Fabio Porta e a "revolução cultural" (Foto de Desiderio Peron / Arquivo Revista Insieme)
Após a divulgação, feita em vídeo, pelo ex-deputado Fabio Porta sobre a iminente liberação aos consulados dos primeiros recursos originários de parte da “taxa da cidadania”, Insieme perguntou ao parlamentar quando esse dinheiro chegaria ao seu destino. Abaixo reproduzimos a resposta feita em língua italiana de Fábio Porta, hoje candidato ao Senado pelo mesmo partido – o PD, pedindo a ele e aos leitores desculpas pela demora na publicação:

Caro Peron, scusa per il ritardo nel risponderti (ma capirai che sono giornate e settimane intense e faticose). Intanto voglio dirti che sono orgoglioso di condividere con te, con la rivista Insieme e i suoi lettori e la grandissima comunità italo-brasiliana questo risultato.

Quando iniziai a scrivere sulla tua rivista non avrei immaginato che fosse tanto difficile arrivare a questo risultato, ma nemmeno che un giorno saremmo giunti vicino a questo importante traguardo.

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Una battaglia iniziata tanti anni fa ma iniziatasi a concretizzare all’inizio di questa legislatura, prima con l’introduzione del contributo consolare per la cittadinanza (erratamente destinato, secondo il testo approvato al Senato) al Tesoro e non ai consolati !), poi con la mobilitazione del sistema di rappresentanza e della collettività in generale (non dimentichiamoci la petizione on-line con oltre diecimila firme consegnata a Renzi!) e infine con l’approvazione nella legge di bilancio a fine 2016 del mio emendamento.

Poi è iniziata un’altra lotta, contro la lentezza della burocrazia e le resistenze del Ministero dell’Economia (una lotta durata quasi un altro anno).

Adesso ci siamo!

Quando arriveranno ai consolati questi soldi ?

Tra un giorno, una settimana, un mese… non lo so con esattezza, ma posso assicurare tutti i nostri connazionali del Brasile e del resto del mondo che è tutto pronto e vidimato. I Ministri Alfano e Padoan hanno controfirmato e personalmente ho avuto modo si sfogliare il lunghissimo elenco si sedi consolari con le rispettive attribuzioni.

Stanno partendo i soldi relativi al 30% incassato nel 2016 e nel primo trimestre del 2017; tra pochi mesi saranno disponibili anche quelli del resto del 2017!

Questo primo invio è di circa 4 milioni di euro. Per avere una idea relativa al Brasile, arriveranno 407mila euro a San Paolo, 381mila a Porto Alegre, 295mila a Curitiba.

Un valore che nel corso dell’anno potrebbe quasi raddoppiare con il secondo invio.

Considerando che la spesa principale sarà per la contrattazione di personale locale a tempo determinato (il cui costo complessivo non è così alto come il personale inviato dall’Italia) stiamo parlando dell’arrivo presso i consolati di un grande contingente di personale e – la legge lo prevede – dell’acquisto di attrezzature utili al miglioramento dei servizi consolari e alla eliminazione della fila.

Non solo! A chi, giustamente diceva che queste solo il personale locale a tempo determinato (i cosiddetti “digitatori”) non avrebbe risolto il problema, abbiamo risposto approvando in legge di bilancio la contrattazione per consorso di duecento impiegati del Ministero degli Esteri e di 150 contrattisti a tempo indeterminato presso i consolati, anche questo personale dovrà prevalentemente essere destinato alla sedi dove maggiori sono le nostre collettività.

Si tratta di un lavoro quindi che continuerà, e che avrà bisogno di un impegno forte di Parlamento e governo (e dell’accompagnamento dei nostri concittadini all’estero) per fare in modo che tutte le risorse (umane ed economiche) vengano spese bene e nel pieno rispetto degli obiettivi preposti.

Ma il traguardo è vicino e nessuno può parlare né di manovra elettorale (il lavoro è iniziato diversi anni fa!) tantomeno di “parole, parole, parole”. Sfido chiunque a smentirmi e chiedo a chi voglia verificare la veridicità di quanto dico a farlo con le massime e competenti autorità italiane.

Ma la cosa più bella, caro Peron, è per me un’altra (oltre, ovviamente alla soddisfazione di realizzare quanto promesso a inizio mandato così da poter chiedere il voto a testa alta per la mia rielezione): abbiamo iniziato insieme quella “Rivoluzione Culturale” della quale parlavo in una intervista rilasciata anni fa (non ero deputato!) proprio alla tua rivista; la “rivoluzione” consisteva nello spiegare all’Italia che gli italiani nel mondo e le grandi collettività di Brasile e Sudamerica sono una risorsa concreta e non un problema, anche per le questioni consolari.

Questa vicenda lo dimostra in pieno e sarebbe stato impossibile senza l’istituzione del contributo per la cittadinanza e – soprattutto – il suo utilizzo per il miglioramento dei servizi consolari e l’eliminazione delle lunghe giacenze.

Adesso non abbassiamo la guardia! Anzi, dobbiamo continuare a lavorare di più e con più entusiasmo. Per questo chiederò nuovamente la fiducia ai miei elettori e a più di un milione di italiani che vivono in Sudamerica”.