãos por funcionário/funcionária, mas é importante ressaltar que a Embaixada é uma sede diplomática e a maior parte de seu pessoal não é utilizada para serviços consulares”.

Os dados até aqui não revelados pela Embaixada prejudicam uma análise mais completa da situação, que seria objeto de discussão na reunião do “Sistema Itália” do dia 10 de junho, em Brasília. “Na verdade – explica Taddone -, conhecer os valores recebidos por cada consulado é fundamental para nos ajudar a entender que os problemas relativos ao reconhecimento da cidadania italiana nos escritórios escritórios consulares (listas de espera, poucos turnos disponíveis no Prenot@mi etc.) não são causados pela falta de recursos econômicos. Na verdade, o dinheiro recebido com a taxa, mesmo que sejam apenas 30% do total, seria suficiente para mitigar enormemente os problemas críticos que todos nós conhecemos”.

“Infelizmente, fica agora claro que os montantes recebidos com a taxa não são usados para mitigar os problemas conhecidos. É necessário afirmar, no entanto, que esta situação não pode ser atribuída aos consulados, pois são órgãos públicos descentralizados da Administração Pública, nem mesmo aos cônsules, individualmente”.

Entretanto, o conselheiro Taddone assegura que não vai desistir e  que o pedido será “reiterado à Coordenação Consular” para que a comunidade possa tomar conhecimento deles.

VALORES SÃO ALTOS – Com alguns dados fornecidos pela Embaixada, entretanto, é possível ter-se uma ideia aproximada dos valores gerados pela “taxa da cidadania” em todo o Brasil ao longo desses oito anos e meio de vigência. O ano passado, como vimos, termiou com 797.186 inscritos nos sete consulados italianos, enquanto em 2014 esse número estava em 433.761. Como a taxa começou a ser cobrada em meados de 2014, é necessário descontar um valor correspondente àqueles que, embora entrando na estatística do ano, não pagaram a taxa, pois tiveram o reconhecimento de graça, como sempre acontecia até então. Para esse cálculo, vamos subtrair o valor médio anual obtido nos anos seguintes, que é de quase 38.000 novos cidadãos a cada ano. Arredondando, consideremos então, para o ano de 2014, apenas 15.000 contribuintes. Teremos, assim, para efeito de cálculo, que quando a taxa entrou em vigor os inscritos nos consulados eram 416.760. De meados de 2014 ao final de 2023, temos então um total de 380.426 inscrições novas. Se fossem todos adultos (menores não pagam a taxa) e também fossem todos inscritos a partir de cidadanias reconhecidas nos próprios consulados, teriamos, então, uma arrecadação certa de 114.127.800 euros (equivalentes a R$ 650.031.501,34 pela conversão de 02/06/2024).

Aos consulados, diz a lei, devem retornar 30% do que é arrecadado, o que significariam 34.238.340 euros (ou R$ 195.009.450,00). Com certeza não foi essa a soma que retornou, mas algo aproximado. Desse valor devem ser deduzidas as cidadanias reconhecidas a menores de idade e, também, o volume de inscrições consulares decorrentes de cidadanias reconhecidas na Itália, seja pela via administrativa, seja pela via judicial. De qualquer forma, desde que foi estabelecida a taxa que muitos consideram ilegal ou inconstitucional, a cidadania italiana acabou por se constituir numa fonte segura de renda para os cofres públicos, muito além do que se imagina. Isso na área consular e, também, na via judicial. Admitindo-se apenas a metade do volume total, algo evidentemente não verdadeiro, mesmo assim teríamos um valor que se aproxima dos cem milhões de reais (R$ 97.504.725,00)

Somente considerando o Brasil, “é um mercado multimilionário”, assegura o advogado Luiz Scarpelli, de Minas Gerais, há dez anos advogando em território italiano somente na área da cidadania pela via judicial. Ele chegou a fazer um cálculo envolvendo a arrecadação governamental, os custos com advogados, cartórios, tradutores, “assessores”, etc.,  que somaria coiosa próxima dos três bilhões de reais anuais  – soma que poderia deixar alegre o senador Roberto Menia (autor de um projeto de lei em trâmite no Senado que pretende restringir a transmissão da cidadania iure sanguinis), caso o “businesse” que ele alega em sua justificativa não envolvesse interesses do próprio governo.

Aliás, interesses que já não conseguem mais ficar entre quatro paredes: numa das últimas reuniões do comitê de presidência do CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, o secretário geral para os italianos no mundo da Farnesina, Luigi Vignali, teria demonstrado descontentamento pelo fato de a Justiça estar assumindo o trabalho que seria exclusivo dos consulados. E, pior: confirmando cidadanias sem ao menos ler direito a petição inicial, segundo o mesmo Vignali. No fundo, embora obstrucionistas, os consulados têm na cidadania italiana uma fonte segura de recursos que… o próprio governo não quer divulgar.

A gigantesca máquina da cidadania, construída pela diáspora italiana do final do século 19 e início do 20, que é vista por alguns como a possível salvação de uma Itália em crise demográfica (Ver matéria a partir da página….) , também é fonte de críticas intermináveis, muitas delas impulsionadas por setores com visões preconceituosas ou, mesmo, xenófobas. É também Scarpelli a assegurar isso durante as “4Chiacchiere Insieme” que abordaram o estudo que ele fez, tendo bor base a movimentação de 40 mil processos judiciais, 10 mil práticas pela via administrativa consular, e outras 20 mil práticas pela via administrativa na Itália por ano. “Por baixo – diz ele – essa máquina movimentaria um total de 501.864.643,00 euros (equivalentes a  R$ 2.810.442.000,00 anuais), distribuídos entre cartórios (R$ 385.700.000,00), tradutores  (R$ 223.440.000,00),  advogados italianos  (R$ 800.000.000,00), tribunais (R$ 122.080.000,00), Assessorias (Via Adm. na Itália – R$ 448.000.000,00), Consulados (R$ 192.192.000,00), despachantes (montagem de pastas – R$ 210.000.000,00), Prenota (venda de serviços de agendamento R$ 51.000.000,00),  Empresas Brasileiras (Intermediadores – R$ 280.000.000,00), pesquisadores – R$ 98.000.000,00). Isso sem computar valores com intermediários e advogados brasileiros.

Em seu cálculo, Scarpelli considera, em 40 mil processos pelas vias judiciais, a movimentação de 800.000 documentos, 760.000 traduções e 1.520.000 apostilamentos; em 30 mil processos pelas vias administrativas a movimentação de 600.000 documentos, 570.000 traduções e 1.140.000 apostilamentos.