“La strada è lunga…è la seconda legislatura in cui la sinistra vuole una cosa del genere. Ma sono convinto che, con il Maie nel governo, ciò non passerà”. Queste parole sono del senatore Ricardo Merlo, sottosegretario per gli italiani nel mondo della Farnesina, commentando oggi, verso la fine del pomeriggio, i progetti di legge in transito nel Parlamento italiano – da un lato volendo introdurre lo “ius soli” e, dall’altro, imponendo una severa restrizione generazionale nello “ius sanguinis”.

In un’intervista concessa al sito ‘Italia Chiama Italia Merlo, già venerdì 7 agosto, era entrato nell’ultima onda del dibattito sulle modifiche della legge che regola la cittadinanza italiana, per ripetere una delle sue frasi preferite: “Lo “ius sanguinis” non si tocca”. Ha garantito che il suo partito voterà contro qualsiasi iniziativa che metta sotto scacco il diritto di sangue degli italo-discendenti sparsi per il mondo – argomento che preoccupa migliaia di interessati, particolarmente in Brasile, dove vive la più grande comunità italica fuori dall’Italia.

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Nella stessa intervista, comunque, il senatore si è dichiarato disponibile a discutere sull’istituzione di condizioni, a partire dalla terza generazione – “i pronipoti” – per l’accesso al diritto, dietro prova di una minima padronanza della lingua italiana. “Una riforma del tipo Salvini”, ha detto.

Nel pomeriggio di oggi, il senatore ha messo sullo stesso livello, in termini di possibilità di approvazione da parte del Parlamento, i due principali progetti in discussione al momento: quello della deputata Siragusa, che vuole limitare la trasmissione dello “ius sanguinis” già alla prima generazione e quello della deputata Laura Boldrini, che riprende l’argomento dello “ius soli” condizionato, o “ius culturae”, come è stato battezzato nella scorsa legislatura.

Su whatsapp, Merlo ha anche diffuso un articolo pubblicato sul sito “Sputnik” in cui afferma che “gli italiani nati all’estero sono anche italiani se della 5ª o della 7ª generazione” e che il suo partito è pronto ad abbandonare la maggioranza “se in Parlamento verrà presentato un progetto di legge che modifichi la [attuale – nr] normativa”. Qui, l’intervista pubblicata sul sito ‘Italia Chiama Italia’

(Traduzione Aiuta sotto la supervisione di Claudio Piacentini – Roma)