Imagem de evento italiano com música na Casa d'Italia de Juiz de Fora. (Foto Fernando Itaborahy)

Il presidente della “Casa d’Italia” a Juiz de Fora, Minas Gerais, avvocato Paulo José Monteiro de Barros, conferma di essersi rivolto al ministro degli Affari Esteri del Brasile, Ernesto de Araújo, chiedendo aiuto per impedire la realizzazione dell’asta degli immobili dell’entità da parte del governo italiano, annunciata dal console d’Italia a Belo Horizonte, Dario Savarese. Il fatto trasforma la questione in un caso diplomatico che coinvolge i due paesi – Brasile e Italia.

Nella richiesta, Monteiro racconta rapidamente la storia dell’entità, anche con l’ordine di sfratto emesso dalla stessa autorità consolare, che gli ha dato 30 giorni di tempo per la consegna delle chiavi (la notifica è stata consegnata lo scorso giorno 29). Seppur in presenza del piccolo aiuto del governo italiano, ad un certo punto, nella costruzione dell’immobile, “ci preme sottolineare che tutto è grazie alla collettività di Juiz de Fora”, sottolinea Monteiro, presidente dell’Associazione Italo Brasiliana “San Vicente de Paola”, responsabile dell’immobile.

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Nella corrispondenza Monteiro spiega come l’immobile sia registrato in nome del governo che ora lo vuole espropriare: “gli immigranti italiani comprarono un terreno e lo misero in nome del governo italiano al fine di preservarlo da possibili vendite e speculazioni immobiliari, con una clausola di uso esclusivo e permanente da parte dell’associazione e dei suoi discendenti”.

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La lettera di Monteiro al ministro brasiliano è stata citata nella richiesta di informazioni presentata ieri nel Parlamento italiano dal deputato Luis Roberto Lorenzato (Lega). Secondo il suo autore, ha la data di ieri (05/10) ma non è stato possibile verificare se il Ministro Araújo abbia dato una risposta. Il testo è scritto in basso, integralmente:

“Eccellentissimo Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Federale del Brasile, Dr. Ernesto Araújo

Tramite questo chiedo il suo aiuto nell’impedire l’asta della Casa d’Italia di Juiz de Fora da parte del governo italiano. Nel 1933 gli immigranti italiani acquisirono un terreno intestandolo in nome del governo italiano come un modo per preservare l’immobile da possibili vendite e speculazioni immobiliari, con una clausola di uso esclusivo e permanente dell’associazione ed i suoi discendenti.

Nel 1936, la comunità italiana diede inizio alla costruzione che venne inaugurata nel 1939.

Nel 1942 lo stesso venne confiscato dal governo brasiliano a causa della II Guerra Mondiale e restituito nel 1951 con un decreto presidenziale. Così è tornato in nostro possesso nel 1955 e lo è fino ad oggi.

Durante gli 81 anni di esistenza di questo immobile, tutte le spese, tributi e manutenzione sono stati a carico dell’associazione che lo mantiene, l’Associazione Italo Brasiliana San Francesco di Paola. Il governo italiano ha contribuito con solo 50 Contos di Réis per l’edificio, che è costato 309 Contos de Réis.

Il 29 settembre abbiamo ricevuto una notifica extra giudiziale, dandoci 30 giorni per lasciare l’immobile (immobile che è della comunità di Juiz de Fora e che occupiamo da 81 anni). Il 30 settembre è stata ufficializzata sul sito del consolato l’asta, il 1° ottobre pubblicata anche sul giornale di Belo Horizonte, tutto sotto il comando del Consolato d’Italia in Minas Gerais. Non ci resta che dire che il bene è stato e sempre sarà della collettività di Juiz de Fora.

Cordialmente, Paulo José Monteiro de Barros, presidente dell’Associazione Italo Brasiliana San Francesco di Paola.”