II incontro dei radialisti del talian erechim rs 1998

La professoressa e storica Sandra Da Canal, discendente della famiglia Bianchi di Bento Gonçalves e Da Canal di Caxias do Sul, racconta la sua italianità:
“La regione dell’Alto Uruguay è stata colonizzata da tedeschi, rudi contadini, italiani, polacchi e gente di colore…,a partire dall’inizio del XX secolo. La colonia Erechim venne fondata nel 1908, sotto il governo di Borges de Medeiros, con l’obiettivo di popolare la regione nord dello Stato, considerando che la ferrovia San Paolo-Rio Grande do Sul permetteva un importante contatto economico con il centro del paese. La regione attirò, dal 1920, migranti provenienti dalle Antiche Colonie della Serra e direttamente immigranti europei. Le varie etnie arrivate nella colonia dovettero convivere, seppur con caratteristiche culturali distinte – lingua, religione, attività, costumi, abitudini…La convivenza comunitaria, le piccole attività commerciali sigillarono una vicinanza inizialmente difficile e piena di tabù ma che rapidamente fu stata ingranaggio dello sviluppo sociale della regione.

Osservando la regione in cui vivo, da un punto di vista storico, senza ignorare aspetti personali, mi sento felice di poter dire che i miei avi hanno attivamente partecipato a questa combinazione culturale, senza tralasciare la loro storia, costumi e valori, comprovando che persone di differenti etnie possono convivere in armonia, senza necessariamente annullare le proprie caratteristiche. Vivo felicemente la mia italianità, felice di poter affermare che, dopo 140 anni, continuano vive le tradizioni degli allegri immigranti italiani.

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Mi riporto ad una speciale eredità dei gringos (gli italiani) con il loro tipico parlare ad alta voce usando le mani; c’è chi dice che un italiano non sa comunicarsi senza le mani; il piacere della pasta, il salame, i formaggi e la polenta, ovviamente accompagnati da un bicer de “vin” del contadino, insomma una buona tavola ed un buon cibo.

Un altro modo per intercettare un italiano è per l’indiscreta avarizia! Gringo che non pensa che una cosa sia cara e che non chieda uno sconto è una rarità. Un altro segno marcante dell’italiano è la dedizione al lavoro, vista come un onore e di dignità umana. Lavoro non solo per arricchirsi, ma per progredire e dare migliori condizioni di vita ai figli. L’italianità si costruisce in famiglia, per l’importanza storica che si da ai consigli dei nonni, dei genitori, degli zii…

Sono cresciuta ascoltando proverbi detti in Talian, che fanno parte della mia memoria esistenziale. Anzi, quanta ammirazione nei ricordi dei nonni e nonne, ricordando le loro traiettorie di vita, momenti speciali, difficoltà, la creazione dei figli, il lavoro e tante storie fantastiche di una vita amorevole, mostrando che la felicità si trova nelle piccole cose e in Dio.

Sto, come la maggior parte, dando valore alla storia degli avi, le feste in famiglia, le parentele, le lotte, le difficoltà, le allegrie e le conquiste, dopo aver abbandonato un’Italia di miseria e fame, che attraversava una grave crisi politica ed economica, per iniziare questa bella vita in questo così lontano Brasile.

Sono contenta di essere discendente di coraggiosi immigranti che hanno disboscato e costruito città, continuando una saga di lavoro e progresso. Innanzitutto mi considero brasiliana, visto che è il Brasile che ci ha accolti con la sua abbondanza di grano, mais e uva, che ci ha accolto a braccia aperte e ha permesso che nuovi sogni fossero seminati e che il frutto del lavoro permettesse la prosperità materiale e spirituale dei discendenti”.

Essere brasiliano-italo è dello ius soli, aperto allo ius sanguinis. Il Brasile è il suolo universale delle razze, etnie e culture. (tradução Claudio Piacentini)