Anche quest’anno, nonostante la difficile situazione socio-sanitaria mondiale, dal 19 al 25 di ottobre sarà celebrata la XX Settimana della lingua italiana nel mondo che quest’anno avrà come tema: “L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti”. Nata nel 2001 da un’intesa tra il Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Accademia della Crusca, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la Settimana si è sviluppata di edizione in edizione, coinvolgendo, oltre agli Istituti Italiani di Cultura, anche Ambasciate e Consolati. 

Il tema di quest’anno coincide perfettamente con altre importanti commemorazioni. Se graffiti già è una forma artistico-espressiva di ultima generazione che, anche se apprezzo molto, conosco limitatamente nei protagonisti e nelle produzioni artistiche, illustrazioni e soprattutto fumetti appartengono alla mia infanzia come a quella di tanti altri italiani e italiane della mia età. 

PATROCINANDO SUA LEITURA

Tex, Topolino, Charlie Brown, Billi Bis e la bellissima Gegia Miranda, il fantomatico Mefisto, Asterix e il gigantesco Obelix, i Puffi e tanti altri personaggi hanno riempito tanti pomeriggi estivi e fatto viaggiare con la fantasia in luoghi e avventure sconosciute. 

E se i fumetti già proponevano un’immagine dei protagonisti, dei luoghi, delle situazioni, ancor più affascinante era per me, ragazzo, immergermi nella lettura di un libro. Nel libro, il vero protagonista, anche se non lo sapevo, ero io. La storia scritta, i personaggi, i panorami, le relazioni, tutto viveva attraverso di me, della mia capacità di immaginare quello che poteva uscire dalle parole.

Le parole erano la magica formula per entrare in mondi nuovi, diversi, incredibili. E le parole, le parole che io leggevo, erano parole in lingua italiana.

Quant’è bella la lingua italiana! 

Senza nulla togliere a tutte le altre lingue nel mondo, ciascuna delle quali ha un suo fascino, una sua bellezza e una sua completezza e ricchezza, è inevitabile elevare la lingua italiana a una lingua con qualche privilegio. Sarà perché viene dal latino così come il francese, lo spagnolo e il portoghese, ma i latini erano li, in Italia, sarà perché l’italiano canta, suona, diventa musica nei suoi giochi di accentazione, di pronomi combinati, di preposizioni, articoli e congiuntivi, sarà perché è la mia lingua, ma l’italiano è una bellezza.

Per colpa di un accento

un tale di Santhià

credeva d’essere alla meta

ed era appena a metà.

Per analogo errore

un contadino a Rho

tentava invano di cogliere

le pere da un però.

Non parliamo del dolore

di un signore di Corfù

quando, senza più accento,

il suo cucu non cantò più.

(Per colpa di un accento – Gianni Rodari)

Questa poesia, di uno dei maestri di questa lingua di cui si celebrano quest’anno i 100 anni della nascita; Gianni Rodari è intraducibile nel suono, nella dinamica, nel gioco di parole, nel divertimento dell’uso della lingua.

Rodari sarà il soggetto di un lavoro che stó realizzando assieme al Consolato Italiano Di Belo Horizonte in occasione della Settimana della Lingua Italiana e che, attraverso due puntate in video, porterà agli italiani in Brasile e soprattutto ai loro figli, un poco della creatività, fantasia, uso della lingua di questo grande autore. 

Celebrare protagonisti come Gianni Rodari o il grande Dante Alighieri, o momenti della storia e della cultura, come nello scorso anno “L’Italia in palcoscenico”, mi rende orgoglioso della mia origine, della mia origine culturale. 

Orgoglioso della mia lingua, che da più di un anno cerco di trasmettere con lezioni private e insegnando in rinomate scuole di lingua di Curitiba, e di essere stato attraversato nella mia infanzia, adolescenza e poi nell’età adulta, da molte parole, suoni e nuove lingue che ancor di più mi hanno fatto comprendere la fortuna e la ricchezza di essere nato e vissuto in Italia.