u SANTIAGO (Cile) – Il processo di globalizzazione politica, economica e culturale che sta svolgendo la nazione italiana nel mondo intero toccherà da vicino la vita di milioni di persone in Sudamerica.

PATROCINANDO SUA LEITURA

Il profondo cambiamento della struttura elettorale, realizzato attraverso lo stabilimento di Distretti Elettorali italiani all’estero, consentirà la partecipazione nella vita politica dell’allargata Madre Patria a 3.520.809 cittadini “italiani nel mondo”, che voteranno ed eleggeranno parlamentari nelle elezioni politiche del 9 aprile 2006. Questa globalizzazione “all’italiana” avrá una caratteristica d’integralità, unica e inedita nella storia delle nazioni e delle persone nell’esercizio dei loro diritti.

Con l’elezione di parlamentari italiani, nostra presenza nel distretto sudamericano, dove siamo 885.673 elettori, – il secondo nel mondo dopo l’Europa – riceverà una forte e rinnovata spinta che l’avvicinerà ad un maggior protagonismo.

Questa nuova realtà politica dell’italianità in Sudamerica sarà oggetto dell’attenzione delle nazioni della regione, che vedranno con interesse, con curiosità e anche con una certa diffidenza, come si svolgerà nel loro territorio lo stabilirsi di questa colonna vertebrale di una “nazione globale”, che vivrà fuori dal suo territorio europeo, mettendo in discussione i criteri “territoriali” che da secoli hanno determinato i “confini” dei Paesi del Sudamerica, regione nella quale, per motivi storici e culturali, viene esacerbata la sovranità territoriale.

L’ITALIA INSERITA IN SUDAMERICA

La nostra presenza in Sudamerica è stata sempre riconosciuta come produttiva e di trasformazione,  di dialogo e armonia, storica e radicata, massiccia ed importante.

Nel presente e nel passato questa presenza italiana si è manifestata con naturalezza e abbondanza nella storia e nella vita quotidiana dei sudamericani: nel pensare, nel sentire e nel fare.

Se adesso pensiamo al futuro del Sudamerica, troveremo temi e contenuti che hanno molto a che vedere con l’italianità attuale: la modernizzazione delle PMI, l’esempio dei distretti industriali, l’innovazione energetica, la cultura imprenditoriale, la ricerca tecnologica e scientifica, lo sviluppo del turismo, la realizzazione di corridoi bi-oceanici con la conseguente costruzione di porti, strade, autostrade, ferrovie e sistemi di telecomunicazioni, tutti argomenti che favoriscono un approffondimento di un buon rapporto, vitale tra sudamericani e italiani.

Quest’ottica, che ci fa vedere l’Italia inserita storicamente nella vita sudamericana, dovrebbe senz’altro ispirare la nuova tappa che stiamo cominciando a vivere. I deputati ed i senatori che saranno eletti nel nostro Distretto saranno validi e non solo perchè sono legati a patronati, partiti e associazioni; saranno veri esponenti della nostra nuova realtá globale se, una volta eletti, lavoreranno giustamente per valorizzare la presenza e l’identità italiana nel Distretto in un quadro di maggior inserimento nella vita e nei progetti dei sudamericani.

ITALIANITÀ: EDUCAZIONE E CULTURA

L’affermazione della nostra identità italiana troverà una rotta più ampia e sicura se lasceremo perdere le vecchie nostalgie ed i conflitti inutili. Ci vuole un nuovo atteggiamento, aperto verso il futuro, con proposte che priorizzino il lavoro con le nuove generazioni di italo sudamericani.

Troveremo la strada giusta se ci concentriamo sulla educazione, fisica ed intellettuale, dei nostri ragazzi, dando un salto qualitativo con la costruzione accademica e reale di una Università italiana in Sudamerica, che dia la mancata e necessaria continuità all’importante lavoro svolto dalle scuole italiane. Questa proposta significherà un grande investimento ma, se siamo capaci di approfittare delle nostre strutture giá operative – scuole italiane, l’intellettualità presente in Sudamerica, gli Istituti Italiani di Cultura e le Università italiane –  questo progetto diventerà una realtà, soprattutto se supportata dalla volontà politica del Governo e delle Regioni italiane.

L’Università italiana in Sudamerica, da radicarsi in Uruguay, Argentina, Brasile, Cile, Perù e Venezuela, ci consenterà di rinforzare in modo definitivo l’italianità degli italo sudamericani delle nuove generazioni. Questa Università dovrebbe distribuire le varie Facoltà nei diversi Paesi del Sudamerica, a seconda della vocazione di ogni realtà. Questa storica iniziativa avrebbe un altro effetto molto positivo per le nostre comunità: stabilire un concetto territoriale sudamericano che agevolerebbe l’interscambio e la coesione degli italiani del Sudamerica. Essendoci una forte presenza della cultura italiana, questa Università dovrebbe inserirsi capillarmente nel mondo accademico sudamericano, in un rapporto di dialogo e di cooperazione con le tradizioni e con le innovazioni presenti tra gli altri centri universitari del Sudamerica. In questo modo potremo trasmettere i codici intellettuali italiani alla mente accademica sudamericana.

 

Questo è il modo di affrontare con coerenza e realismo il ruolo dei nuovi parlamentari italiani del Sudamerica, di fronte alla formidabile sfida dell’Italia in questo nuovo mondo globale. Questo è il nostro caro sogno italiano.

 


Giacomo Marasso è Direttore Scuola di Giornalismo Università Miguel de Cervantes e Presidente dell’Associazione dei Giornalisti Italo Cileni, AGICILE.