SAN PAOLO – SP – Realmente è una notizia questa che fa onore a noi italiani, principalmente a noi laziali, già che è stata proprio la nostra Regione, a inviare telefonini per il valore di 50 mila euro, per essere distribuiti agli “índios” del Brasile.

L’idea della lodevole iniziativa deve essere sorta quando la TV italiana  aveva trasmesso un “servizio speciale” sugli aborigeni brasiliani, ossia gli “índios”.

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Al vedere orrorizzati le misere case di paglia (le “ocas”) dove abitano, devono anche aver notato l’inesistenza di pali, quelli del telegrafo per intenderci, e quindi non esisteva la possibilità di una comunicazione a distanza, visto che il sistema del “tam-tam” è una patente esclusiva della giungla africana,  non usabile in altri lidi, come per esempio, nella foresta amazzonica, abitata degli “índios” del Brasile.

A questi filantropi regionali laziali, non parve giusto, in piena epoca di globalizzazione, che ci fossero individui, che per mancanza di mezzi adeguati, si trovavano nell’impossibilità di comunicare tra loro, e quindi ecco i telefonini messi a loro disposizione. Peccato però che questo ancora non sia accaduto, visto le lungaggini della burocrazia che non ha ancora permesso lo sdoganamento.

Quando finalmente questi telefonini arriveranno nelle mani dei loro destinatari, sarà um fatto realmente straordianrio, degno di essere  trasmesso dalla rete televisiva italiana, quella del “cacique” di una certa tribù, comunicarsi con un suo congenere di un’altra, dicendo nella propria lingua: “il cacique Boruma presumo ?”.

Desiderosi di non esaurire l’aiuto umanitario appena con i telefonini, i nostri filantropi capitolini, avevano anche stabilito di inviare, in un secondo tempo, anche capi di vestuario completo, scarpe, stivali e sandali, questo per venire incontro alle necessità di abbigliamento degli “índios”, che da quello che avevano potuto vedere si vestivano di una forma quasi… adamitica. A questo punto sorgevano accese discussioni sulle preferenze di questi “indios” sullo stile e sul colore preferito dei tessuti.

Dato che, malgrado le buone intenzioni, non si riusciva ad arrivare ad un consenso generale, sorse un’altra proposta, questa accettata da tutti: quella di inviare una partita di termosifoni, che dovranno servire, dato la mancanza di abiti, per lo meno a tenerli al caldo…!

Il solito rompiscatole, quello che pretende sempre cercare il pelo nell’uovo, se ne usciva in un secondo tempo con una domanda, alla quale nessuno seppe rispondere: “Ma perchè il Sodalizio dei Laziali in Brasile, che esiste a San Paolo da vari anni, e che mantiene stretti contatti con la Regione non ha avvisato che questi “indios” avrebbero trovato più interessante e utile l’invio di strumenti adatti per lavorare la terra?”.