Mirko Tremaglia è l’unico che potrà difenderci in questo momento

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SAN PAOLO – BRASILE – Con il nuovo governo Berlusconi uscito dalle urne nell’elezione di aprile, iniziano le danze dei candidati alla poltrone ministeriali. A noi, che risiediamo all’estero, e che solamente in questi ultimi tempi ci è stato riconosciuto il diritto di voto e di essere votati, ci interessa principalmente sapere a chi sará dato il Ministero degli Italiani all’Estero.

Tre sono i postulanti: Barbara Contini, Marco Zacchera e Mirko Tremaglia. Tutti pezzi da novanta, questo detto senza nessuna connotazione, ma appena come semplice espressione, già che tutti e tre meritano senza nessun dubbio la scelta, questo per l’attivitá sostenuta in favore di noi Italiani all’Estero.

Barbara Contini, che ho avuto il piacere de conoscere di persona a San Paolo, in occasione di un incontro con i candidati del PdL, rappresenta la nuova linfa delle giovani generazioni che si presentano sul panorama della politica italiana. È il futuro che mostra il suo vigore, l’entusiasmo e la fibra, insieme alla ferma volontà in proseguire l’arduo cammino intrapreso. Nulla da eccepire dunque, caso riesca ad occupare la direzione di questo ministero importante per la soluzione degli annosi problemi che affliggono chi ha dovuto lasciare l’Italia alla ricerca di condizioni migliori di vita.

L’on. Marco Zacchera, che conosco da lunga data, e che ammiro per il coraggio e la tenacia con la quale divulga il nostro pensiero, attraverso i personali interventi in Parlamento, come anche nel suo giornale elettronico “Il Punto”, ha tutti i requisiti per aspirare a questa carica. Ho avuto con lui, è vero, alcuni dissensi , non per ragioni di divergenza politica, o differenze di opinioni, ma appena per alcuni screzi di ordine personale che oramai appartengono al passato, ma che non hanno minimamente intaccato la stima e l’ammirazione che ho per la sua persona, e per l’attivitá politica da lui svolta.

Il terzo postulante al ministero, Mirko Tremaglia è, secondo il mio parere, e anche di quello della maggioranza degli italiani all’Estero, di qualsiasi tendenza possano essere, colui che merita di più, in quanto ha dimostratodo essersi battuto strenuamente per le comunità all’Estero, già che ha speso tutta la sua vita di parlamentare, per dare a noi Italiani all’Estero il diritto sancito dalla Costituzione di votare e di essere votati. Tremaglia è l’unico che potrebbe fare “quadrato” a difesa degli italiani e dei parlamentari eletti dalle circoscrizioni estere,  come anche per garantire che la legge non venga modificata o estinta, come molti vorrebbero.

Questa capacità è messa in dubbio da chi è interessato con allegazioni che riguardano la sua età, suggerindo l’incapacitá per assolvere a contento la missione alla quale si presenta come candidato.

Seminano zizzania con malevoli intenzioni, prima perchè Tremaglia si trova in eccellente stato di salute, e principalmente ha la mente lucida, agile e pronta, ma se l’etá rappresentasse un “handicap” per assumere incarichi politici come potremmo interpretare il fatto che Konrad Adenauer fu cancelliere della Germania Federale dal 1963 dimettendosi quando raggiunse l’età di 87 anni, e quello di Charles De Gaulle che lasciò con 79 anni la presidenza della Francia dopo un periodo di 10 anni?

Grazie all’opera di questi “statisti vecchi”, le due nazioni riuscirono a superare i trauma e le crisi decorrenti dalla II Guerra Mondiale, per trasformarsi nelle potenze che oggi

conosciamo.

IL “nostro vecchio Tremaglia”, come è affettuosamente chiamato dalla grande maggioranza degli italiani residenti all’Estero, rappresenta la solida scogliera, contro la quale si infrangeranno le onde della contestazione che, tendono ad eliminare questo nostro diritto di far udire la nostra voce nelle elezioni del nostro Paese. L’intenzione da lui espressa, che i 18 eletti formino un gruppo parlamentarer misto-indipendente,ossia una Bicamerale, come ha proposto al presidente della Repubblica, per manifestarsi attraverso una unica voce, invece di suscitare facili ironie, classificandola appena come un’utopia, dovrebbe far pensare un poco  chi ha lo sguuardo rivolto anche al futuro, già che questo progetto é un seme destinato a un rapido sviluppo, questo per il determinismo storico che regge e stabilisce i cambiamenti nelle società umane.

Difatti se i 18 parlamentari eletti dall’Italia fuori d’Italia, per perorare la soluzione dei problemi che da sempre sono relegati con le solite frasi: “poi vedremo…studieremo…stabiliremo   … per rinviare tutto alle calende greche”, anche se appartenendo a differenti partiti o coalizioni, dovranno battersi per affrontare e risolvere le stesse questioni, e allora nulla di meglio che una unica voce, composta dall’unione di tuttre le altre. E qui si fa strada un altro progertto, anche se non annunciato: quello del futuro partito degli Italiani all’Estero.

Tremaglia, inoltre è uno dei pochi che ha conpreso nella sua esserza il potenziale e l’importanza rappresentata da questa Italia fuori d’Italia, con il suo ingente numero tra italiani e discendenti, sparsi in questo mondo in via di globalizzazione. Inoltere a questi fattori di interesse pratici e anche morali per assolvere il difficile compito per il quale si presenta, ha anche il vantaggio di aver formato nella sua lunga campagna per il voto all’Estero, una rete di sostenitori che potranno collaborare con il ministero, formando una via con due sensi di direzione, per unire ancora di più il Paese Italia al mondo dell’Italia fuori d’Italia e viceversa, un mondo, che non bisogna dimenticare, ha una popolazione di oltre 50 milioni.

È necessario appunto per questo, non farsi fallaci illusioni o illazioni. Mirko Tremaglia è l’unico che potrà difenderci in questo momento. Chiunque altro, anche se munito delle migliori intenzioni, sarebbe qualcosa di fuori di luogo. Qualcosa contro ogni logica di opportunità politica.

 

* Antonio Laspro è consigliere del CGIE / Brasile