Enquanto partilha no Facebook notícias sobre a implosão do PD – Partido Democrático na Argentina, que anuncia voto pelo “Não”,  em decorrência da recente visita da ministra Maria Elena Boschi, o presidente do Maie – Movimento Associativo Italiani all’Estero, deputado Ricardo Merlo reafirma a posição de seu partido pelo “Sim” no Referendum Constitucional de 4 de dezembro próximo. “Esta reforma – diz Merlo – foi feita pelo Parlamento, não por Renzi (…) Nós votamos sempre “Sim”, coerentemente, nas seis passagens parlamentares, e ninguém de nossa base manifestou-se contrariamente a esta posição que era conhecida e pública”.

Merlo, entretanto, reconhece que o momento político italiano “é muito incerto”, e que o referendum constitucional deveria ser a oportunidade de “um exercício democrático” e de “um debate civilizado sobre o mérito da reforma”, não nessa espécie de “partida de futebol” em que a Itália foi transformada, “onde interessa somente saber quem vence”. Ele lembra que Renzi, no início, errou ao personalizar a reforma “que não é sua”. Em Porto Alegre-RS, entretanto, a ministra Boschi reivindicou a autoria das reformas.

PATROCINANDO SUA LEITURA

O deputado ítalo-argentino admite que o voto dos italianos no mundo poderá ser “determinante” e, por isso, raciocina que “é necessário viver esta fase da história política italiana com senso cívico e grande responsabilidade”. Merlo descreve que nesses últimos dez anos, com o atual sistema político, “não se sabe quem governa, por quanto tempo, e quem venceu as eleições”. “Asim não se pode continuar”, diz, pois “A Itália tem necessidade de estabilidade e de saber que, quem vence, governa”.

Sobre as seis cadeiras que os italianos no mundo perderão com o novo Senado, caso vença o “Sim”, Merlo apela para a matemática e faz distinção entre a aprovação da taxa dos 300 euros para os processos de reconhecimento da cidadania italiana por direito de sangue (que ele é contra) e a aprovação da “amputação representativa” dos mesmos italianos no exterior (que ele defende). “A taxa dos 300 euros é uma vergonha e o Maie denunciou isso em São Paulo”; enquanto “precisamos perguntar aos três eleitos no Brasil por que a apoiam no Parlamento”. Como é sabido, Merlo tem profundas diferenças com Fabio Porta e o PD. Confira a entrevista que concedeu à redação da revista Insieme:

La fine delle Province, un nuovo Senato, una nuova legge elettorale che già nasce morta… Come vede il momento politico italiano?

Questo momento lo vedo molto incerto. Il Referendum Costituzionale dovrebbe essere un esercizio democratico e un dibattito civile sul merito della riforma. Invece, in Italia, si è trasformato in una partita di calcio, dove interessa solo sapere se vince uno o l’altro, senza approfondire nel merito la riforma. Renzi ha sbagliato all’ inizio a personalizzare su di se una riforma che non è sua.

Il Maie si schiera per il “Sì” nel Referendum basato sulla volontà degli elettori della Circoscrizione Estero, o è una decisione di cupola? Sono tante cose per un semplice “Sì” o “Nò”…

Questa riforma l’ha fatta il Parlamento, non Renzi. È nata con un ampio appoggio politico di centro-destra (FI) e centro-sinistra. Poi l’elezione del Presidente Mattarella – con Berlusconi contrario – ha fatto cadere questo accordo. Noi non entriamo in questi giochi di potere. Abbiamo sempre votato “Si”, coerentemente, nei 6 passaggi parlamentari, e nessuno della nostra base ci ha mai manifestato un’opinione diversa su questa posizione che era nota e pubblica.

Il Maie, dunque, è d’accordo con la così detta “amputazione rappresentativa” degli italiani all’estero, cioè, con il taglio delle sei sedie al Senato senza nessun compenso? Non c’è il rischio che domani avvenga la prossima “amputazione” con l’estinzione della Circoscrizione Estero?

No, non è così. Prima di tutto, perché malgrado si parlasse di eliminarla, la rappresentanza degli italiani all’estero in Parlamento resta: con i dodici deputati ci assicuriamo la presenza dei nostri rappresentanti, che equivalgono in proporzione alla stessa rappresentanza che avevamo in precedenza. Matematicamente, anzi, 12/630 = 0,019 (eletti all’ estero/Deputati) è ancora un po’ di più di 18 /962 = 0,018 (eletti all’estero /Deputati+Senatori).

Intanto il Senato continuerà ad esistere, solo che con un’altra configurazione. Non si otterrebbe gli stessi risparmi in politica con altri rimedi, per esempio, la riduzione degli stipendi di tutti i parlamentari?

Ci sarà un grande risparmio perché i nuovi senatori saranno “ad honorem” e non avranno i fondi che hanno i senatori attuali. Il risparmio totale dell’eliminazione di Senatori, CNEL e Province si aggirerà sui 600 milioni di euro all’anno. Sebbene questo punto di vista non sia determinante per la nostra scelta, è evidente che ci saranno risparmi per i contribuenti italiani.

Il Senato sotto la nuova configurazione non potrebbe, ad esempio delle Regioni, mantenere le sedie oggi attribuite alla Circoscrizione Estero? Tagliarle non sarebbe qualcosa simile ad una ripetizione di quello che è accaduto con l’episodica tassa dei 300 euro per la cittadinanza: essendo contraria alla volontà di questa “altra Italia”, è stata, anche così, sostenuta da tanti parlamentari esteri?

La tassa di cittadinanza dei 300 euro è una decisione politica presa da questa maggioranza, cioè PD. Dovremo, invece, chiedere ai 3 eletti in Brasile perché l’appoggiano in parlamento. Meglio cominciare da casa propria a chiarire le cose. I 300 euro sono una vergogna e il Maie lo ha denunciato a San Paolo con una manifestazione davanti al Consolato, oltre che nelle aule del Parlamento. Ma se poi 14 (tra cui gli eletti in Brasile) su 18 la e votano a favore…

Che dice a chi parla di deturpazione del regime parlamentare italiano, con il concentramento di poteri all’Esecutivo?

È qualcosa di necessario. In questi ultimi 10 anni, ho verificato che con l’attuale sistema politico non si sa chi governa, per quanto tempo, e chi ha vinto le elezioni. Così non si può andare avanti. Se vincerà il “No” in Italia succederà quello che è accaduto in Spagna: non potremo fare il Governo. Il sistema dei partiti italiani, come quello spagnolo, è cambiato. Non è più bipolare: quindi se vince il “No” fare un Governo nella prossima legislatura sarà una missione “quasi” impossibile. E noi non vogliamo questo per l’Italia. L’ Italia ha bisogno di stabilità e di sapere che chi vince, governa.

Anche lontani dal quotidiano politico italiano, gli italiani all’estero potranno diventare determinanti sul risultato del referendum. Come la vede e cosa ciò significherebbe sul contesto politico italiano?

È vero. Potrebbe essere così. Bisogna vivere questa fase della storia politica italiana con senso civico e con grande responsabilità per il ruolo che ci tocca.

Altre considerazioni?

Vi ricordate del governo Prodi?… finito male… poi Berlusconi, finito prima anche della scadenza naturale. E vi ricordate chi ha vinto nel 2013… Bersani, ma chi governa oggi? Renzi… questa situazione non può continuare così…