Intervista con il direttore generale dell’Istituto per il Commercio con l’Estero Ugo Calzoni
u SAN PAOLO-SP – L’agroalimentare e l’industria di macchine agricole possono collaborare con l’agrobusiness brasiliano? Cosa questa missione porta di nuovo al Sistema Brasile?
Diciamo innanzitutto che questa missione è molto importante , è il Sistema Italia che si presenta in forza attraverso la presenza delle imprese private con Confindustria, il sistema finanziario con l’Associazione bancaria italiana-ABI e della istituzione publica più vicina all’internazionalizzazione che è l’ICE. Questo è un sistema collaudato, lo abbiamo messo in atto in molte parti del mondo, e qui in Brasile sta dando una immagine di forza e credo di successo, la figura del Brasile è tornata ad essere in Italia una immagine di un paese molto affidabile, un grande partner e un possibile associato per percorrere il mondo con una forte alleanza tra italiani e brasiliani.
Nella filiera agroalimentare che in particolare è stata l’oggetto di incontri questa mattina, credo che abbiano evidenziato la possibilità di poter lavorare unitamente perché il governo brasiliano sta guardando alla piccola proprietà degli agricoltori, e come tutti sanno l’industria italiana delle macchine agricole è l’unica in grado di affrontare la personalizzazione del macchinario delle imprese, inoltre la produzione agricola brasiliana ha la necessità di perfezionare la propria filiera e di aggregare valore, in questo modo credo che l’indutria agroalimentare italiana possa essere un associato solido ed attendibile, soprattutto in grado di portare al prodotto agricolo brasilaino quella competenza che richiede.
Il Brasile è un paese che nella produzione agricola guarda alle nuove tecnologie e noi nei settori della biotecnologia e dell’energia possiamo lavorare unitamente agli amici brasiliani.
n Nella visita agli stabilimenti FIAT a Belo Horizonte ho visto molte macchine per l’agricoltura ed una trebbiatrice di una grandezza impressionante, credo il risultato di diverse joint-ventures, questa produzione del Gruppo FIAT si compone con la produzione italiana di piccole e medie apparecchiature?
La FIAT è una grande produttrice di macchine agricole ed ha acquisito fama mondiale. La produzione italiana è però molto diversificata, esistono produttori forti nel loro settore, capaci di essere primi al mondo, perché sono in grado di fornire la macchina adatta per quel produttore, per quella produzione specifica, per quel territorio, ed è questo il vantaggio competitivo, quindi siamo in grado di affrontare assieme ai brasiliani le esigenze di personalizzazione alla luce della decisione del governo brasiliano di guardare non all’estensione della proprietà agricola ma al valore aggiunto nella produzione.
n Questa mattina, non si è parlato di difensivi agricoli, c’è un detto brasiliano sulle formiche che recita “ou o Brasil acaba com a saúva ou a saúva acaba com o Brasil”, come si può affrontare questo serio problema?
Ritengo che il problema della difesa delle agricolture mondiali sia presente da molti anni sul tavolo delle trattative del WTO.
L’Europa ha difficoltà a liberarizzare completamente, perché il passaggio alla nuova Europa dei 25, la presenza di un paese fortemente agricolo come la Polonia, impone cautela, ma sicuramente la strada obbligata è quella di ridurre le barriere, di togliere le complessità, ciò non potrà che fare piacere ad una agricoltura forte come quella brasiliana.
Quello che può aiutare alla caduta delle barriere e quindi dei protezionismi è sviluppare alleanze e joint ventures tra le diverse realtà, perché questo rende più facile la possibilità per l’Europa di inserirsi nei mercati agricoli internazionali.
Oggi l’Italia ha una grande opportunità rappresentata dalla stabilità e dalla crescita di questo grande paese che può trovare nella nuova Italia delle piccole e medie imprese quel partner che tanti anni fa, con la prima immigrazione italiana, ha fatto diventare il Brasile un paese industriale