Uno degli avvocati che hanno sottoscritto la difesa degli italo-discendenti nel “processo di Bologna” è eletto alla Corte Costituzionale. Ma non potrà votare

Piacevole sorpresa per gli italiani nati fuori dall’Italia nella nomina dei nuovi quattro membri della Corte Costituzionale italiana. L’attuale giudice costituzionale Massimo Luciani è stato uno dei tre avvocati incaricati di rappresentare le associazioni AUCI – Avvocati Uniti per la Cittadinanza Italiana e AGIS – Associazione Giuristi Iure Sanguinis nel processo che discute la costituzionalità della Legge sulla Cittadinanza italiana dinanzi alla Corte di cui ora fa parte.

Massimo Luciani (professore all’Università La Sapienza) è stato eletto, insieme a Francesco Saverio Marini (consigliere giuridico della premier Giorgia Meloni), Roberto Cassinelli (ex deputato ed ex senatore) e Alessandra Sandulli (professoressa all’Università Roma Tre), a seguito di un accordo tra i partiti politici.

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Le due associazioni rappresentano gli interessi degli italo-discendenti nel cosiddetto “processo di Bologna”, che ha sollevato l’eccezione di incostituzionalità dell’articolo 1 della Legge n. 91 del 1992, per non aver stabilito un limite alla trasmissione della cittadinanza iure sanguinis. Oltre al costituzionalista Luciani, la difesa è firmata dagli avvocati Diego Corapi e Patrizio Ivo D’Andrea. Gli avvocati principali dei 12 italo-brasiliani coinvolti nel processo sono Antonio Cattaneo, Franco Antonazzo e Marco Mellone.

Come riportato questa mattina, la Corte Costituzionale ha fissato per il 24 giugno prossimo, alle ore 9:30 (ora italiana), l’udienza che darà inizio al giudizio su quello che il giurista Marco Mellone ha già definito come la “madre di tutte le battaglie” nel campo della cittadinanza italiana. Entro il termine prescritto dalla legislazione italiana, lo Stato italiano non si è pronunciato sulla causa.

L’elezione di Massimo Luciani è stata accolta con entusiasmo nel gruppo Natitaliani, in fase di riorganizzazione dopo l’annuncio delle nuove tariffe per il riconoscimento della cittadinanza italiana, approvate dal Parlamento alla fine dello scorso anno ed entrate in vigore dal 1° gennaio. Il gruppo riunisce quasi 500 professionisti che operano nell’ambito della cittadinanza italiana in diversi Paesi.

Tuttavia, come hanno osservato alcuni degli avvocati coinvolti nello stesso “processo di Bologna”, il nuovo giudice della Corte Costituzionale italiana non potrà votare sulla questione, poiché recentemente ha firmato una petizione a sostegno di una delle parti in causa.

Il Tribunale Costituzionale italiano è composto da 15 giudici, con un mandato di nove anni. Cinque giudici sono nominati dal Presidente della Repubblica Italiana, cinque sono eletti dal Parlamento italiano e gli altri cinque sono eletti dai tribunali supremi ordinari e amministrativi.

Come pubblicato dal quotidiano Corriere della Sera, ecco un breve profilo di ciascun nuovo giudice costituzionale italiano:

Maria Alessandra Sandulli – Alla fine a spuntarla come candidata tecnica dei quattro giudici mancanti della Corte Costituzionale, eletti giovedì mattina, in seduta comune alla Camera è stata Maria Alessandra Sandulli. Vincitrice anche di una competizione familiare. Inizialmente infatti si era preso in esame  il nome di un’altra Sandulli, ma acquisita: Gabriella Palmieri Sandulli, moglie del fratello di Alessandra, avvocata generale dello Stato. A proseguire l’eredità del presidente emerito della Corte Costituzionale, Aldo, sarà invece Alessandra, napoletana, 68 anni, docente di diritto amministrativo a Roma Tre e avvocato. Ha diretto diverse scientifiche, è stata presidente dell’Associazione italiana dei professori di diritto Amministrativo (Aipda). Ed è l’unica donna dei quattro nuovi giudici che completano il plenum della Consulta.

Roberto Cassinelli – Forza Italia, dopo molti dissidi, invece ha indicato Roberto Cassinelli, 69 anni, avvocato ed ex parlamentare, sin dal ‘94 in Forza Italia, poi nel Pdl e poi di nuovo in Forza Italia. Nel 2013 subentrò alle dimissioni di Augusto Minzolini. Nelle ultime politiche invece, in lista dopo Rita Dalla Chiesa non fu eletto. Nella sua carriera parlamentare vanta, oltre a una lunga esperienza in commissione giustizia, la riforma dell’ordinamento forense, approvata contro il parere del governo Monti; la norma che ha introdotto per legge l’Inno di Mameli e molte iniziative normative sul web.

Francesco Saverio Marini – Fine dell’attesa per Francesco Saverio Marini, candidato della prima ora del partito di Giorgia Meloni che lo ha voluto come consigliere a Palazzo Chigi e ha affidato a lui la stesura del testo del premierato. Avvocato cassazionista, insegna istituzioni di diritto pubblico all’Università di Tor Vergata. Anche per lui il Palazzo della Consulta è un luogo di memoria familiare: figlio di Annibale Marini fu presidente della Corte dal 2005 al 2006.

Massimo Luciani – L’altra certezza negli ultimi mesi di trattativa è stato Massimo Luciani. Sul suo nome, indicato dal Pd, c’è stata la convergenza di Avs e M5s. Avvocato, docente emerito di istituzioni di diritto pubblico a La Sapienza, 72 anni, è stato presidente dell’Associazione italiana Costituzionalisti tra il 2015 e il 2018. Accademico dei Lincei, dove presiede la Commissione bioetica, nel 2017 è stato insignito del premio Sandulli. Dal 2013 è membro del Consiglio superiore della Banca d’Italia. Nel 2021 venne nominato dalla ministra Cartabia presidente della Commissione per la elaborare proposte di interventi per la riforma dell’ordinamento giudiziario, incaricata di proporre riforme per il Csm .